Maneskin, Enrico Nigiotti, Lorenzo Licitra o Samuel Storm: chi sarà il vincitore dell’undicesima edizione italiana di X Factor? Lo dirà la finale del Forum di Assago di giovedì 14 dicembre. L’ultimo Live Show ci offre l’occasione di fare un’analisi di un fenomeno di costume sempre più seguito. Il format televisivo è vincente? E lo è altrettanto per chi trionfa?
Gli ascolti in TV: X Factor è un fenomeno che va oltre lo schermo
Sul fronte degli ascolti televisivi, la finale del 2017 potrebbe rappresentare un record assoluto, almeno da quando la trasmissione è approdata su Sky. A vedere vincere i Soul System lo scorso anno erano oltre due milioni di spettatori. Se pensiamo che a fronte di “soli” 4,8 milioni di abbonati in Italia, la scorsa finale ha raggiunto nel suo primo passaggio televisivo oltre il 5% di share, ci si rende immediatamente conto del fenomeno X Factor. Anche se il rapporto non è diretto, verrebbe quasi da dire che chi è abbonato, il giovedì della finale non guarda altro.
X Factor non ha sofferto nemmeno del cambio di canale da RAI2 a Sky Uno, passando quindi da un’emittente in chiaro a una a pagamento
Confrontando i dati medi di ascolto per le quattro edizioni RAI con le 7 edizioni targate Sky, si nota un inevitabile calo dei numeri assoluti. I dati dello scorso anno parlano chiaro: uno share medio oltre il 5% e in crescita rispetto alle edizioni precedenti. Numeri confermati finora anche dall’edizione 2017, con il record - in attesa della finale - che va al primo Live Show del 26 ottobre scorso: oltre 1,4 milioni di spettatori per uno share ben oltre il 6%.
Il fenomeno X Factor è rintracciabile anche nelle ricerche online, grazie ai dati di Google Trends. I due grafici che ne abbiamo ricavato mostrano l’interesse di chi si collega al motore di ricerca di Mountain View nel periodo di messa in onda del talent show (14 settembre - 7 dicembre). Sia per i giudici che per i quattro finalisti Google Trends non mostra il numero di ricerche che li riguardano, ma da dei valori relativi tra 100 e 0 per i termini indicati. Il che vuol dire che, prendendo a esempio i dati del 22 settembre scorso, per ogni 58 ricerche del termine ‘levante’ ce ne sono state 23 per ‘fedez’, 11 per ‘mara maionchi’ e 18 per ‘manuel agnelli’.
Sia per i concorrenti che per i giudici si nota la ciclicità settimanale, per cui i protagonisti di X Factor sono i protagonisti anche delle ricerche su Google il giorno della puntata e i giorni seguenti, quando vanno in onda le repliche in chiaro.
Se si dovesse valutare dai Trends di Google, sembrerebbe che l’interesse di chi fa ricerche online in Italia abbia già stabilito un vincitore, ma è ancora tutto da decidere nel live finale.
Tentativi di imitazione
L’inizio della vita di X Factor come format internazionale è cominciata con qualche attrito. Simon Cowell, colui che nel 2004 si è inventato il format nel Regno Unito, è stato pesantemente attaccato da Simon Fuller, produttore geniale che si è inventato le Spice Girls. Secondo Fuller, X Factor era - come riporta la BBC - una scopiazzatura di Pop Idol, un programma che lui aveva ideato e che è andato in onda in Gran Bretagna dal 2001 al 2003.
Da allora il format ha figliato un’edizione internazionale dietro l’altra. Complessivamente sono state oltre 50 le edizioni nel mondo di X Factor e di queste, oltre all’Italia ne risultano ancora attive 18, cui si aggiungeranno nei prossimi anni anche Cambogia, Indonesia e Spagna (in quest’ultimo caso, riprendendo dopo una pausa che durava dal 2008).
Sempre a Simon Cowell si deve l’idea di un altro format di talent di successo internazionale, Got Talent, giunto anche questo da noi e oggi diffuso in decine di paesi in tutto il mondo. Un altro talent dedicato proprio alla scoperta di nuovi talenti musicali è The Voice. Nato da un programma televisivo olandese del 2010, The Voice of Holland, è arrivato in Italia proprio nel 2011 per riempire lo spazio lasciato in RAI dallo spostamento su Sky di X Factor. Anche The Voice conosce una diffusione praticamente mondiale e, come nel caso di X Factor in alcuni paesi, ha figliato anche edizioni speciali come kid, teen o family.
