Siamo al crocevia di una grande stagione: difficile descrivere diversamente il Gran Premio d’Italia 2017, ospitato come da tradizione a Monza. Tredicesimo appuntamento iridato, Monza arriva a una settimana dalla gara di Spa che ha ridotto a sette i punti di distacco tra il vicecampione del mondo della Mercedes Lewis Hamilton e il tedesco della Ferrari Sebastian Vettel, che dall’inizio della stagione è leader del Mondiale. Le qualifiche hanno mostrato un Hamilton in grandissima forma pronto a prendersi la vetta del Mondiale in quella che sarà l’ultima gara europea. Ferrari in affanno, con Kimi Räikkönen e Sebastian Vettel in terza fila dopo le qualifiche segnate dalla pioggia.
Il GP d’Italia è giunto alla sua 68ma edizione in F1 e si è sempre corso a Monza, eccezion fatta per l’edizione 1980 corsa a Imola. Il pilota che ha vinto più edizioni del GP d’Italia è Michael Schumacher, per 5 volte sul gradino più alto del podio sempre alla guida della Ferrari (1996, 1998, 2000, 2003, 2006). L’autodromo brianzolo è soprannominato Il Tempio della Velocità per via delle elevate velocità che le monoposto fanno registrare qui, anche grazie a quattro lunghi rettilinei che permettono ai piloti di scaricare buona parte dei cavalli in dote ai loro bolidi. Non è un caso che proprio a Monza nel 2003 Michael Schumacher abbia stabilito il record della maggiore velocità media tenuta sia nel giro record in gara (254,8 km/h) sia nella gara complessiva (247,6 km/h).
La Ferrari è la scuderia in attività che ha vinto più volte a Monza (18), seguita dalla McLaren (10). La Mercedes ha vinto 5 volte, di cui 3 negli ultimi 3 anni, due volte con Hamilton e l’anno scorso con Nico Rosberg.
Tuttavia, la Ferrari è a digiuno di vittorie nella gara di casa dall’ormai lontano 2010: l’ultimo a vincere in rosso fu Fernando Alonso, che pochi mesi dopo vide sfumare il Mondiale nella gara di Abu Dhabi nella quale Vettel si laureò per la prima volta campione del Mondo. A sua volta la Red Bull non vince dal 2013, anno dell’ultima affermazione di Vettel e di un pilota non di casa Mercedes. La McLaren ha nella vittoria di Hamilton del 2012 l’ultimo acuto nel GP italiano. Risale al 2001 l’ultima gioia Williams a Monza, firmata dal colombiano Juan Pablo Montoya.
Mondiale 2017: dall’Australia a Monza
Il Mondiale 2017 si è aperto all’insegna di nuovi regolamenti tecnici che hanno consentito alla Ferrari di opporsi con efficacia alla Mercedes dopo anni di grande difficoltà. La rinnovata competitività della casa di Maranello ha dato tangibili frutti: Sebastian Vettel è leader del Mondiale sin dalla prima gara, ha vinto 4 Gran Premi, due dei quali (Monaco e Ungheria) conditi dalla doppietta grazie ai secondi posti del suo compagno di team, il finlandese Kimi Räikkönen.
Negli ultimi 3 anni il titolo mondiale è sempre stato una questione interna alla Mercedes: come nelle vittorie a Monza, due titoli per Hamilton, nel 2014 e nel 2015, e uno per Rosberg, attuale campione in carica ma ritiratosi dalle competizioni dopo la vittoria. Finalmente il 2017 vede la Ferrari protagonista della battaglia per il titolo piloti e di nuovo autorevole nel mondiale costruttori, anche grazie a un Räikkönen in risalita e a una ritrovata affidabilità che ha consentito ai due piloti in rosso di concludere tutte le gare fin qui disputate, con l’eccezione del GP di Spagna finito anzitempo per il finlandese. Un ruolino incoraggiante, lo stesso della casa di Stoccarda, che ha segnato un solo ritiro con Bottas, sempre a Barcellona, evidentemente fatale per gli scudieri dei duellanti al titolo.
