Roma - Le borse europee aprono in cauto rialzo e tentano in rimbalzo dopo una nuova ondata di vendite che ha affondato anche le piazze asiatiche. Pesano ancora i corsi del petrolio, che pure sui mercati asiatici è tornato sopra i 28 dollari. Su Milano la spada di DAmocle dei titoli delle banche. Su Banco Popolare oggi la Consob ha disposto il divieto temporaneo di vendite allo scoperto.
L'Ftse 100 di Londra sale dello 0,51% a a 5.702 punti, il Dax di Francoforte segna +0,65% a 9.453 punti, il Cac 40 di Parigi cresce dello 0,12% a 4.130 punti, l'Ftse Mib di Milano guadagna lo 0,68% a 18.090 punti. In recupero anche l'indice All Share di piazza Affari che avvia le contrattazioni a +0,64% a 19.678 punti.
La borsa di Tokyo, che nella mattinata aveva tentato un rimbalzo, non è riuscita a mantenere i suoi guadagni e ha chiuso in netto calo, portando a quasi il 16% le sue perdite globali dall'inizio dell'anno. Alla chiusura degli scambi l'indice dei principali titoli aveva perso il 2,43% (-398,93 punti) e ha chiuso a 16.017,26, nuovo minimo di 15 mesi. Proseguono incessanti le vendite sui mercati finanziari cinesi, con gli investitori sempre più preoccupati per il rallentamento della seconda economia mondiale e per il suo impatto sulla crescita globale.
La borsa di Shanghai chiude in calo del 3,23%, mentre Shenzhen scivola del 4,01%. Ribassi più moderati per Hong Kong, che si avvicina alla chiusura in calo dell'1,36%. Shanghai ha chiuso ai minimi da dicembre 2014. Per evitare crisi di liquidita', la banca centrale ha iniettato 110 miliardi di yuan attraverso lo strumento dei pronti contro termine a 28 giorni al 2,25% e altri 290 miliardi di yuan attraverso i pronti contro termine a sette giorni al 2,6%, meccanismi attraverso i quali la People's Bank of China riacquista azioni dalle banche per rivenderle a una data prestabilita. La mossa di oggi segue a quella di martedì scorso, in cui la banca centrale cinese aveva operato un rifinanziamento di 155 miliardi di yuan e aveva pompato 205 miliardi nel mercato monetario.
Da Davos, dove e' in corso il World Economic Forum, il vice presidente della China Securities Regulatory Commission, la Consob cinese, ha parlato del circuit breaker inaugurato a inizio anno e sospeso dopo pochi giorni dopo per i crolli dei mercati cinesi. Fang Xinhai ha spiegato ai microfoni della Cnn che il meccanismo, in uso anche in altri Paesi "potesse funzionare anche in Cina", ma nel mercato cinese, dominato dai piccoli investitori, "c'è una forte pressione per la vendita". Il sistema di interruzione delle contrattazioni doveva evitare i crolli dei mercati, ma l'effetto è stato contrario, accentuando le cadute nei primi giorni dell'anno. Il circuit breaker "non era una misura appropriata per la Cina e l'ente regolatore lo ha ammesso", ha poi concluso Fang.
Le tensioni diffuse sui mercati finanziari italiani si riflettono anche sui titoli di Stato. Lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi si divarica a 117 punti, in rialzo di ben 15 punti rispetto all'apertura di ieri. Il rendimento sale all'1,68%.
L'euro apre in lieve rialzo a 1,09 dollari e 127,20 yen in attesa della conferenza stampa del presidente della Bce, Mario Draghi. Biglietto verde in lieve recupero a 116,52 yen.Continua la discesa del rublo, che oggi, nella prima mezz'ora di contrattazioni alla Borsa di Mosca, ha perso il 4% del suo valore su euro e dollaro. Il biglietto verde si e' impennato, superando gli 84 rubli (84,81) cosa che non succedeva dai tempi della crisi del 1998, come ricordano le agenzie economiche. Il cambio con l'euro ha toccato quota 92,55, superiore del 4,4% al livello della chiusura delle contrattazioni ieri. Il record negativo del rublo sull'euro e' pero' ancora lontano: si tratta del valore di 100,74, raggiunto il 16 dicembre del 2014. Gli esperti non si aspettano per oggi interventi da parte della Banca centrale. "Qualsiasi intervento non può fermare la causa dell'indebolimento del rublo che è il calo dei prezzi del petrolio", ha spiegato il campo economista di Ing Dmitri Poelevoi, secondo il quale la Banca centrale sta monitorando la situazione ma agira' solo in caso si crei panico sui mercati e tra la popolazione.
Il prezzo del petrolio Wti torna sopra i 28 dollari sui mercati asiatici dopo aver aggiornato ieri il proprio minimo dal 2003 a quota 26,19 dollari al barile. Il light crude di New York cede 15 cent a 28,20 dollari al barile. In lieve calo anche l'altro principale benchmark, il Brent di Londra, che perde 11 cent a 27,77 dollari al barile a fronte di un eccesso di offerta che non dà per ora segnali di ridimensionamento. (AGI)
(21 gennaio 2016)