Quella che è appena terminata è stata una stagione storica per il calcio italiano. Non solo perché si è conclusa con la mancata qualificazione della Nazionale ai prossimi Mondiali e il settimo scudetto di fila della Juventus. Quest’anno la Serie A ha aperto definitivamente le porte al VAR, la tecnologia pensata per aiutare gli arbitri in caso di situazioni difficili da decifrare. Quella che fino a pochi anni fa gli italiani chiamavano (impropriamente) “moviola in campo” oggi è nota a tutti con questo termine meno romantico, acronimo dell’espressione inglese Video Assistant Referee, ed è regolata da un rigido protocollo.
A una settimana dalla fine del campionato, abbiamo passato in rassegna tutte le 380 partite della Serie A 2017/2018 per vedere in quante e quali occasioni gli arbitri sono stati aiutati dal VAR nel correggere le proprie decisioni. Ci siamo concentrati su rigori assegnati o revocati, gol convalidati o annullati, sanzioni disciplinari aggiunte o rettificate. Non abbiamo incluso nella nostra statistica i casi in cui un arbitro, pur osservando le immagini, ha confermato la sua decisione originaria.
Benevento - Juventus, gol rigore di Dybala
Allo stesso modo non abbiamo tenuto conto dei cosiddetti “silent check” che non abbiano esplicitamente comportato un cambio di opinione da parte del direttore di gara. Abbiamo ricavato i dati dalle analisi sugli episodi arbitrali successive a ogni giornata di Serie A realizzate dalle seguenti testate: Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Tuttosport, Eurosport, Sky Sport, Sportmediaset e Calciomercato.it. Ultima fonte, ma non ultima in termini di importanza, è il blog dell’ex arbitro Luca Marelli (lucamarelli.it), uno dei siti più affidabili e seguiti sulle analisi degli episodi arbitrali. Risultato? Su 380 partite complessive il VAR ha corretto gli arbitri nelle loro decisioni (al netto di episodi limite che non abbiamo incluso nella statistica) 117 volte.
Nei giorni scorsi, l’ex arbitro Tiziano Pieri a RaiSport ha parlato di 115 decisioni cambiate (quindi in linea con il nostro rilevamento). Raccogliendo i dati ci siamo resi conto che - in assenza dei referti ufficiali - alcune decisioni restino difficili da valutare come effettiva inversione. In ogni caso, i dati raccolti propongono una panoramica complessiva attendibile sull’utilizzo del VAR e sono consistenti con i numeri raccontati da Pieri alla Rai.
Un affresco sul VAR nella Serie A 2017-18
Sono state 91 le partite (44 nel girone d’andata e 47 in quello di ritorno) nelle quali la tecnologia ha portato a 117 decisioni diverse rispetto a quelle originariamente prese dall’arbitro in campo. Ciò significa che il 23,7% delle partite giocate nella Serie A 2017-18 ha visto l’intervento del VAR. Questo dato è significativo anche se letto al contrario: il 77% dei match della massima competizione nazionale non sono stati interessati da cambi di decisione per via della tecnologia. Nella nostra statistica non è possibile valutare in maniera scientifica il tasso di decisioni giuste o sbagliate (studiando le analisi arbitrali è possibile vedere che non di rado gli stessi moviolisti sono in disaccordo fra loro), ma è comunque significativo che circa 8 partite su 10 siano formalmente “corrette” dal punto di vista delle decisioni arbitrali più importanti.
22 partite sulle 91 interessate hanno visto più di una decisione revisionata dal VAR: il record spetta a una partita della 29esima giornata, ovvero Torino-Fiorentina 1-2 del 18 marzo 2018, quando l’arbitro Gavillucci prese 4 decisioni diverse su suggerimento del VAR Chiffi rispetto a quelle inizialmente stabilite. La giornata che ha visto gli arbitri sul campo più inclini a cambiare idea è stata la 35esima, quella di Inter-Juventus e Fiorentina-Napoli (partite nelle quali la tecnologia è stata determinante) nella quale ben 7 partite su 10 hanno avuto uno “sliding doors” a seguito dell’intervento del VAR. Invece la giornata “perfetta” - nel senso che i 10 arbitri in campo non hanno mai cambiato alcuna decisione - è stata la penultima, la 37esima, quella in cui è stato matematicamente assegnato lo scudetto alla Juventus. Gli arbitri hanno dimostrato una certa costanza nell’affidarsi alla tecnologia, visto che dei 117 episodi che abbiamo individuato 55 appartengono al girone d’andata e 62 al girone di ritorno, segnando un leggero incremento nella seconda parte della stagione.
VAR e situazioni di gioco
La situazione di gioco in cui il VAR è intervenuta maggiormente è stata nell’ambito di un’assegnazione di un calcio di rigore. In questo caso la tecnologia è entrata in gioco ben 53 volte (25 nel girone di andata, 28 al ritorno): in 34 occasioni l’arbitro ha poi assegnato il penalty, nelle altre 19 è tornato sui suoi passi, non concedendo più il tiro dal dischetto.
