Tosca, l'opera di Giacomo Puccini che aprirà la stagione del Teatro alla Scala di Milano il 7 dicembre, piace già, prima ancora di andare in scena. Almeno a vedere la corsa al botteghino. La vendita dei biglietti per la serata inaugurale è stata aperta il 4 ottobre e quello stesso giorno sono andati esauriti tutti, ma proprio tutti i biglietti: quelli da 50 euro per un posto in galleria e quelli da 2.500 euro per una poltrona in platea. Stesso discorso per le repliche: la vendita dei biglietti è iniziata e si è conclusa martedì 15 ottobre con il sold out per le repliche di dicembre e poco settimane dopo, il 30 novembre sono terminati anche i biglietti per le tre date di gennaio.
Il parterre degli ospiti per la serata di Sant'Ambrogio è come sempre prestigiosissimo e per il secondo anno consecutivo ha confermato la sua presenza il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Con lui nel palco Reale assisterà all'Opera anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ad accoglierli ci saranno certamente il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il presidente della Regione Attilio Fontana con il padrone di casa, Alexander Pereira alla sua ultima Prima (dal 16 dicembre trasloca al Maggio Fiorentino) e il suo successore già designato, Dominique Meyer, in arrivo dall'Opera di Vienna.
L'attesa è tanta per questa Tosca, sarà che è un'opera più 'facile' rispetto all'Attila di Giuseppe Verdi con il quale si aprì il sipario sulla stagione l'anno scorso. E sarà anche che andare alla Scala, soprattutto alla Prima è un evento che tutti vorrebbero vivere una volta nella vita.
Questo è quanto hanno detto molti dei giovani che, il 4 dicembre, hanno assistito alla "Primina per gli under 30". Sono loro che hanno potuto vedere in anteprima la Tosca diretta dal maestro Riccardo Chailly, messa in scena del regista Davide Livermore, con le voci di Anna Netrebko, Francesco Meli e Luca Salsi (e Saioa Hernàndez a gennaio). Erano entusiasti, ed elegantissimi. Hanno riempito il teatro: sono andati tutti esauriti i 1.895 posti disponibili.
Come sarà la Tosca di Livermore
La violenza contro le donne, i soprusi e le torture, ci sono nell'opera di Giacomo Puccini ma soprattutto in scena c'è "un capolavoro". Il regista Davide Livermore riporta l'attenzione su questo, sull'arte, invita ad accantonare la cronaca ammettendo che quella della Tosca "è una storia senza tempo, spero non valga anche per il futuro ma certo per la contemporaneità sì" vale, eccome.
Per le scene c'è Giò Forma, arricchite dai video di D-wok e illuminate da Antonio Castro, e da Gianluca Falaschi per i costumi. Quella che si ascolterà alla Scala sarà una Tosca con diversi recuperi filologici secondo la partitura della prima assoluta di Roma come documentata nell'edizione critica a cura di Roger Parker per Ricordi, e presenterà alcune significative differenze rispetto all'edizione che siamo abituati ad ascoltare.
"Ci sono otto passaggi che non conosciamo - spiega Chailly - si tratta di otto elementi musicali a sorpresa, sono 'inserti' che hanno richiesto l'intervento di un pensiero registico nuovo e diverso a Davide Livermore, molto delicato". Per adesso, a pochi giorni dalla Prima il maestro è "soddisfatto" dopo la prova generale, anche se "ci sono piccoli passaggi perfettibili". L'orchestra e gli artisti sono di prim'ordine. E ci tiene a sottolineare che "in Puccini non esistono piccoli ruoli, sono tutti fondamentali, di assoluto peso interpretativo".
Per Livermore, che dopo il debutto scaligero con Tamerlano di Handel ha già collaborato con Chailly per Don Pasquale di Donizetti e Attila di Verdi per l'inaugurazione della scorsa Stagione, portare in scena la versione con i nuovi inserti, "è stata una grande occasione per fare teatro, e trovare soluzioni. La scala ha la responsabilità di restituire alle persone una musica che non è stata ascoltata o lo è stata poco. Il mio lavoro è fare un viaggio nella partitura e seguire i luoghi dell'anima. Ma il più grande regista è proprio Giacomo Puccini, basta seguire le indicazioni che lui ha dato, aveva già anticipato un fluire di della narrazione e dell'azione con un'anima cinematografica".
Non a caso Chailly aveva detto che "Giacomo Puccini è un po' il figlioccio di Verdi". La decisione della Rai di trasmettere la 'prima' in diretta sulla prima rete, con la produzione di Rai Cultura, è confermata anche per il 2019, proseguendo una collaborazione inaugurata da Paolo Grassi il 7 dicembre 1976 per Otello di Verdi con la direzione di Carlos Kleiber e la regia di Franco Zeffirelli.
Da allora la Rai e il Teatro alla Scala hanno collaborato per far conoscere sempre meglio agli italiani lo straordinario patrimonio del melodramma. Come ogni anno la Rai curera' anche le dirette presso il Carcere di San Vittore, in diversi teatri italiani e nei cinema di tutto il mondo.
La registrazione del 7 dicembre sarà inoltre trasmessa in differita televisiva, in data da definire, da RSI in Svizzera, da NHK in Giappone, da Il Media nella Repubblica di Corea e da TV Kultura in Russia. Per quanto riguarda la diffusione cinematografica, l'opera sarà trasmessa in diretta in Italia, Svizzera, Spagna, Regno Unito, Polonia, Norvegia e Finlandia, e in differita in Australia e Sud America.