Roma - Il fondo sovrano del Qatar, tra i principali azionisti Volkswagen con il 17% dei voti, ha chiesto alla compagnia di diminuire il potere dei sindacati nella governance dell'azienda. Lo riporta la Bild am Sonntag, lasciando intendere che sia stato questo l'argomento di discussione al centro della odierna visita nel paese arabo dei vertici della casa automobilistica.
Oggi sono infatti volati a Doha l'ad di Volkswagen, Matthias Mueller e il presidente Dieter Poetsch, accompagnati da Wolfgang Porsche e Hans Michel Piech in rappresentanza della famiglia Porsche-Piech, azionista di maggioranza della compagnia finita nel ciclone a causa dei software per frodare i controlli sulle emissioni inseriti in quasi 11 milioni di vetture diesel in tutto il mondo. Uno scandalo, il cosiddetto 'dieselgate', che e' costato finora miliardi di dollari agli azionisti. Inevitabile quindi che la Qatar Holding Llc, almeno a titolo di risarcimento, gradirebbe delle aperture sulle sue richieste principali, ovvero, a quanto riporta il Wall Street Journal, maggiori investimenti nel settore dell'auto elettrica per compensare il crollo delle vendite di diesel (soprattutto in Usa) e un ridimensionamento dell'influenza dei rappresentanti dei lavoratori nel board e nelle operazioni quotidiane del gruppo.
Secondo la legge tedesca, nelle grandi aziende come Volkswagen, ai rappresentanti dei lavoratori deve andare la meta' delle poltrone nel consiglio di sorveglianza, in questo caso 10, contro i 2 controllati dal Qatar attraverso il vice presidente del fondo sovrano, Hussain Ali Al-Abdullah, e l'ad di Qatar Airways, Akbar al Baker. "Si tratta di una normale visita di presentazione del nuovo management a uno dei partner piu' importanti della compagnia, uno degli azionisti piu' importanti", ha dichiarato un portavoce di Wolfsburg interpellato in merito. Ne' il consiglio sindacale di Volkswagen, ne' il fondo sovrano qatarino hanno commentato le indiscrezioni della testata Usa. Si puo' essere abbastanza certi, pero', che Doha condivida con altri azionisti (come il fondo tedesco Union Investment e il fondo svedese Nordea) l'irritazione per la lentezza dei nuovi dirigenti nell'identificare le responsabilita' individuali nel caso 'dieselgate', una lentezza che ha fatto dubitare molti osservatori che due veterani di Wolfsburg, come Mueller e Poetsch, siano le persone piu' adatte per rilanciare il marchio teutonico dopo un colpo cosi' duro alla sua reputazione.