Come sta procedendo la seconda stagione di Var in Serie A? Al termine dello scorso campionato avevamo censito le decisioni cambiate nell’arco delle 380 partite di A e avevamo conteggiato 117 occasioni (55 nel girone d’andata, 62 in quello di ritorno) nelle quali il Var aveva cambiato la scelta presa sul campo. La nuova stagione conferma o cambia i trend visti lo scorso anno?
Prima di addentrarci nei numeri della nuova analisi che abbiamo dedicato alle prime 19 giornate del campionato in corso, occorre fare una premessa su due novità rispetto allo scorsa stagione.
Cambiato il protocollo Var
La prima è una questione di protocollo: i Var (acronimo che sta per Video Assistant Referee) quest’anno possono correggere i colleghi in campo solo in caso di “chiaro ed evidente errore”, mentre lo scorso anno si parlava solo di “chiaro errore”. Nell’intenzione di chi ha stilato il regolamento, l’aggettivo “evidente” puntava probabilmente a restringere i casi di applicazione, rendendo minore la casistica di episodi valutabili dal Var soprattutto in situazioni di gioco come i rigori, ovvero momenti del match in cui la valutazione di un contrasto può essere molto soggettiva e dipendere da molte Variabili. Distinguere cosa sia soltanto “chiaro” e non anche “chiaro ed evidente” non è banale, e ciò si è tradotto, soprattutto in una prima parte della stagione, in una maggiore prudenza da parte dei Var nell’intervenire.
L’altro elemento di novità è stata l’introduzione di una tecnologia 3D capace di segnalare un fuorigioco precisa al millimetro: come accaduto per la Goal Line Technology che ha eliminato i gol fantasma, da quest’anno anche sugli episodi di fuorigioco i dubbi si sono decisamente ridotti, di fatto annullati. Nel merito, questa innovazione di fatto toglie le valutazioni sul fuorigioco dall’ambito degli errori chiari ed evidenti. In che senso?
Casi limite come il gol annullato a Radja Nainggolan in Sampdoria-Inter o quello tolto a Francesco Acerbi in Atalanta-Lazio (in entrambi i casi si parla davvero di pochi millimetri) lo scorso anno sarebbero probabilmente stati convalidati poiché in cabina Var sarebbe mancata la certezza matematica della posizione. In tal caso, la decisione sul campo (ovvero quella di dare gol) sarebbe stata mantenuta in assenza di prove che confermassero il chiaro errore. Ma quest’anno il dubbio non si ha più: la tecnologia dà in cabina Var una risposta precisa e non interpretabile.
Infine, alcune premesse metodologiche: come accaduto per l’analisi della stagione 2017-18, anche per questa annata abbiamo inserito nella statistica solo i casi di decisione cambiata che siamo riusciti a individuare. Pertanto, non rientrano nella statistica casi di conferma con silent check o casi di on field review che non hanno cambiato la decisione presa sul campo.
Le nostre rilevazioni, inoltre, non tengono conto in alcun modo di valutazioni qualitative su presunti errori né esprimono giudizi sull’operato degli arbitri. Noi parliamo semplicemente di episodi nei quali abbiamo registrato una decisione diversa da quella assunta in prima battuta. Le nostre fonti per la valutazione e la comprensione degli episodi sono stati gli articoli del blog dell’ex arbitro Luca Marelli e le moviole pubblicate sui siti dei principali quotidiani sportivi.
51 decisioni cambiate dal Var
Nel girone d’andata della stagione 2018-19 abbiamo individuato e censito 51 episodi nei quali l’arbitro di campo ha cambiato la decisione assunta in campo a fronte dell’intervento del Var (silent check, valutazione geografica di fuorigioco, cambio di valutazioni disciplinari e rigori).
Contiamo così 4 episodi in meno rispetto all’andata 2017-18 e 11 in meno rispetto al girone di ritorno 2017-18. Le partite interessate da decisioni modificate sono state 43, contro le 44 dell’andata 17-18 e le 47 del ritorno 17-18. Dopo 3 gironi completi interessati da Var, la percentuale di partite con decisioni modificate si attesta mediamente al 23,5% (quasi 1 partita su 4).
