Roma - Le borse europee reagiscono con un'apertura in netto rialzo all'aumento dei tassi di interesse, il primo da nove anni, effettuato ieri dalla Federal Reserve, che ha trainato anche Wall Street e le borse asiatiche.
A rassicurare i mercati non e' solo una decisione che pone fine a una fase di incertezza e si appoggia sulla constatazione di una soddisfacente ripresa in Usa: la banca centrale americana ha anche indicato i probabili livelli dei tassi a fine anno in un orizzonte al 2018, offrendo agli investitori un'idea di quello che potrebbe essere a grandi linee la tabella di marcia della stretta monetaria. L'indice Ftse 100 di Londra cresce dell'1,59% a 6.158 punti, il Dax di Francoforte avanza del 2,06% a 10.685 punti, il Cac 40 di Parigi sale del 2,26% a 4.729 punti, l'Ftse Mib di Milano segna +1,74% a 21.582 punti, l'Ibex di Madrid si issa dell'1,98% a 9.899 punti.
Chiude in rialzo la borsa di Wall street. L'indice Dow Jones cresce dell'1,28% fino a 17.748,62 punti. L'indice Nasdaq aumenta dell'1,52% fino a 5.071,13 punti.
La Borsa di Tokyo ha chiuso in netto rialzo sulla scia dell'aumento dei tassi deciso dalla Fed. L'indice Nikkei ha guadagnato l'1,59%, attestandosi a quota 19.353,56. Bene anche il Topix che che e' cresciuto dell'1,56% ed e' arrivato a quota 1.564,71 punti.
La Fed prevede che "le condizioni economiche si evolveranno in una maniera che garantira' solo aumenti graduali dei tassi", si legge nella nota diramata dopo il board, "con aggiustamenti graduali della politica monetaria, l'attivita' economica si espandera' a un ritmo moderato e il mercato del lavoro si rafforzera'". "Nel determinare i tempi e l'ammontare dei futuri cambiamenti nei tassi", la Fed "valutera' le condizioni e le previsioni relative agli obiettivi relativi a occupazione e inflazione". A tale proposito la Fed e' "ragionevolmente fiduciosa che l'inflazione risalira' gradualmente" fino ad arrivare "al 2% nel medio termine". "I recenti indicatori del mercato del lavoro hanno confermato che il sottoutilizzo delle risorse umane sul mercato del lavoro e' calato in maniera notevole dall'inizio dell'anno", osserva ancora la Fed. Qualche indicazione sulla tabella di marcia dei futuri rialzi arriva dal sondaggio tra i membri del direttivo Fed sul tasso di interesse ritenuto "appropriato" negli anni a venire, pari all'1,375% a fine 2016, al 2,375% a fine 2017 e al 3,25% a fine 2018, con un obiettivo di medio termine del 3,5%. Alla luce delle previsioni sull'economia Usa, i prossimi rialzi dei tassi di interesse saranno "solo graduali". Lo sottolinea la banca centrale Usa in una nota, aggiungendo che la decisione di oggi di aumentare il costo del denaro e' stata unanime.
Il rialzo dei tassi di interesse "riflette la fiducia che la ripresa economica continuera'" per quanto "restino margini di miglioramento nel mercato del lavoro", che sta comunque mostrando segnali di irrobustimento. Lo ha sottolineato in conferenza stampa il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen", spiegando che la stretta monetaria e' stata attuata nonostante un'inflazione ancora al di sotto degli obiettivi perche' attendere troppo avrebbe significato essere costretti a un rialzo troppo rapido e improvviso in futuro che avrebbe potuto "aumentare il rischio di una recessione". Non bisogna "sopravvalutare l'importanza del primo rialzo" dei tassi di interesse in Usa. Yellen ha poi sottolineato che "ci vuole tempo perche' le decisioni di politica monetaria abbiano un impatto" e che il ritmo dei futuri rialzi dipendera' dall'andamento dell'economia.
Yuan ai minimi da quattro anni e mezzo dopo la decisione della Federal Reserve di alzare di un quarto di punto i tassi di interesse. La banca centrale cinese, People's Bank of China, ha fissato la parita' sul dollaro a quota 6,4757, ai livelli piu' bassi dal giugno 2011, in calo dello 0,2% rispetto al precedente tasso di midpoint, a 6,4626 sul biglietto verde. Il nuovo deprezzamento dello yuan e' da imputare, secondo i trader, al rafforzamento del dollaro sui mercati globali, che ha guadagnato sullo yen e sull'euro dopo l'annuncio del governatore della Fed, Janet Yellen. Venerdi' scorso, la banca centrale cinese aveva annunciato l'avvio della pubblicazione del cambio della valuta cinese rispetto a un paniere di tredici valute, una mossa che porta a un indebolimento del renminbi, altro nome della valuta cinese, rispetto al dollaro. Nel nuovo paniere, il biglietto verde conta per il 26,4%, l'euro per il 21,39% e lo yen per il 14,68%.
L'euro apre in calo a 1,0854 dollari e 132,88 yen. Il primo rialzo dei tassi in nove anni effettuato dalla Federal Reserve traina inoltre il dollaro a 122,42 yen, dopo un massimo da una settimana di 122,66 yen.
Il prezzo del petrolio continua ad arretrare sulla scia dell'ingente (4,8 milioni di barili) e inatteso rialzo delle scorte settimanali Usa comunicato ieri dal dipartimento dell'Energia. Il light crude Wti di New York cede 8 cent a 35,44 dollari al barile dopo aver segnato ieri la chiusura piu' bassa dal febbraio 2009 al Nymex a quota 35,52 dollari al barile. Il Brent di Londra perde 15 cent a 37,24 dollari al barile. (AGI)
(16 dicembre)