Quasi 4 case o altri immobili su 5 raggiunti dalla banda ultralarga a 30Mbps. Uno dei dati migliori del Paese, assieme a quello della Calabria. Un dato che, nel caso della Puglia, racconta anche di una visione di lungo termine che oltre all’attuazione di una Agenda digitale regionale in linea con quella europea e quella nazionale ha lavorato a una vera e propria Strategia Smart Puglia 2020. Al centro, dichiaratamente, non la tecnologia ma la persona, in quanto “destinatario e protagonista delle performance di risultato della strategia”.
Sempre nel documento di strategia, che parte da una serie di considerazioni sui cambiamenti in atto nella società globale e sulle necessità non solo di adattarsi ma anche di utilizzare questi cambiamenti per creare opportunità, leggiamo che “un driver essenziale del percorso da intraprendere consiste nell'integrazione tra infrastrutture abilitanti, servizi innovativi, specializzazioni e comunità intelligenti entro un quadro di diffusione delle tecnologie ITC, presenti uniformemente su tutto il territorio regionale ed equamente distribuite”. Una condizione questa che può consentire lo sviluppo di nuovi modelli di business imprenditoriali e un accesso diffuso ai servizi pubblici.
Una visione molto integrata, dunque, che parte dal lavoro fatto nel periodo di programmazione precedente e dalla diffusione di una serie di infrastrutture e di strumenti che mettono oggi gran parte della popolazione pugliese in condizione di navigare e utilizzare la rete ad alta velocità per studiare, lavorare, interagire con i servizi pubblici e migliorare le proprie imprese sul territorio.
Il documento programmatico, prodotto tra il 2013 e il 2014 sotto il mandato di Nichi Vendola, un governatore particolarmente sensibile ai temi dell’innovazione digitale, parte da una analisi molto onesta dei punti deboli, sia infrastrutturali che, soprattutto, culturali. E indica un percorso concreto di servizi da mettere in piedi e di azioni da seguire per raggiungere una serie di obiettivi piuttosto ambiziosi.
La situazione attuale
Nei 258 comuni pugliesi, nel 2017, complessivamente sono raggiunti dalla banda ultralarga a 30Mbps il 79% degli immobili. Le zone più sfornite sono quelle al confine con l’Abruzzo e quelle della zona tra Leuca e Otranto. I dati, forniti dal sito della Strategia banda ultralarga del Ministero dello sviluppo economico (Mise), sono stati messi in mappa, sia per la copertura a 30Mbps che per quella a 100Mbps, e mostrano anche gli obiettivi per il 2018 e il 2020.
Mappa della copertura a 30mbps
Se la copertura a 30Mbps è ottima in tutta la regione, molto meno diffusa è la banda ultralarga a 100Mbps, che oggi raggiunge meno del 5% degli edifici e arriverà, entro il 2020, a non più del 26%, un immobile su quattro.
Mappa della copertura a 100mbps
Dal punto di vista delle strutture e delle aziende distribuite sul territorio, con l’eccezione delle imprese private nel caso di Bari, la Puglia non sembra presentare le forti disomogeneità riscontrate in altre regioni dove una città accentra su di sé la gran parte dei servizi e delle imprese. Nella mappa sottostante, oltre al dato della popolazione per provincia e del numero di imprese, sia le totali che quelle con più di 250 addetti, si trovano i dati delle strutture di cura ospedaliere, pubbliche e convenzionate (Istat, 2013) e quelli delle sedi scolastiche (dati Miur, 2017).
La distribuzione delle imprese e aziende private per categoria, secondo i dati del Registro Imprese di Istat (2015) dimostra che, oltre al solito primo posto come imprese e aziende nel settore del commercio (dal dettaglio all’ingrosso), si registrano in Puglia un alto numero di attività professionali e tecnico-scientifiche nonché di imprese manifatturiere.
La Puglia oggi ha un tasso di disoccupazione giovanile altissimo tra i peggiori d’Europa così come il numero di NEET, cioè di persone non impegnate nello studio né nel lavoro o nella formazione. Ha anche uno dei peggiori tassi di abbandono scolastico, con circa 1 giovane su 4 tra i 18 e i 24 anni che è arrivato solo a completare la terza media. Al tempo stesso è una regione che ha grandi potenzialità di sviluppo sia nel turismo che in settori come quello della ricerca scientifica, per esempio nell’ambito della climatologia, della biologia marina, delle scienze agrarie, data anche la sua posizione centrale nell’area del Mediterraneo.
L’innovazione digitale può rappresentare per questa grande regione del Sud la chiave di una svolta, un volano di trasformazione e di miglioramento degli indicatori sociali ed economici. Sempre che, e questo lo sapremo solo nei prossimi anni da qui al 2020, quanto contenuto nel documento programmatico non rimanga lettera morta sulla carta ma sia effettivamente attuato sul territorio, con una utile integrazione tra strutture, formazione e cultura.