Balli e concertini - ovvero discoteche, balere, piano bar e affini - fanno registrare il picco delle presenze e si attestano come la seconda tipologia di spettacoli più organizzata in Italia. Per quanto riguarda l’attività concertistica, poi, la musica leggera è il genere che traina massicciamente il settore a livello di ingressi, spese al botteghino e volumi d’affari. Molto numerosi i concerti di classica, più di “nicchia” il jazz che contestualmente registra un abbassamento dei prezzi negli ultimi due anni. Lo racconta l'Annuario Siae del 2017.
Balli e pianobar, settore leader
Il primo settore che indaghiamo in questo nuovo approfondimento si piazza al secondo posto per numero di eventi organizzati sul territorio nazionale dopo il cinema.
La SIAE chiama questo settore “attività di balli e concertini” e conta ben 726.082 spettacoli totali andati in scena in Italia nel 2017. Il settore comprende “intrattenimenti danzanti con musica dal vivo e registrata” (sottosettore “ballo”, comprendente balere e discoteche) e “concertini”, cioè eventi simili al piano bar, spettacoli in cui è prevista una esecuzione musicale in cui però la musica ha carattere accessorio e non è il principale richiamo per la clientela o le persone presenti. In questo caso, specifica la SIAE, lo spettacolo ricadrebbe nel settore “attività concertistica”, che approfondiremo in seguito.
Balli e concertini è ampiamente il settore leader degli spettacoli in Italia in quanto a presenze: su 70 milioni di presenze totali registrate dalla SIAE, 49 afferiscono a questo ramo, divisi quasi equamente fra ballo (quasi 24 milioni di presenze) e concertini (quasi 26 milioni). La SIAE distingue le presenze dagli ingressi: questi ultimi prevedono l’emissione di un biglietto per accedere allo spettacolo, mentre la presenza è l’affluenza del pubblico a titolo gratuito, molto frequente sia per i balli - soprattutto nei mesi estivi - sia per i concertini, settore numero uno in Italia in termini di presenze. Questo ha un riflesso sugli ingressi: difficilissimo censire quelli dei concertini, proprio per la loro natura ibrida fra intrattenimento e altro. Per quanto riguarda il ballo, dove il censimento risulta più affidabile, la SIAE registra 24,8 milioni di ingressi (cioè biglietti staccati): il secondo valore più alto in assoluto dopo il cinema, più alto anche del calcio.
Il settore è leader anche in un’altra voce, ovvero la spesa del pubblico. Essendo per natura molto legato ad eventi accessori come ristorazione, bar e affini, la spesa del pubblico (ovvero ciò che gli spettatori spendono a corredo dell’evento: consumazioni, drink, pasti, gadget, eccetera) supera la barriera del miliardo di euro. Solo lo sport si avvicina (più di 900 milioni). Completa il podio il cinema a 732 milioni. Nella competizione fra i sottosettori, qui è il ballo a prevalere trainando tutto il settore: 723 milioni spesi tra discoteche e simili contro i 330 spesi a margine dei concertini.
Geograficamente, il settore è trainato (sia in termini di numeri di spettacoli offerti, presenze e volume d’affari totale generato) dalle regioni del nord, con la Lombardia leader grazie a un giro d’affari di circa 200 milioni di euro. L’Emilia-Romagna, seconda, è praticamente doppiata: muove un volume d’affari di 100 milioni e organizza la metà degli eventi della Lombardia (quasi 140 mila Milano e dintorni, 71 mila in Emilia-Romagna). Completa il podio il Veneto.
I concerti nell’anno del record di Vasco Rossi
Classica, musica leggera e jazz: sono questi i tre sotto-settori che compongono l’attività concertistica censita dalla SIAE. Secondo l’Annuario l’attività concertistica è il settore più performante del 2017. A fronte di un microscopico calo di spettacoli offerti (-0,14%, che segna di fatto una sostanziale invarianza) sono aumentati ingressi (+1,49%) e spesa al botteghino (+7,73%). Aumentato di circa 30 milioni anche il volume d’affari e anche i prezzi dei biglietti: in media, per vedere un concerto pop nel 2017 servivano 32 euro, nel 2016 ne bastavano 30. Stazionari i prezzi per la classica (14 euro), in calo quelli del jazz (16 euro nel 2016, 14 nel 2017).
La musica leggera genera un volume d’affari di 379.771.125,74 euro su 18.200 eventi. I concerti di classica non sono molto meno (sono in tutto 16.600) ma generano “solo” 53 milioni di euro. Anche come ingressi la musica classica insegue la leggera, 52 mila presenze contro poco meno di 1 milione e mezzo. I concerti di musica leggera sono anche quelli in maggior crescita rispetto al 2016: +3% di ingressi, +10% di spesa al botteghino e +9% di volume d’affari.
La scena jazz è quella più ridotta ma conta comunque quasi 5 mila eventi per un volume d’affari complessivo di poco più di 12 milioni. I tre sottosettori sono accomunati dal trovare nella Lombardia il cuore pulsante dell’attività: l’area lombarda è quella ai vertici per ingressi, numero di eventi organizzati e volume d’affari. Tuttavia, la capitale dei concerti pop del 2017 non è in Lombardia, ma in Emilia-Romagna: stiamo parlando di Modena, che ha ospitato il concerto evento di Vasco Rossi del 1 luglio 2017.
A Modena la SIAE ha registrato 225.173 biglietti staccati per l’esibizione del Blasco: numeri da record, che distanziano in maniera nettissima tutti gli altri eventi della top ten. In termini di ingressi il secondo posto va al concerto di Linkin Park e Blink 182 a Monza durante la rassegna I-Days, concerto tenuto un mese prima della scomparsa del cantante dei Linkin Park Chester Bennington. Completa il podio delle presenze un altro concerto emiliano, ovvero lo show dei Guns’n’Roses di Imola.
Se però invece degli ingressi prendiamo come criterio il volume d’affari generato, la top ten rimane la stessa ma alcune posizioni cambiano: al secondo posto salgono i Rolling Stones con il concerto di Lucca mentre Linkin Park e Blink 182 scivolano al sesto posto, dietro ai Guns terzi e agli U2 che occupano quarta e quinta piazza davanti ai Coldplay.