Torino - Bruno Caccia, procuratore della Repubblica di Torino, aveva 64 anni, quando fu ucciso, sotto casa, in una via della precollina torinese, la sera del 26 giugno 1983, con quattordici colpi di pistola. Erano gli 'anni di piombo', Caccia era arrivato a Torino dopo essere stato alla procura generale e alla procura di Aosta. Si era occupato di diverse indagini, dal terrorismo al traffico di droga, alle mafie: tra le altre quella sul sequestro del sostituto procuratore di Genova Mario Sossi, tenuto prigioniero dalle Brigate rosse. Caccia aveva firmato la requisitoria d'accusa chiedendo il rinvio a giudizio contro gli imputati di 'Controinformazione'. Per la sua morte nel 1993 era stato arrestato Domenico Belfiore, legato alla 'ndrangheta e considerato il mandante dell'omicidio, ma non gli escutori materiali del delitto, che freddarono il magistrato.Lo scorso giugno la figlia del procuratore, Paola, insieme al legale della famiglia, Fabio Repici, dinanzi alla Commissione Antimafia del Comune di Torino, aveva auspicato la riapertura del processo "per fare definitivamente chiarezza su una delle pagine più buie della storia torinese e nazionale e per individuare gli esecutori e svelare gli intrecci tra "ndrangheta, economia e gioco d'azzardo" su cui stava indagando il procuratore. (AGI)