AGI - Un saggio che esplora la saga della famiglia Agnelli attraverso cinque generazioni e sfida il tempo. E’ l’intento con cui di Jennifer Clark indaga nel titolo ‘L’Ultima Dinastia’ (Solferino libri) le audaci scelte imprenditoriali di Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat nel 1899, e i complessi intrecci di potere che hanno caratterizzato la storia degli Agnelli. Dalla fondazione della casa automobilistica alle sfide affrontate durante le due guerre mondiali, le 432 pagine offrono uno sguardo approfondito su eventi cruciali e sulle vite dei suoi protagonisti, da Gianni a John Agnelli, fino alle donne che hanno forgiato il loro destino.
Come è nata l’idea di questo libro?
Ho scritto un libro sulla Fiat-Chrysler nel 2010, intervistando Sergio Marchionne, John Elkann e Gianluigi Gabetti (è uscito solo negli Stati Uniti.) All’epoca non era ancora chiaro che la fusione Fiat Chrysler sarebbe stata vincente. Con il passare degli anni, il successo e le tragedie della famiglia mi affascinava sempre di più. Sulla dinastia Agnelli hanno scritto in molti.
Quali le novità di questa pubblicazione?
Prima di tutto, l’approccio. Ho scelto il formato “non fiction narrative” per renderlo più leggibile, come un romanzo. Ma non è un romanzo, è basato su ricerca di archivio, giornali, e interviste. Ho lavorato molto sugli archivi per rendere più umana la figura del fondatore Giovanni Agnelli, che era un imprenditore dinamico e spregiudicato. Ho consultato archivi per cercare di dare una visione diversa di Gianni Agnelli, che esce fuori come una figura sempre brillante ma molto meno libero. Questo libro ricostruisce per la prima volta il rapporto tra Gianni Agnelli e suo figlio Edoardo. Parla dell’infanzia dei tre figli Elkann e scava nel rapporto con la madre. Spiega come Gianni ha scelto John come erede, e getta luce sui passaggi dell’eredità. I soldi “nascosti” a Margherita appartenevano alla madre Marella Caracciolo, e non all’Avvocato.
Perché definire la dinastia degli agnelli l’ultima?
Ho scelto questo titolo perché sono gli ultimi rimasti dalla prima ondata di industrializzazione italiana. Infatti, l’elenco di nomi spariti e’ lungo: Olivetti, Marzotto, Rizzoli, Ferruzzi/Gardini, Gucci, Pirelli (in partnership con i cinesi), Borletti, Ligresti, Zambeletti, Recordati, Melegatti, Fumagalli (Candy), Borghi (Ignis), Fossati (Star), Merloni, Falck, Moratti. Ma gli Agnelli sono ancora in campo che combattono nell’industria fondata da Giovanni Agnelli e altri nel 1899.Chiaro, ci sono delle nuove dinastie: Berlusconi e Luxottica tanto per dirne uno. Ma sono più recenti e non hanno il pedigree che hanno gli altri.
Quale è il personaggio della famiglia che più ti ha incuriosito e perché? E quale invece il personaggio di cui credi il lettore sia più curioso e perché?
I lettori mi parlano sempre di Gianni. Il ricordo di Gianni Agnelli è impresso sull’immaginario collettivo del Italia per sempre, non c’è dubbio. Riesce tuttora ad attirare attenzione, curiosità, ammirazione. Io sono stata incuriosita da Edoardo Agnelli, da questo ragazzo che aveva tutto il mondo ai suoi piedi e non ha saputo o potuto cogliere nessuna opportunità di costruire una vita felice. Quando ho scoperto leggendo il suo dossier nell’archivio dell’università di Princeton che è stato bocciato in quasi tutte le materie già dal primo anno era come guardare nell’abisso di un’anima profondamente tormentato. Poi quando l'università è stata costretta a mandarlo via, lui ha preso carta e penna per scrivere una lettera pregando di rimanere almeno per l’estate.