“I nomi sono conseguenza delle cose”. Dante Alighieri, citato dal professor Mario Cannella, inaugura questo terzo capitolo dedicato ai 100 anni del vocabolario Zingarelli. Sì, perché i nostri comportamenti, gli oggetti e le invenzioni, le tendenze dal web e dal mondo della comunicazione, rivestono sempre più un ruolo di primo piano nel trasformare la nostra quotidianità e, di conseguenza, anche il modo con cui ci esprimiamo.
Pensate, ad esempio, ad “apericena”, un composto di due parole, aperitivo e cena che insieme danno vita a una nuovo significato. Qualcosa di ben delineato che identifica un’abitudine di questi tempi, un’azione che si svolge in un determinato momento della giornata e con modalità ben precise.
Nuovi usi e nuovi costumi
Queste parole descrivono in maniera certosina “il vivere civile” e le sue metamorfosi. Ed è questa la motivazione principale che porta i curatori del vocabolario a studiarle e a prenderne in considerazione la candidatura per un’eventuale ammissione.
Che siano “macedonie” ovvero parole composte come cinepanettone, o lemmi derivanti da comportamenti più meno disdicevoli, come “fare il furbetto”, che non va a identificare la grandezza fisica del soggetto ma un suo atteggiamento poco consono, come i “furbetti” del cartellino che tanto sentiamo nei telegiornali, o “mobbing”. In generale, pur partendo da qualcosa di già esistente, sono espressioni di qualcosa di nuovo capace di diffondersi, come estrema rapidità, nella società e nel suo modo di vivere. Azioni, cose, e situazioni che possono identificare, come una carta d’identità, chi siamo e come cambiamo nel tempo.
Una lista “specchio” dei tempi
Di seguito abbiamo identificato alcune parole che esemplificano questo discorso e che sono state inserite, anno dopo anno, all’interno dello Zingarelli:
Vegano (1998)
Siliconato (1998)
Fantacalcio (1999)
Messaggino (2002)
Ecomostro (2002)
Chattare (2002)
Videofonia (2006)
Reality (2007)
Furbetto (2007)
Tronista (2009)
Paparazzare (2009)
Barbatrucco (2011)
Apericena (2011)
Scrauso (2012)
Svapare (2015)
Cogenitore (2016)
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