Una settimana dopo la Formula 1 a Monza arriva in Italia anche il Motomondiale per disputare la tredicesima prova del campionato. Il Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini si terrà come da tradizione a Misano Adriatico, in provincia di Rimini. La categoria regina, la MotoGP, sta vivendo una stagione spettacolare e combattutissima, con tre piloti in lizza per il titolo: stiamo parlando di Andrea Dovizioso su Ducati, Marc Márquez su Honda e di Maverick Viñales su Yamaha.
Più staccato Daniel Pedrosa su Honda, a -35 punti dalla vetta e preceduto da altri quattro piloti). Discorso a parte merita Valentino Rossi, quarto a -26 dal leader Dovizioso: il nove volte iridato è reduce da una caduta in allenamento il 31 agosto scorso: tibia e perone destri fratturati. I medici dopo l’operazione hanno parlato di 30-40 giorni di stop: a Misano sicuramente non ci sarà e non sono ancora definiti i tempi di recupero. Quando nel 2010 soffrì del medesimo infortunio durante le prove libere del GP d’Italia al Mugello saltò i successivi tre Gran Premi, tornando in sella esattamente 40 giorni dopo l’infortunio. C’è chi parla di un piano di recupero lampo per Aragon, dove si corre nel weekend 22-24 settembre, ma i tempi appaiono veramente strettissimi con Valentino che con ogni probabilità rimanderà al 2018 l’assalto al suo decimo titolo mondiale.
Infatti Rossi suo malgrado lascerà uno zero nella sua casella di Misano e questo potrebbe scavare un solco incolmabile coi rivali, anche a causa della grande battaglia che infuria nei primi posti: il trio Dovizioso-Márquez-Viñales (ancora in rigoroso ordine di classifica) è tutto rinchiuso in tredici punti, ovvero meno della differenza che c’è tra un primo e un quinto posto. Con piloti come Daniel Pedrosa, Johann Zarco, Jorge Lorenzo, Cal Crutchlow e Danilo Petrucci pronti a prendersi vittorie, podi e piazzamenti di vertice, i contendenti al titolo non possono permettersi passaggi a vuoto.
Il GP di Misano e della Riviera di Rimini
Dal 2012 intitolato a Marco Simoncelli, il Misano World Circuit è rientrato fra le piste del Motomondiale nel 2007. La prima edizione vide in MotoGP la vittoria dell’australiano Casey Stoner su Ducati, prima e ultima vittoria della casa di Borgo Panigale in Riviera: fra i costruttori da allora è stato un monologo giapponese, con 6 vittorie Yamaha e 3 Honda. Fra i piloti invece vediamo una sfida tra Spagna e Italia: 6 vittorie iberiche (3 Lorenzo, 2 Pedrosa, 1 Márquez) contro 3 italiane, tutte firmate Valentino Rossi.
La pista di Misano negli ultimi anni si è rivelata favorevole alla Honda che ha conseguito due delle sue tre affermazioni negli ultimi due anni: imprendibile Márquez due anni fa in una gara segnata dal maltempo e da un cambio moto tardivo da parte di Rossi. Del resto Márquez e Honda hanno dimostrato negli ultimi anni di essere i migliori a interpretare la situazione in caso di cambio moto nelle gare che prevedono questa eventualità, così come accaduto quest’anno a Brno.
Lo scorso anno, poi, uno scatenato Pedrosa mise in scena una grande rimonta battendo i due alfieri Yamaha Rossi-Lorenzo. Quest’anno la Casa dei tre Diapason si affida soltanto allo spagnolo Viñales, con Rossi purtroppo fuori gioco e Lorenzo passato a Ducati. Dal canto suo Ducati spera di tornare a vincere nella pista italiana dopo 10 anni dalla vittoria di Stoner. Quella vittoria fu il preludio della vittoria Mondiale di Stoner poi arrivata a Motegi, dopo una stagione letteralmente dominata dal pilota australiano e dal suo incredibile feeling con la superpotenza della Desmosedici. Vittoria a Misano e vittoria Mondiale che mancano da dieci anni per Ducati che punta decisamente a mettere fine alla doppia astinenza.
