Nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 i moti di protesta contro la polizia di New York che voleva sgomberare lo Stonewall Inn, storico locale gay del Greenwich Village, hanno marcato l’inizio del movimento di liberazione della comunità gay. A distanza di 48 anni da quell’evento qual è la città più accogliente e aperta nei confronti delle persone LGBT? I dati di un enorme sondaggio internazionale puntano tutti in direzione di Madrid, che risulterebbe la città più attraente sotto questo profilo. A condurre la ricerca è stata Nestpick, una piattaforma digitale olandese per gli affitti a medio e lungo termine da poco entrata anche sul mercato di alcune città italiane, che ha messo in fila le migliori 100 città LGBT. Le uniche due città italiane occupano posizioni piuttosto basse: Roma all’84° posto e Milano all’97°. Segno che nonostante il miglioramento della tutela dei diritti per le coppie dello stesso sesso con la legge Cirinnà e un generale miglioramento della tutela della difesa delle comunità LGBT, c’è ancora molto da fare per raggiungere la piena tutela di questa fetta della popolazione.
Roma ha segnato un punteggio totale di 13,76 su di un massimo di 25, penalizzata soprattutto da un basso punteggio sul fronte della sicurezza (1,56 su 5) e da una tutela dei diritti (2 punti su 5), che dipende dal livello nazionale, con margini di miglioramento. Per Milano va un po’ meglio sotto il profilo della sicurezza (1,88 su 5), ma paradossalmente segna un punteggio peggiore per quanto riguarda la facilità di incontri (3,12 su 5). Subito sotto Madrid, invece, si collocano un’altra capitale europea, Amsterdam, e Toronto, seguite da una sorprendente Tel Aviv e Londra.
La ricerca di Nestpicks è stata condotta attraverso un sondaggio tra le comunità LGBT di 80 paesi e, perciò, può essere letta come un’indicazione della percezione che la stessa comunità LGBT ha delle diverse città del mondo. In questa prima fase della ricerca i ricercatori hanno chiesto a 2500 persone per ogni città di assegnare un punteggio da uno a cinque a tre fattori che determinano la qualità della vita quotidiana per gay, lesbiche, trans e intersessuali: la facilità di fare incontri (dating), la qualità della vita notturna LGBT e l’apertura degli altri cittadini verso la comunità LGBT. Le città che non hanno raggiunto un punteggio di almeno due in tutti e tre i fattori sono state scartate.
A questi indicatori, i ricercatori ne hanno aggiunti altri due. Il primo riguarda la sicurezza ed è stato ottenuto attraverso l’analisi dei dati delle polizie dei diversi paesi riguardo ai cosiddetti hate crime, i crimini commessi su base discriminatoria nel 2016. Un secondo fattore, invece, riguarda la tutela dei diritti a livello nazionale: matrimonio o unione per persone dello stesso sesso, la possibilità di adozione, la possibilità di entrare nell’esercito, di cambiare il proprio sesso biologico e il divieto di ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone LGBT. Su questo ultimo punto, solo 14 delle 40 nazioni che sono finite nella classifica finale hanno riportato punteggio pieno: Canada, Colombia, Danimarca, Francia, Islanda, Irlanda, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Portogallo, Porto Rico, Spagna, Svezia e Regno Unito.
Le migliori città per facilità di incontro
Dal punto di vista di Nestpick, che si occupa di affitti nelle città, i turisti e i professionisti LGBT sono più propensi a viaggiare o trasferirsi nelle città dove c’è una probabilità più alta di fare amicizie o cominciare relazioni con altri membri della comunità LGBT. Sotto questo punto di vista, la miglior città tra le 100 classificate risulta essere proprio la città del Stonewall Inn: a distanza di quasi mezzo secolo, New York continua a mantenere il proprio primato come città arcobaleno.
La più attiva vita notturna
L’atmosfera vivace e gay-friendly, secondo gli esperti di Nestpick, non è soltanto un’attrattiva per il divertimento rilassato che può offrire alla comunità LGBT, ma può diventare un vero e proprio fattore di attrazione sul mercato internazionale. A vincere questa speciale classifica è Berlino, che è anche una delle capitali mondiali della nightlife e del clubbing in generale.
Città aperte
Sul fronte dell’apertura verso la comunità LGBT degli altri cittadini della comunità, la città più accogliente risulta essere, senza grandi sorprese, San Francisco, una città che ha sempre avuto un’identità LGBT molto forte, soprattutto in quartieri oramai celebri come Castro.
Le città più sicure
Sul fronte della sicurezza, dove le città italiane non vanno bene, troviamo al primo posto un’altra città tedesca, Monaco, seguita da un’altra città simbolo per i movimenti LGBT: Mykonos. Ma anche Ibiza, altra metà del clubbing internazionale, si posiziona in alto.
Nel presentare i risultati della ricerca, il managing director di Nestpick, Ömer Kücükdere, ha sottolineato come “non sia un caso che le città più eccitanti del mondo abbiano una forte comunità LGBT, che contribuisce al dinamismo, all’apertura e alla prosperità” di città come Madrid, Amsterdam e Berlino. Ma la classifica mette in evidenza anche un altro aspetto dell’accettazione e dell’integrazione delle persone LGBT nel mondo. Se è vero che ci sono città che favoriscono l’integrazione e lottano attivamente (sostenuti da politiche nazionali) contro le discriminazioni, è anche vero che nel mondo continuano a esserci 13 paesi in cui l’omosessualità è punibile con la pena di morte (e in 8 di questi paesi, la pena è effettivamente comminata) e una serie di “leggi morali” impediscono a gay, lesbiche, transessuali e intersessuali di essere a pieno membri della comunità cittadina.