A proposito dei disastri naturali che stanno colpendo varie zone del mondo in questi giorni, dopo il passaggio dell’uragano Harvey l’Economist ha pubblicato alcuni dati interessanti che aiutano a guardare al fenomeno nella prospettiva corretta.
Il primo dato è che secondo il sistema di monitoraggio dei disastri delle Nazioni Unite, tra il 1995 e il 2015 i paesi più colpiti da disastri naturali (terremoti, alluvioni, uragani e ondate di calore che abbiano causato almeno 10 morti oppure che abbiano riguardato almeno 100 persone o che abbiano portato alla dichiarazione dello stato di emergenza), sono gli Stati Uniti, la Cina e l’India.
Il secondo dato è che dal 1970 il numero di disastri naturali nel mondo è quadruplicato per arrivare a circa 400 l’anno.
Un terzo dato riguarda la tipologia di disastri naturali. In questo caso il dataset è stato raccolto dalla compagnia di assicurazione tedesca Munich Re e considera eventi che abbiano causato anche solo un morto o un certo ammontare di danni. Secondo questo conteggio i disastri idrogeologici dal 1980 ad oggi sarebbero aumentati di sei volte e l’ultimo anno sarebbe il peggiore di sempre.
Nonostante questi dati allarmanti ce n’è uno che invece conforta ed è il numero delle vittime. Nel 1970 morirono 200 mila persone per disastri naturali. Nel 2011 furono meno di 30 mila. Questo perché evidentemente alcune misure di sicurezza e il miglioramento della qualità degli edifici riducono i rischi per la popolazione. Ma molto resta da fare.