Roma - Nuova bufera nel settore dell'auto: stavolta sotto la lente è la francese Renault, sospettata di frode sulle emissioni, e la notizia di perquisizioni in numerosi uffici e impianti fa cadere a picco il titolo, che registra perdite fino a oltre il 20%, e trascina al ribasso anche i listini europei, i quali estendono ulteriormente le perdite a metà seduta.
Secondo quanto riportato dai sindacati, la polizia francese ha eseguito una serie di perquisizioni in numerosi uffici e impianti del costruttore. Dal momento che l'attenzione degli inquirenti si è concentrata sulle aree di test per i motori, sembra che Renault possa avere inserito nelle sue vetture un software in grado di eludere i controlli sulle emissioni, come quello scoperto su centinaia di migliaia di auto diesel di Volkswagen.
La notizia di possibili 'trucchì è stata però seccamente smentita dalla Casa francese: confermando le ispezioni della polizia anti frode, fa sapere infatti che non è stato trovato alcun sowtfare fraudolento che consenta di aggirare i testi sulle emissioni, come quelli trovati invece sulle vetture Volkswagen. Scende in campo anche il governo francese: il caso non è in alcun modo paragonabile allo scandalo Volkswagen, ha dichiarato il ministro dell'Economia di Parigi, Emmanuel Macron, che mantiene la sua "fiducia" nella Renault: "Non c'è nessuna prova contro". Il titolo Renault ha chiuso in Borsa con una flessione del 10,28% a Parigi. Male anche Volkswagen (-3,7%), Daimler (-3,5%) e Peugeot (-5%). Flessione del 7,94% per Fca, che paga le voci secondo cui le vendite in Russia avrebbero subito un drastico calo. Per gli analisti la diminuzione avrebbe toccato il 47%, mentre la stampa locale la calcola al 36%.
Il ministro Royal "emissioni eccessive, ma nessun software truccato"
Intanto, il sito Automotive News pubblica la notizia che due concessionari di Chicago hanno denunciato il gruppo Fca accusandolo di averli costretti a gonfiare i dati sulle vendite. Mike Palese, un portavoce di Fca Us, ha detto che il gruppo "non ha ricevuto alcuna citazione e non può commentare finché non avremo l'opportunità di studiare di cosa siamo accusati". Pronta la replica del Lingotto che fa presente come "l'atto di citazione non sia ancora stato notificato". Ciononostante, la società si dice convinta del fatto che "la causa sia infondata e sia stata promossa dal legale interno del concessionario proprio nel momento in cui Fca Us discuteva con il gruppo del concessionario della necessità che quest'ultimo rispettasse i propri impegni in base a taluni dei contratti di concessione".
Ad Ford Italia, noi non usiamo alcun software
Nella nota, la società ricorda di aver appreso che "un concessionario negli Stati Uniti ha promosso contro FCA US LLC (FCA US) una causa nella quale sostiene che FCA US gli avrebbe offerto incentivi finanziari affinché registrasse falsamente le vendite, riportando vendite al dettaglio in un determinato mese e cancellandole in quello successivo". La società "ha piena fiducia nella integrità dei suoi processi di business e dei suoi rapporti con la rete e intende difendere vigorosamente il caso". (AGI)
(15 gennaio 2016)