La Sicilia: recuperare il divario digitale ed economico con la banda ultralarga
La Sicilia: recuperare il divario digitale ed economico con la banda ultralarga

La Sicilia: recuperare il divario digitale ed economico con la banda ultralarga

elisabetta tola
Sicilia, Lanterna Montorsoli  
Foto: Flickr  - Sicilia, Lanterna Montorsoli  
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Lo stato dell’arte: l’accesso all’ultralarga

Utilizzando i dati del sito Strategia banda larga del Ministero dello sviluppo economico (Mise), abbiamo costruito le mappe della copertura a 30Mbps e a 100Mbps della Sicilia.

copertura a 30Mbps. Già a colpo d’occhio vediamo che la prima, la rete a 30Mbps, è disponibile oggi in gran parte del territorio siciliano. Rimane esclusa una ampia zona interna e la costa nordorientale. In totale, la copertura è di poco meno del 70% degli immobili raggiunti, con obiettivo di arrivare al 100% entro il 2020.

Diverso il discorso, come d’altro canto nella gran parte delle regioni italiane, per la copertura a 100Mbps, che oggi è garantita solo in poco meno del 6% degli immobili (attenzione alla scala della mappa rappresentata, che va dallo 0 al 35% e non al 100%). Al momento solo Palermo e Catania hanno una parte del territorio coperto. E anche in prospettiva, nonostante gli obiettivi siano di aumentare la quantità di immobili raggiunti dalla fibra a 100Mbps, per la gran parte dei comuni siciliani si arriverà a una copertura di circa il 30%.

Come si leggono le mappe dell’accesso a 30Mbps e 100Mbps

Le attività sul territorio

Come dichiaratamente esplicitato nel documento della strategia siciliana di agenda digitale, i settori che possono beneficiare di un maggiore impatto della disponibilità di connessione veloce sono la sanità, la scuola e le imprese. Abbiamo preso i dati Istat relativi al registro imprese (2015) e quelli sugli istituti di cura (ospedali e case di cura) associati al SSN, sia pubblici che convenzionati (2013) e li abbiamo messi in mappa, per provincia, assieme al dato sulla popolazione e a quello sulle sedi scolastiche, preso dal Miur (2017).

Come presumibile, le due province con il più alto numero di imprese sono Palermo e Catania, le due città più popolose della Sicilia, che hanno un numero di abitanti simile e numeri del tutto paragonabili sia di strutture pubbliche e convenzionate per la cura e l’educazione (ospedali e scuole) che di aziende totali e di grandi aziende, rispettivamente circa 60mila e 30. E queste sono anche le due province più collegate da reti ad alta velocità.

Le diverse tipologie di impresa

Palermo e Catania sono molto simili anche per le tipologie di aziende e attività imprenditoriali sul territorio, con circa un terzo delle aziende registrate dedicate al commercio e un sesto ad attività professionali tecnico-scientifiche. Al terzo posto ci sono imprese impegnate in ambito di sanità e assistenza sociale. Basso il numero di aziende nell’ambito della manifattura e basso, sorprendentemente data la vocazione della Sicilia, il dato sui servizi per il turismo.

Che lo sviluppo sia quello delle professioni tecnologiche più avanzate o quello dell’innovazione di settori tradizionali come il turismo, la Sicilia ha un enorme potenziale da sviluppare. E lo deve fare se vuole riequilibrare alcuni dati che oggi la vedono perdere una parte importante della sua popolazione giovane, in fuga verso luoghi dove ci sono più opportunità di lavoro. Quasi il 15% della popolazione siciliana vive all’estero, oltre 730mila persone. Molto sono giovani. Secondo i dati del Rapporto Italiani nel Mondo 2016 della Fondazione migrantes, più della metà degli iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) è del Sud Italia, e in particolare 842mila e più vengono dalle isole. Tra le prime dieci province del paese da cui si emigra di più, tre sono siciliane: Agrigento, Catania e Palermo. Innovare e sviluppare nuovi settori di imprenditoria e di opportunità economiche, anche grazie al digitale e fornendo supporto alle start up e a nuove idee di impresa, non è un optional per la Sicilia. E migliorare la infrastrutture nonché le pratiche e l’accesso ai servizi è probabilmente una delle strade possibili.

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