Oltre 1500 comuni e più di 10 milioni di residenti, ben distante dai 5.8 milioni dalla seconda regione d’Italia che non arriva ai 6 milioni di abitanti. La Lombardia ha diversi primati, compreso quello di essere la regione con il maggior numero di province del paese, ben 12. Quasi 6 milioni di abitazioni e unità immobiliari da raggiungere con la fibra e da portare in rete. Uno sforzo enorme, per una regione senz’altro ricca e molto avanzata sotto il profilo tecnologico e molto popolata, non solo a Milano ma anche in modo abbastanza distribuito, se pensiamo che in questa regione del Nord ovest vive oltre il 15% della popolazione di tutto il paese.
La Lombardia ha online un sito interamente dedicato alla sua Agenda digitale dove leggiamo che non solo la regione è pienamente in linea con gli obiettivi dell’Agenda digitale europea ma che è stata la prima in Italia ad adottare una Agenda digitale addirittura nel 2011, prima dell’adozione dell’Agenda italiana. L’obiettivo dichiarato è quello di puntare su una crescita digitale che parta dai settori più specializzati per trainare anche quelli più tradizionali, in particolare quello manifatturiero, per favorire una “modernizzazione del sistema economico.” Pubblica amministrazione ma anche tessuto economico regionale al centro del piano di innovazione, dunque.
A fianco a una forte attenzione alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione e ai rapporti tra PA e cittadino è immediatamente chiaro che la regione Lombardia individua nella digitalizzazione e nell’acquisizione di competenze digitali il passaggio chiave per aumentare le competenze professionali, per dare più spazio allo sviluppo di attività economiche innovative e per rinnovare e rendere sempre più competitivo il sistema imprenditoriale, con la forte preoccupazione di mantenere una buona posizione anche a livello internazionale. Insomma, il focus principale sembra essere proprio quello sulle professioni e sulla formazione, a partire dal mondo della scuola.
La situazione attuale
Oggi la stragrande maggioranza degli immobili in Lombardia non è raggiunta dalla banda a 30Mbps né tanto meno da quella a 100Mbps. La copertura complessiva è infatti, sorprendentemente bassa quando pensiamo a una regione così caratterizzata per una immagine molto avanzata e tecnologicamente innovativa, solo del 22%. Un dato piuttosto basso nella graduatoria nazionale. Al contrario, il dato di copertura a 100Mbs, che è del 25%, è uno dei più alti in Italia. La verità è che la copertura, sia a 30Mbps che a 100Mbps, è estremamente disomogenea tra un comune e un altro o tra una zona di una città e un’altra, magari adiacente. Perlomeno, stando ai dati consultabili sul sito della Strategia banda larga del Ministero dello sviluppo economico (Mise).
Per esempio, a 30Mbps sono molto ben coperti i comuni del Nord di Milano, come Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni, così come Monza. Molto coperta l’area nei pressi del Garda e la città di Brescia, a est. Pavia arriva quasi al 90% così come Como e Varese lo supera ampiamente. Milano ha una situazione che definire a macchia di leopardo è un eufemismo. Per quanto riguarda la banda a 30Mbps, il comune capoluogo si ferma al 38% di immobili coperti. Ci sono però intere zone della città che sono coperte a 100Mbps, magari letteralmente a fianco di zone completamente scoperte, sempre stando ai dati pubblicati dal Mise.
Le due mappe successive dimostrano la copertura a 30Mbps e a 100Mbps di tutti gli oltre 1500 comuni lombardi, inclusi gli obiettivi per il 2018 e per il 2020. E la disomogeneità di cui sopra salta immediatamente all’occhio. Nel primo caso, infatti, vediamo appunto città ampiamente coperte e altre aree, soprattutto quelle dei comuni più piccoli, dove la copertura è ancora molto bassa o inesistente.
