Sarà la Svezia la nostra avversaria nel temuto spareggio per approdare ai Mondiali di Russia 2018. La doppia sfida con gli scandinavi si svilupperà in due atti: andata il 10 novembre in Svezia e ritorno in Italia il 13 sul campo di San Siro, designato dalla Figc come teatro della partita più importante, fin qui, della gestione tecnica di Gian Piero Ventura. Ultima chiamata per il Mondiale per la sua Italia: la squadra ha dimostrato nelle ultime uscite una fragilità crescente, che probabilmente ha avuto la sua genesi nel netto 3-0 rimediato a inizio settembre in Spagna. Le tre partite successive hanno portato in dote 7 punti su 9 contro tre squadre probabilmente inferiori ai nostri avversari nello spareggio: scialbo 1-0 con Israele a Reggio Emilia, deludente 1-1 a Torino con la Macedonia e sofferto 1-0 in Albania. Il minimo sindacale per approdare a questi spareggi almeno da testa di serie per evitare grane peggiori (vedi alla voce Croazia).
L’Italia va ai Mondiali da 14 edizioni consecutive. Nel complesso, ne ha giocati 18 su 20. Solo una volta ha mancato la qualificazione: nel 1958, quando il Mondiale si teneva – speriamo non sia di cattivo auspicio – proprio in Svezia. La Svezia ha un pedigree buono, ma meno nobile del nostro: 11 partecipazioni su 20, l’ultima nel 2006. Da allora gli scandinavi mancano la qualificazione: in occasione di Brasile 2014 fatale fu lo spareggio, perso contro il Portogallo per un complessivo 4-2.
Italia-Svezia: i precedenti
Le due nazionali si sono affrontate in 23 occasioni: l’Italia ha vinto 11 volte contro le 6 della Svezia. 6 sono anche i pareggi.
L’ultimo incontro risale a giugno 2016, Europei di Francia: in quell’occasione l’Italia di Antonio Conte vinse 1-0 con un gol di Eder negli ultimi minuti. Nel 2004, agli Europei in Portogallo, l’Italia di Giovanni Trapattoni pareggiò 1-1 contro la Svezia trascinata da un giovane Zlatan Ibrahimovic, autore del gol del pari per i gialloblu. Quel pareggio fu nei fatti una vittoria per gli svedesi, che passarono ai quarti anche grazie al 2-2 contro la Danimarca nel turno successivo: proprio il risultato che serviva a entrambe le squadre per estromettere gli Azzurri e che, puntualmente, si verificò, dando origine alle supposizioni sul famigerato “biscotto”. Ultima vittoria svedese in amichevole nel 1998: 1-0 a Göteborg in una sfida preparatoria verso Francia 1998 per gli Azzurri di Cesare Maldini, puniti nel finale da un gol di testa di Kennet Andersson, quell’anno in forza al Bologna.
La Svezia ha partecipato 3 volte agli spareggi per i Mondiali. Il primo in vista di Cile 1962 perso contro la Svizzera per 2-1, il secondo vinto contro l’Austria sempre 2-1 per approdare a Germania 1974. In entrambi i casi si trattava di gare secche poiché le formule di qualificazione erano diverse da quelle attuali. Il terzo spareggio, come detto, fu quello perso nella doppia sfida con il Portogallo nel 2013. Per l’Italia un solo spareggio, vinto nel 1997, che valse il biglietto per Francia 1998: Russia battuta con un complessivo 2-1, frutto di un pareggio a Mosca 1-1 e di un 1-0 al San Paolo di Napoli.
La Svezia ai raggi X
Nel suo girone la Svezia ha chiuso seconda a quota 19 punti dietro la Francia vicecampione d’Europa e a pari punti con l’Olanda, che ha battuto gli svedesi 2-0 nell’ultimo match del girone (1-1 all’andata). Nonostante lo scontro diretto sfavorevole, a premiare la nazionale selezionata dal ct Janne Andersson è stata la migliore differenza reti nei confronti della nazionale olandese, che avrebbe dovuto imporsi con sette gol di scarto nell’ultimo match del girone contro la nazionale di Andersson per staccare il pass per gli spareggi.
Non sarà della partita la stella e la leggenda svedese Zlatan Ibrahimovic, ritiratosi dalla Nazionale. L’attacco è guidato da Marcus Berg, capocannoniere del suo gruppo di qualificazione con 8 reti (di cui 4 segnate nel tondo 8-0 contro il Lussemburgo che ha di fatto eliminato l’Olanda). A completare il reparto l’esperto Ola Toivonen, mentre dovrebbe partire dalla panchina John Guidetti. A centrocampo occhi puntati sull’esterno sinistro Emil Forsberg, talento del Red Bull Leipzig.
In difesa spiccano il centrale Victor Lindelöf, compagno di Ibrahimovic allo United di Mourinho e il terzino Mikael Lustig del Celtic (3 gol nelle qualificazioni per lui). Nella rosa della Svezia ci sono anche giocatori che ben conoscono il nostro calcio: il centrocampista Marcus Rohdén milita nel Crotone, i difensori Emil Krafth e Filip Helander nel Bologna, Albin Ekdal (ora all’Amburgo) vanta una lunga militanza in A tra Juventus, Siena, Bologna e Cagliari, così come il capitano Andreas Granqvist ha un passato “italiano”, nel Genoa.