Per quanto riguarda la stagione 2018-19, il grafico ci mostra le partite più interessate da episodi Var: il record (4 partite su 10) spetta ai turni 12, 16 e 17, con 5a, 12a e 17a che detengono il record ex aequo di decisioni cambiate (5). La partita con più episodi cambiati per via dell’intervento del Var è stata Sampdoria-Inter con ben tre gol annullati grazie alla tecnologia (e due per fuorigioco).
Var e situazioni di gioco
Nel girone d’andata del torneo in corso il principale ambito di correzione del Var sono stati i gol: 25 casi su 51 (49%) hanno riguardato l’assegnazione di una rete. 21 su 25 sono gol prima dati poi annullati, mentre i restanti 4 erano stati precedentemente annullati e poi invece dati.
18 casi su 51 (36%) riguardano i rigori: 15 sono stati accordati e 3 invece tolti rispetto alla decisione iniziale. 8 cambi, invece, riguardano decisioni disciplinari modificate: 7 sono casi di ammonizioni o espulsioni aggiunte, mentre solo in un caso un’espulsione è stata tolta retrocedendo ad ammonizione. È successo in Fiorentina-Spal del 22 settembre 2018, durante la quale l’arbitro Davide Ghersini è stato “corretto” dal collega Var Daniele Chiffi togliendo un rosso a Jasmin Kurtic della Spal.
L’andata appena conclusa fa segnare un trend diverso rispetto ai due gironi del precedente torneo, nei quali la fase di gioco più interessata da cambi di decisione erano i rigori e non i gol. Posto che ogni partita ha una storia a sé ed è anche imprevedibile nello svolgimento, come possiamo proVare a interpretare questo sorpasso? Il nuovo protocollo può aver reso più difficile intervenire a modificare o reinterpretare valutazioni più soggettive come l’entità di un intervento in area di rigore, mentre la maggior precisione legata al fuorigioco ha dato maggiori sicurezze in ambiti che fino allo scorso anno potevano essere borderline come fuorigioco millimetrici.
Var e squadre
La squadra più interessata da cambi di decisione è la Sampdoria (11) che, curiosamente, nel 2017-18 era al contrario quella con meno episodi corretti (solo 4 tra andata e ritorno).
Non abbiamo invece trovato cambi di decisione nelle partite del Napoli, una delle squadre meno interessate da revisioni anche nella scorsa stagione. Abbiamo sì riscontrato episodi nei quali il Var ha confermato le decisioni assunte in campo (ad esempio Napoli-Spal, gol annullato e rigore negato agli azzurri) ma nessuna che smentisse esplicitamente una decisione assunta in precedenza.
Per quanto riguarda i gol, ovvero il fondamentale più interessato da cambi di decisione in questo girone, Roma e Sampdoria sono le squadre più coinvolte. La Roma è la squadra che ha beneficiato maggiormente della tecnologia in questo ambito, visto che ben 4 reti avversarie sono state annullate (contro i giallorossi è successo a Torino, Milan, Udinese e Juventus).
Le milanesi e l’Udinese sono le squadre che hanno visto assegnarsi più rigori (2 per ciascuna) grazie al Var, mentre la Sampdoria è la squadra a cui ne sono stati tolti di più (2, contro Roma ed Empoli).
Infine, in ambito disciplinare è il Sassuolo la squadra che ha beneficiato di più da questo genere di revisione: 2 espulsioni aggiunte ad avversari dei neroverdi, tra cui il caso dello sputo di Douglas Costa a Di Francesco, sfuggito sul campo all’arbitro Daniele Chiffi ma visto in cabina Var dal collega Gianluca Rocchi.
Var e arbitri
Infine, abbiamo anche conteggiato chi sono gli arbitri che hanno cambiato più idea dal campo e quali invece hanno dato il maggiore contributo dalla cabina di osservazione in questi 51 casi.
Marco Guida è l’arbitro che ha cambiato più decisioni (7), seguito da Gianpaolo CalVarese e Piero Giacomelli (5).
In qualità di Var, invece, secondo la nostra ricerca è Michael Fabbri il fischietto che è ha consigliato maggiormente i colleghi sul terreno di gioco: in ben 6 occasioni, con Fabbri al Var il direttore di gara tra i calciatori è tornato sui propri passi. Molto attivi anche Gianluca Aureliano e Davide Massa, che hanno contribuito a 4 cambi di decisione da noi censiti.