Dopo X Factor
In 10 edizioni sono 153 gli artisti che sono stati ammessi a X Factor. E dopo X Factor come è andata? Il talent ha davvero avuto un impatto sulle carriere dei cantanti che hanno raggiunto almeno il podio? Andando a vedere i “mi piace” su Facebook e i numeri forniti da Spotify, il principale servizio di streaming musicale al mondo, vediamo tra i 30 artisti che si sono piazzati tra i primi tre di ogni edizione chi sono quelli più seguiti.
Marco Mengoni, vincitore nel 2009, è senza dubbio l’artista con un maggiore successo di pubblico e sui social. A seguirlo (a distanza) sono Francesca Michielin, Michele Bravi e Lorenzo Fragola. Più staccata Chiara Galiazzo, vincitrice nel 2012.
Non ha vinto ma è una delle artiste più note di X Factor Giusy Ferreri, che ha ascoltatori su Spotify paragonabili a Michielin, Bravi e Fragola. Discorso a parte merita Noemi: non ha raggiunto il podio della seconda edizione ma è una delle cantanti che ha beneficiato maggiormente della vetrina offerta dal talent. Questo mese Noemi ha collezionato 257.850 ascolti su Spotify, e ha raggiunto quota 580.618 “mi piace” su Facebook.
Da Mengoni a Chiara Galiazzo, passando per Giusy Ferreri e Noemi, sono sicuramente questi gli artisti più celebri usciti dal talent: non è un caso che tutti questi cantanti hanno all’attivo almeno una partecipazione al Festival di Sanremo. Non solo: Mengoni Sanremo l’ha anche vinto nel 2013.
Ma se questi artisti sono a conti fatti la punta dell’iceberg, qual è il destino degli altri? Guardando agli ascoltatori mensili su Spotify e i “mi piace” su Facebook sono interessanti i numeri fatti registrare da Violetta Zironi. La giovane cantante reggiana, terza nel 2013, ha da poco pubblicato tre singoli frutto di un personale percorso di crescita artistica lontano dai riflettori. Su Spotify Zironi fa registrare numeri migliori rispetto agli ultimi vincitori del talent, ovvero i Soul System e Giò Sada.
Ma i numeri social non dicono tutto: pensiamo ad Antonella Lo Coco, terza nel 2012, che ha trovato un suo spazio anche oltre la musica, approdando recentemente al cinema duettando con Massimo Ranieri. Oppure ai The Bastard Sons of Dioniso, secondi nella seconda edizione, che prima del talent avevano già una carriera agli esordi, ma che è proseguita bene anche dopo con altri 5 dischi.
Perciò i quattro finalisti di XF11 hanno diversi modelli a cui ispirarsi: vincere conta ma non è tutto e un piazzamento può offrire un bel trampolino o un’occasione di ripartenza o di crescita. Rimane il fatto che il futuro professionale dei ragazzi è un aspetto centrale nella competizione, spesso ripetuto dai giudici, e quest’anno ulteriormente ribadito dalla scelta di anticipare la presentazione degli inediti di qualche puntata per offrire più visibilità ai concorrenti sfruttando il traino della messa in onda dei Live Show. Al di là di considerazioni discografiche sul futuro, X Factor rimane una gara da vincere. I numeri dei quattro artisti in finale mostrano due netti favoriti: i Maneskin ed Enrico Nigiotti.
I 4 inediti su Spotify
Su Spotify la band romana sfonda quota 2 milioni di ascolti per ciò che riguarda il singolo “Chosen”, mentre Nigiotti è leggermente sotto alla soglia dei 2 milioni. Samuel Storm e Lorenzo Licitra appaiono più staccati, anche se andiamo a vedere gli ascolti mensili. Lo stesso trend lo ritroviamo nei dati ufficiali FIMI dove i Maneskin (ottavi) precedono Nigiotti (decimo) e Samuel Storm (ottantunesimo). Fuori dalla top 100 Licitra.