La terza forza del campionato è la Red Bull, che in Azerbaigian ha portato al primo posto Daniel Ricciardo, unico pilota capace di vincere un GP nel 2017 senza essere al volante di una Ferrari o una Mercedes. La Red Bull ha accusato un netto ritardo rispetto ai punti iridati dello scorso anno (-57), anche a causa di una macchina non sempre affidabile e dei i peccati di gioventù di Max Verstappen, che quest’anno - non sempre per colpa sua, va detto - per ben 6 volte non ha visto la bandiera a scacchi. Se aggiungiamo i 3 ritiri di Ricciardo - uno causato da una manovra azzardata dello stesso Verstappen, in Ungheria - sono 9 gli zero dovuti a ritiri messi a referto dalla scuderia austriaca. In un campionato così equilibrato, però, i punti che la Red Bull saprà soffiare di volta in volta ai ferraristi e agli uomini in argento potrebbero risultare determinanti per assegnare il titolo.
Se guardiamo al 2016 i numeri sono chiari: dopo 12 gare, un anno fa la situazione della Ferrari era di zero gare vinte; Räikkönen aveva 6 punti in meno (128 oggi, 122 nel 2016) che però gli bastavano per stare davanti a Vettel, che oggi vanta 100 punti esatti in più rispetto a 12 mesi fa. In totale, la Rossa ha fatto un balzo di 106 punti che la collocano saldamente come seconda forza del circus alle spalle di una Mercedes in leggero calo: a Hamilton mancano 4 punti dal 2016 mentre il suo compagno Valtteri Bottas ha ottenuto un bottino di 179 punti, un dato in chiaroscuro: sul piano personale Bottas ha 121 punti in più dello scorso anno quando era al volante della Williams, ma conta 19 punti in meno dell’allora compagno di Hamilton, ovvero Nico Rosberg.
Vettel vs Hamilton, episodio tredici
Unici piloti sempre a punti in questa edizione del Mondiale, Vettel e Hamilton stanno portando avanti una sfida mozzafiato, che rende ogni punto estremamente prezioso. In termini di vittorie Hamilton vince il confronto con Vettel 5-4, ma il ferrarista è stato più costante nei piazzamenti: 7 volte su 12 Seb è arrivato davanti a Lewis. Hamilton vince più nettamente il confronto diretto con Vettel per ciò che riguarda le pole position: inequivocabile l’otto a due a favore di Lewis, che con la Pole di Monza è diventato il pilota che ha realizzato più pole position della storia della Formula 1.
Per quanto riguarda il GP d’Italia le previsioni dicono che le potenti power unit tedesche potrebbero essere favorite nel tempio della velocità italiano, e le qualifiche paiono confermarlo. Tuttavia la scuderia di Maranello proverà in gara a sovvertire il pronostico che la vede sfavorita sulla pista di casa. A prescindere dalle monoposto per le quali corrono e hanno corso, sulla pista di Monza il bilancio di Vettel e Hamilton è di parità: 3 vittorie a testa.
Dal 2007, anno di debutto in F1 di entrambi, Vettel e Hamilton hanno sempre concluso il GP di Monza, se si eccettuano l’edizione 2010 per Hamilton e quella 2012 per Vettel. Il debutto a Monza fu migliore per Hamilton, che su McLaren arrivò al secondo posto nel 2007, mentre Vettel arrivò diciottesimo alla guida della Toro Rosso.
Sulla monoposto di Woking Lewis vinse nel 2012, ma a fine anno il titolo iridato fu proprio di Vettel. Su Mercedes due vittorie per Lewis nel 2014 e nel 2015, anni nei quali l’inglese si laureerà campione del mondo. Per Vettel la pista di Monza è speciale: nel 2008 il tedesco ottenne con la Toro Rosso motorizzata Ferrari la sua prima pole position e la sua prima vittoria in F1 in un weekend segnato da piogge battenti che sconvolsero le strategie delle squadre dando vita a una gara epica.
Da lì partì inesorabile l’ascesa di Vettel, sfociata nell’approdo in Red Bull e nei quattro titoli consecutivi (2010-2013). Dopo quell’indimenticabile domenica di settembre del 2008 Vettel vinse a Monza altre due volte, nel 2011 e nel 2013. I ferraristi sperano che il feeling tra il tedesco e Monza si riaccenda quest’anno in un momento cruciale della stagione: una vittoria non chiuderebbe certo i giochi contro il fortissimo Hamilton, ma potrebbe avere un peso importante considerando il favore del pronostico appannaggio della Mercedes e la grande carica emotiva che scaturirebbe dalla vittoria nel GP di casa davanti alla “marea rossa” dei tifosi ferraristi.