(AGI) - Roma, 23 dic. - La domanda globale di petrolio prodotto dall'Opec è destinata a calare nell'orizzonte fino al 2020, in un contesto che vedrà l'offerta di idrocarburi non convenzionali, come il tight oil nordamericano, destinata a crescere nonostante il crollo delle quotazioni.
E' il quadro dipinto dall'edizione 2015 del World Oil Outlook dell'Opec, che sembra constatare la riuscita solo parziale della presunta strategia saudita di deprimere i prezzi mantenendo l'output invariato per non perdere quote di mercato a favore di concorrenti come Russia e Usa, che hanno invece reagito portando anch'essi la produzione a livelli record.
Secondo le previsioni contenute nel documento, la domanda per il greggio Opec scendera' a 30,70 milioni di barili al giorno nel 2020 dai 30,90 milioni di barili stimati per il 2016 e un milione di barili in meno rispetto all'attuale produzione. Gli effetti positivi sulla domanda della forte flessione del prezzo del greggio, sceso questa settimana ai minimi da 11 anni intorno a 36 dollari al barile, sono destinati, secondo l'Opec, ad avere un respiro corto.
"L'impatto sulla domanda del recente declino del prezzo del petrolio è più evidente nel breve termine e calerà nel medio periodo", avverte il segretario generale dell'organizzazione, il saudita Abdullah al-Badri. Un'ammissione che sembra lasciar trasparire quanto sia animato al momento il dibattito interno all'Opec, che vede sempre piu' membri contrastare la strategia di Riad, in particolare quei Paesi, come il Venezuela e l'Algeria, che hanno subito piu' duramente le conseguenze del tonfo delle quotazioni.
Un'altra novità è l'aver riconosciuto l'impatto "significativo" che shale oil e tight oil stanno avendo sul mercato, un impatto che l'Opec in passato sembrava aver sottovalutato. Non solo, l'Outlook riconosce anche che i costi produttivi del greggio non convenzionale si stanno rivelando molto piu' bassi di quanto si sostenesse appena un anno fa, quando molti analisti preannunciavano la sua imminente disfatta con un barile sotto gli 80 dollari. Addirittura, si legge nel documento, "i giacimenti piu' ricchi possono sopportare punti di pareggio anche inferiori ai prezzi osservati nel 2015 ed e' quindi probabile che vedano la produzione crescere ancora".
Secondo il cartello, la produzione globale di tight oil tocchera' i 5,19 milioni di barili al giorno nel 2020, raggiungera' un picco di 5,61 milioni di barili al giorno nel 2030 e calerà a 5,18 milioni di barili nel 2040. L'incremento di medio periodo, si legge nel documento, sarà legato al previsto ingresso di Russia e Argentina nel settore degli oli non convenzionali. Questo solo nello scenario medio: se anche Cina e Messico entrassero in questa industria, l'output di tight oil sfiorerà gli 8 milioni di barili al giorno. In un orizzonte più ampio, ad ogni modo, l'Opec sembra destinata a mantenere la propria quota di mercato, che e' cio' che piu' preme a Riad: la domanda di greggio Opec e' stimata a 40,70 milioni di barili al giorno nel 2040, pari al 37% dell'offerta mondiale, in crescita rispetto all'attuale 33%.
La domanda globale al 2020 e' stata rivista al rialzo di 500 mila barili rispetto all'Outlook precedente, assestandosi a 97,40 milioni di barili al giorno. Riviste invece al ribasso di 1,3 milioni di barili al giorno la domanda globale al 2040, ora stimata a 109,80 milioni di barili al giorno. Tale scenario, avverte ancora l'Opec, resta soggetto a rischi al ribasso quali una crescita globale inferiore alle attese, un minore uso degli idrocarburi per ragioni ambientali e il deprezzamento delle valute dei Paesi emergenti rispetto al dollaro.
Il prezzo del petrolio e' destinato a una ripresa solamente graduale, che lo riportera' a 80 dollari al barile nel 2020. Il World Oil Outlook, partendo da un prezzo medio di 55 dollari al barile per il proprio greggio nel 2015, stima un incremento medio di 5 dollari al barile all'anno nell'arco del prossimo lustro.
Oggi il prezzo è in recupero. Sul circuito elettronico i future sul Light crude Wti avanzano di 36 cent a 36,50 dollari e quelli sul Brent crescono di 42 cent a 36,53 dollari. (AGI)
(23 dicembre 2015)