I rigori totali assegnati in Serie A nella stagione appena trascorsa sono stati 120. Il VAR è pertanto intervenuto assegnando un penalty, che senza le immagini non sarebbe stato concesso, nel 28% dei casi. Il Cagliari è stata la squadra che ha beneficiato positivamente più volte del VAR per quanto riguarda i rigori assegnati, visto che la tecnologia ne ha concessi ai sardi ben 4. Fiorentina e Sassuolo sono invece le squadre a cui è andata “peggio”: per ben 3 volte infatti l’intervento delle telecamere ha impedito a toscani ed emiliani di portarsi sul dischetto, a differenza di quanto a caldo aveva deciso l’arbitro. Infine, sono Chievo, Spal e Torino le due squadre alle quali il VAR ha assegnato più rigori contro, ben 4.
18 volte nel girone di andata, 22 in quello di ritorno: in totale sono 40 le occasioni nelle quali la VAR è stata decisiva per convalidare o annullare un gol. I dati ci dicono che la tecnologia è stata utilizzata soprattutto nel caso dell’annullamento di una segnatura. Sono infatti 31 le reti annullate quest’anno in Serie A grazie all’intervento delle immagini. Guida questa particolare classifica l’Atalanta, a cui sono stati annullati 5 gol, seguono il Milan con 4 e Chievo, Juve e Udinese con 3. Milan e Atalanta, rispettivamente con 4 e 3 reti, guidano però anche la classifica delle reti annullate alle proprie avversarie. Con 2 reti, inizialmente dubbie poi convalidate dal VAR, è invece il Torino la squadra che ha beneficiato maggiormente dell’aiuto della tecnologia per quello che riguarda l’assegnazione di una segnatura. Sono infine 3 le reti convalidate con l’ausilio delle immagini ai danni del Chievo, la squadra che ha visto assegnare più gol ai propri avversari.
Minuto 18 di Inter-Juventus, 16esima giornata del girone di ritorno. Matias Vecino entra in ritardo su Mario Mandzukic, che lo ha anticipato in tackle. L’arbitro Orsato fischia il fallo e sventola immediatamente il giallo al centrocampista dell’Inter. Richiamato dal VAR Valeri, Orsato si rende conto che l’intervento di Vecino è stato particolarmente duro e decide di guardare il replay dell’azione al monitor. Dopo aver visto le immagini, Orsato cambia idea, torna in campo ed espelle Vecino. Per l’importanza della partita e gli strascichi polemici che ne sono seguiti, questo è stato forse il caso più eclatante dell’applicazione del VAR nell’ambito delle sanzioni disciplinari.
Sono 21 i casi (10 all’andata, 11 al ritorno) in cui la tecnologia ha guidato i direttori di gara nell’estrazione e nella scelta del colore dei cartellini. L’Udinese è stata la squadra più sanzionata dal VAR con 4 cartellini, mentre il Genoa è stata quella che ha beneficiato maggiormente delle sanzioni comminate dalla tecnologia ai propri avversari. Per quanto riguarda le sanzioni disciplinari, la Sampdoria è invece l’unica squadra a non essere stata coinvolta in nessun modo dall’intervento delle immagini.
VAR e squadre: un bilancio complessivo
Andando a vedere complessivamente come le squadre siano state interessate da queste decisioni, notiamo che il Chievo è la squadra che è stata coinvolta maggiormente da interventi del VAR (17 volte in 38 partite), mentre la Sampdoria ha dovuto passare da un check video solo 4 volte.
Pochissimi interventi (meno di 10 in un anno) anche per Benevento, Roma, Napoli e Bologna. La squadra che ha ottenuto più decisioni a “favore” dal VAR è stata la Fiorentina (10), mentre il Chievo primeggia per decisioni a sfavore (11 su 17).
E quanto hanno incontrato le decisioni dei VAR le squadre che sono finite in Champions? Passando in rassegna le 22 partite con almeno 2 interventi VAR determinanti, solo 6 riguardano una tra Juventus, Napoli, Roma e Inter (e solo uno scontro diretto, appunto Inter-Juventus).
Se estendiamo lo sguardo a tutte e 91 le partite il cui tabellino è stato modificato attivamente dai VAR, il trend si mantiene: solo il 32% delle partite riguarda le quattro squadre di vertice. Nessun cambio VAR nei due big match Napoli-Juventus e Juventus-Napoli. Allo stesso modo, VAR silente nelle doppie sfide fra Roma e Napoli e fra Roma e Inter (all’andata con un po’ di polemiche per un rigore negato ai giallorossi), così come l’andata dello Stadium fra Juventus e Inter.
Questo è stato senza dubbio l’anno Zero di una nuova epoca per la classe arbitrale. Vedremo nel corso delle stagioni se i trend di quest’anno troveranno conferma o se questa “polaroid” che abbiamo tracciato - ambiti di intervento, percentuale di partite interessate daVAR, impatto sul vertice della classifica - sarà diversa, campionato dopo campionato.