AGI - La città di Taverna, borgo calabrese arroccato sulle pendici della Sila Piccola, si presenta come candidata per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2027, con un dossier intitolato “Bellezza Interiore”. Un titolo che assume un significato particolare alla luce di alcuni luttuosi eventi recenti. Taverna, infatti, è stata colpita da una tragedia collettiva: la perdita prematura, a distanza di poco tempo, di Mattia e Giorgia, due bambini che rappresentavano il futuro del borgo.
“Taverna ha perso due gemme del suo vero Capitale – ha spiegato ad Agi il project manager che ha coordinato l'elaborazione del dossier di candidatura, Rino Mangini -. In questi giorni, la bellezza interiore si è trasformata in forza interiore, quella necessaria per guardare avanti, anche quando la luce sembra mancare”. La candidatura rappresenta una risposta di resilienza, speranza e rinascita, un’opportunità per valorizzare il patrimonio culturale, naturale e umano di un territorio ricco di storia, ma spesso dimenticato. Il dossier pone l’accento sulla capacità di Taverna di trasformare le sue criticità in punti di forza, ribaltando la narrazione spesso negativa associata al Sud Italia.
La proposta di Taverna non si limita a valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico del borgo, ma mira a trasformare le difficoltà in punti di forza. Nel dossier si legge che “la proposta invita a riflettere sulla vita nei piccoli borghi, stimolando la cooperazione tra comunità e istituzioni. Si intende riaffermare il valore della bellezza, sia naturale che culturale, promuovendo esperienze autentiche e percorsi turistici sostenibili”.
Taverna, nota per essere il paese natale del pittore Mattia Preti, desidera diventare un esempio virtuoso di come i piccoli centri possano essere motore di cambiamento e innovazione culturale. Il dossier si fonda su tre principi: armonia, concordia e spirito, intesi come strumenti per valorizzare il territorio e costruire un ponte verso il futuro.
Tra gli obiettivi principali vi sono la lotta allo spopolamento, il rafforzamento del welfare culturale e l’inclusione sociale, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Mangini ha espresso con passione il desiderio di vedere Taverna emergere come simbolo di resilienza e bellezza: “’Hanno cercato di seppellirmi, ma non sapevano che io sono un seme’, recita un proverbio messicano. Auguro a Taverna di essere forte, di seminare speranza e di raccogliere un futuro fecondo. La comunità lo desidera, e Taverna lo merita".
Il programma presentato nel dossier si articola in tre tipologie di iniziative: progetti radice, per lasciare un’eredità tangibile e duratura; progetti ramo, che esplorano il dialogo tra arte e società; progetti foglia, che coinvolgono direttamente le comunità locali in attività partecipative. Taverna si propone di diventare un modello di turismo esperienziale e sostenibile, trasformando le sue criticità in opportunità e promuovendo uno sviluppo equilibrato.
“La candidatura di Taverna rappresenta un’opportunità per tutta la Calabria di mostrarsi al mondo in una nuova luce, valorizzando i piccoli borghi come custodi di un’identità culturale unica – conclude Mangini -. Un’opportunità che, come sottolineato nel dossier, può ispirare l’intero Sud Italia a credere nelle proprie potenzialità e a investire nel futuro”. Una giuria di esperti del Ministero della Cultura decreterà le dieci città finaliste entro il 12 dicembre 2024: l’intera comunità calabrese è pronta a raccogliere questa sfida, con il supporto del sindaco Sebastiano Tarantino e delle istituzioni locali, per dimostrare che la bellezza interiore di Taverna può diventare un esempio per tutta l’Italia.