Il 2017 di Italia e Svezia
Ma come arrivano le due squadre a questo match? Rispetto all’ultima volta che si sono incontrate (giugno 2016) l’Italia ha perso 3 posizioni nella classifica Fifa mentre la Svezia ne ha guadagnate 10 (da 35ma a 25ma).
Nell’anno solare 2017 la Svezia ha giocato due partite in più degli Azzurri (10-8): assumendo che anche le amichevoli diano punti come nei gironi all’italiana (3 per la vittoria, 1 per il pareggio e 0 per la sconfitta), la Svezia sarebbe a quota 19 punti, frutto di 6 vittorie, 1 pareggio e 3 perse. L’Italia, in 8 match, ha fatto gli stessi punti: 19, frutto di 6 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta.
La media punti premia la Nazionale di Ventura: 2,37 quelli dell’Italia, 1,9 quelli della Svezia. Gli Azzurri hanno avuto il loro miglior periodo in primavera, quando hanno ottenuto due vittorie di prestigio in amichevole contro Olanda (2-1) e Uruguay (3-0). Per la Svezia spicca il 3-2 in amichevole ai campioni d’Europa del Portogallo e il 2-1 casalingo di giugno contro la Francia, decisivo per ottenere il secondo posto a scapito dell’Olanda. Ad abbassare la media punti degli svedesi la sconfitta 3-1 in amichevole a gennaio contro la Costa d’Avorio e il 3-2 del 30 agosto in Bulgaria.
Oltre il tifo
Oltre al ranking Fifa, anche il valore di mercato delle rose ci dà per favoriti. Secondo il sito Transfermarkt, per acquistare l’intera nazionale svedese occorrono 98,2 milioni di euro, mentre per aggiudicarsi Buffon e compagni bisognerebbe sborsare ben 362 milioni di euro. Come è facile immaginare, perdere il biglietto per la Russia andrebbe a intaccare il valore di mercato dei calciatori italiani. Anche i presidenti dei club tiferanno dunque per gli Azzurri, visto che l’”impoverimento” della rosa ricadrebbe sulle società di appartenenza dei singoli giocatori.
Con ogni probabilità non pensava però a questo, Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, quando alcune settimane fa ha dichiarato che se l’Italia non riuscirà a qualificarsi ai Mondiali sarebbe «un’apocalisse». Tavecchio parlava certamente da tifoso, ma anche (e soprattutto) da presidente federale. In questa seconda veste non può che essere al corrente, infatti, che una mancata qualificazione dell’Italia costituirebbe per il bilancio della Federazione un danno economico consistente, che va al di là del valore di mercato della rosa.
Quanto costa non andare in Russia
Come racconta in modo accurato Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore, la valutazione del danno economico deve tenere conto sia delle perdite immediate, dovute agli incassi che garantirebbe la partecipazione a Russia 2018, sia di quelle di medio-lungo periodo, più difficilmente valutabili perché dovute al danno d’immagine. Proviamo a dare una stime delle prime.
Il grafico precedente mostra i premi in denaro che la Fifa mette in palio alle compagini che parteciperanno al prossimo Mondiale. Le 32 finaliste di Russia 2018 riceveranno 2 milioni di dollari solo per essere riuscite a presentarsi ai nastri di partenza, mentre ciascuna delle 16 squadre eliminate nei gironi riceverà comunque 10 milioni di dollari.
Ma è con il superamento dei gironi che le cose si fanno interessanti e gli incassi quasi vertiginosi. Le squadre che abbandoneranno la corsa agli ottavi si porteranno a casa 20 milioni di dollari, quelle che giungeranno ai quarti 25 e quelle che arriveranno in semifinale intorno ai 30. Le due Nazionali che disputeranno la finale, invece, si spartiranno addirittura 90 milioni di dollari: 50 andranno a chi alzerà la Coppa, 40 agli sconfitti (in Brasile erano rispettivamente 35 e 25). Provando a essere più realisti del re e ipotizzando per l’Italia un onorevole approdo ai quarti di finale, la squadra di Ventura garantirebbe alla Federazione italiana un incasso di 25 milioni di dollari. Niente male, considerando che si tratterebbe di una somma guadagnata giocando 5 partite.
Come abbiamo già accennato, però, la sconfitta negli spareggi con gli scandinavi costerebbe molto di più, perché ai mancati introiti derivanti dalla disputa del Mondiale si aggiungerebbero quelli conseguenti all’indebolimento del brand Italia, che riguardano principalmente gli sponsor. L’accordo con Puma, per esempio, è particolarmente prezioso, perché, oltre ai 18,7 milioni di euro annui, il nostro sponsor tecnico riconosce royalties legate alla partecipazione degli Azzurri a Europei e Mondiali. Royalties che, è evidente, non ci verrebbero concesse se non centrassimo il Mondiale. Per finire ci sono i contratti televisivi. Oggi la Rai paga alla Figc circa 25 milioni di euro di diritti tv, una spesa destinata a scendere con la Nazionale fuori dal Mondiale.
Oltre al danno sportivo, insomma, la mancata qualificazione dei ragazzi di Ventura a Russia 2018 rappresenterebbe per la Figc un danno economico non sottovalutabile. E il risparmio per le spese della spedizione azzurra, più volte criticate da tifosi e non, sarebbe davvero una magra consolazione.