La rincorsa di Andrea Dovizioso
Andrea Dovizioso e Ducati si stanno rivelando un binomio capace di far sognare gli appassionati italiani e i calorosi fan della casa di Borgo Panigale. Il Dovi è il pilota che ha vinto più gare quest’anno (4) e si è preso la bella soddisfazione di essere nettamente il numero uno dei piloti di casa Ducati: il suo compagno Jorge Lorenzo, pluricampione del mondo, non ha vinto nessuna gara e ha 93 punti in meno in classifica. Concedendo a Lorenzo l’attenuante del difficile ambientamento su una moto notoriamente ardua da gestire, che negli anni passati ha messo in difficoltà anche grandi campioni come Rossi, era tuttavia lecito aspettarsi qualcosa di più da un campione del suo calibro.
Classe 1986, campione del mondo 125 del 2004, Andrea Dovizioso è in MotoGP dal 2008, quando ha debuttato su una Honda clienti prima della promozione in HRC, l’anno successivo, quando vinse la sua prima gara in MotoGP a Donington. Dopo una breve esperienza in Yamaha nel 2012 è approdato in Ducati nel 2013. Nei suoi primi quattro anni in Ducati (2013-16), Dovizioso ha vinto 1 gara e centrato 12 podi. Il suo miglior piazzamento mondiale in MotoGP è stato il 3° posto del 2011 in sella alla Honda.
Il suo feeling con la moto è stato crescente: una prima stagione chiusa senza vittorie e con un solo podio non hanno scoraggiato il Dovi, che piano piano è diventato padrone della scorbutica moto di Borgo Panigale, fino all’esplosione di quest’anno: 4 vittorie, 5 podi e un solo ritiro finora. Ha già incamerato 184 punti, 3 in meno del suo record in Ducati del 2014 (187, ma ottenuti in 18 gare contro i 184 in 12 del Mondiale in corso).
I favori del pronostico per il Mondiale 2017 erano e probabilmente rimangono appannaggio del campione del mondo Marc Márquez, ma due cadute e la rottura del motore a Silverstone sono costati al Cabroncito la vetta del Mondiale. Per non parlare del pazzesco corpo a corpo con Dovizioso in Austria nella gara precedente: una gara spettacolare, forse la più bella dell’anno, con il Dovi che ha vinto di forza, classe e strategia segnando un colpo sul morale del giovane fenomeno di Cervera. In chiaroscuro anche questa parte di stagione di Maverick Viñales, autore di un folgorante debutto come pilota ufficiale Yamaha. Due vittorie consecutive nelle prime due gare dell’anno, poi anche per lui qualche caduta e una moto versione 2017 non sempre in grado di garantire a Valentino e Maverick di battersi ai massimi livelli, soprattutto per ciò che riguarda lo sfruttamento delle gomme. Emblematica in tal senso la crisi dei due piloti ufficiali in Austria, quando sono stati battuti anche dal pilota della squadra satellite della Yamaha, Johann Zarco, che guida una versione aggiornata della moto del 2016.
Vincere il Mondiale 2017 sarebbe il coronamento di una carriera per il Dovi, pilota che negli anni ha maturato un grande senso della gestione della moto e soprattutto delle gomme. Chiaramente quando l’adrenalina scorre a mille in piena bagarre non è facile fare i ragionieri con matita e calcolatrice, ma il Dovi ha dimostrato di essere molto abile nell’andare a punti anche in situazioni non favorevoli e il suo tabellino di marcia quest’anno non lascia dubbi a riguardo. Il Dovi ha a che fare con rivali giovani ma incredibilmente talentuosi e già esperti (soprattutto Márquez) che hanno già un palmares notevole. Viñales ha vinto “solo” un Mondiale, ma ha un numero di vittorie all classes migliore di quella di Dovizioso. È anche vero che ogni Mondiale fa storia a sé e mai come quest’anno per Dovi e la Ducati ci sono concrete possibilità per riportare il mondiale piloti in Italia (con moto italiana), otto anni dopo l’ultimo titolo di Valentino Rossi (2009, su Yamaha) che a oggi rimane l’unico pilota italiano iridato da quando il Motomondiale ha introdotto la MotoGP.