Nella mappa a 100Mbps, qui sotto, vediamo invece la situazione a 100Mbps. In questo caso, la copertura attuale è concentrata tutta sulla città di Milano, nella zona di Brescia e in una vasta zona attorno a Bergamo, Treviglio e i comuni circostanti. Sia la provincia di Brescia che quella di Bergamo, oltre all’intera Brianza, si confermano in molti rapporti recenti (dati Eurostat, ad esempio) come province dall’alta vocazione industriale e con una forte presenza sul mercato europeo. L’alta connettività dunque, in questi casi, potrebbe rispondere proprio agli obiettivi di modernizzazione delle produzioni e in generale del settore manifatturiero, qui ancora molto importante.
Come si leggono le mappe dell’accesso a 30Mbps e 100Mbps
Le mappe qui sopra rappresentano, per intensità di colore, l’accesso all’ultralarga nei diversi comuni della regione.
Cliccando con il puntatore all’interno dell’area comunale è possibile vedere i dati al presente (ultimo rilevamento alla fine di giugno 2017) e le proiezioni al 2018 e al 2020.
Il dato della popolazione è rappresentato da un punto colorato al centro del territorio comunale. L’intensità dei colori a colpo d’occhio permette di vedere nell’insieme quali sono le zone più popolate rispetto a quelle meno densamente abitate. Passando con il puntatore sopra il cerchietto si visualizza il dato preciso del numero di residenti al 1 gennaio 2017, secondo Istat.
I riquadri che accompagnano le mappe permettono di analizzare i dati più in dettaglio, per esempio andando a vedere quanti comuni saranno effettivamente raggiunti dalla ultralarga nei prossimi anni, con gli obiettivi 2018 e 2020. Cliccando sulle barre colorate, è possibile evidenziare quegli stessi dati sulla mappa, sia evidenziando, nelle prime due mappe, quali sono i territori che nel corso del tempo saranno coperti sempre più, sia comprendendo, nella terza, come sono distribuite le attività nelle diverse province.
Ospedali, scuole e imprese sul territorio
La distribuzione per provincia di alcune attività considerate di primaria importanza nell’Agenda digitale nazionale, come le sedi scolastiche (indicatore che abbiamo scelto per rappresentare il settore della formazione scolastica, anche se solo approssimativo) e gli istituti di cura associati al Sistema Sanitario Nazionale, sia pubblici che privati convenzionati, è presentata nella mappa qui sotto. Oltre a rappresentare il dato delle aziende totali, la mappa consente di vedere anche dove sono presenti grandi aziende con più di 250 addetti. Il territorio lombardo, in gran parte, è occupato da imprese medio-piccole, come è nella natura della gran parte delle imprese italiane. I dati provengono da Istat (registro imprese, 2015, e dati degli ospedali e case di cura, 2013) e dal Miur, 2017.
Le attività per tipologia di impresa
Come atteso, le province più ricche di attività imprenditoriali, sia di piccole aziende e imprese che di grandi, sono quella di Milano e Brescia, quest’ultima con un territorio molto esteso che comprende l’area lombarda del Garda e le valli prealpine. Segue, da vicino, Bergamo. Ma la distribuzione delle attività per provincia e tipologia di impresa, considerando solo una selezione dei vari settori registrati al registro imprese di Istat, mostra anche altre peculiarità della regione Lombardia.
A Milano infatti il numero più alto di attività economiche private è quello delle imprese professionali, tecniche e scientifiche. Per la prima volta, nel nostro viaggio tra le regioni, questo dato batte quello del commercio e non di poco.
Brescia e Bergamo si confermano molto forti nel settore manifatturiero. Brescia, proprio per la sua posizione, ha però anche un elevato numero di aziende del commercio. Interessante, nel panorama delle diverse organizzazioni dei sistemi sanitari regionali, il dato per cui a Milano c’è un altissimo numero di aziende e imprese nel settore della sanità e dell’assistenza sociale.
I numeri dunque spiegano anche la natura dell’Agenda digitale lombarda, fortemente orientata a rafforzare il settore delle professionalità specializzate. La Lombardia dichiara, sul proprio sito di Agenda digitale, di voler essere un volano per il paese. Senz’altro i dati sono dalla sua parte, rimane da vedere se le infrastrutture e le operazioni di formazione alla cultura digitale riusciranno a sostenere questo grande sforzo e investimento.