AGI - La piantumazione di un albero di noce è il simbolo che sostituisce la tradizionale prima pietra che da il via alla realizzazione del "Pompei children's museum", il luogo in cui la storia millenaria della città romana rivivrà attraverso linguaggi e attività a misura di bambini e bambine. È stato scelto "perchè i bambini nell'antichità giocavano con le noci", dice il direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zucktriegel. L'archeologia si miscelerà alla vulcanologia e alla storia dell'arte e all'arte contemporanea, utilizzando i linguaggi dell'emozione, del gioco, per parlare alle nuove generazioni in un contesto analogico, che permetterà attraverso l'uso delle mani di vivere delle esperienze e apprendere gli aspetti architettonici culturali usi e costumi di più di 2000 anni fa.
Il museo ha sede nella Casina Rosellini, un edificio ottocentesco dotato di un giardino di circa 1800 metri quadrati all'interno dell'area archeologica non scavata, nella Regione II, insula 5, su via dell'Abbondanza, alle spalle del foro Boario; sarà completato entro la primavera del 2025 ma le prime attività itineranti nel parco inizieranno già dal prossimo luglio. "Si parte con delle attività poi avremo anche uno spazio fisico all'interno di Pompei per i bambini - spiega il Direttore del Parco archeologico - noi facciamo qualcosa per i bambini anche perché sono una parte molto importante dei nostri visitatori. Credo che tutti i luoghi della cultura dovrebbero avere grande attenzione per il pubblico più giovane. È una cosa anche per i genitori, che possono venire qui e lasciare i figli in questi laboratori a fare queste attività e fare un giro nel frattempo". "Chi ha figli sa che visitare un museo con loro può essere una bella sfida - dice ancora Zucktriegel - e avere una offerta per loro aiuta molto per avvicinarsi in maniera giocosa ad approcciarsi al patrimonio e da grandi poi viverlo come dovrebbe essere, come una parte che appartiene a tutti".
È la prima volta che un parco archeologico si dota di uno spazio dedicato ai più piccoli, ma il direttore Zucktriegel sottolinea che di fatto lo si fa anche in ritardo e "dovrebbe essere una cosa diffusa in tutti i musei e ben venga che nascano altri centri di questo tipo". Nel laboratorio che sarà realizzato all'interno della Casina Rosellino ci sarà spazio anche per sperimentare tecnologie moderne con la stampa 3D, ma la maggior parte delle attività sarà realizzata all'esterno, dove è stata posizionata un'opera iconica dell'artista Mimmo Paladino: un imponente cavallo color rosso pompeiano a cui i bambini hanno dato il nome di Cavallo- Enzo e sarà il custode dello spazio dedicato ai giovanissimi.
Il progetto è gestito da un partenariato pubblico- privato a cui partecipano il Parco archeologico di Pompei, una rete di imprese della valorizzazione dei beni culturali riunite nel consorzio Aion e il gruppo Pleiadi. è previsto l'impiego di circa 20 operatori tra giovani ed esperti tutor specializzati nella didattica museale per bambini e ragazzi e specifici profili storici, archeologi, divulgatori scientifici, naturalistici e animatori teatrali. Alla presentazione oltre a un nutrito gruppo di bambini e bambine hanno preso parte anche i ragazzi del laboratorio I monacielli, che promuove un modello di inclusione sociale e lavorativa con ragazzi con disturbo autistico, attivo all'interno del Parco archeologico di Pompei. Il museo dei bambini, che si propone come luogo di cultura, inclusività, educazione e creatività, ha già predisposto venti partnership con realtà locali e nazionali, tra accademie, fondazioni, associazioni e teatri, per lo sviluppo di attività e progetti speciali.