AGI - Il cappello, il giubbotto multitasche, le carte, e, su tutti, ovviamente, il cantiere. Gli oggetti del piccolo mondo antico degli Umarells, gli anziani irresistibilmente attratti dai lavori in corso, maestri assoluti nel criticare e interrogare gli operai che li svolgono, sono i protagonisti di ‘Smemorell, il memo degli Umarells’ nuovo libro-gioco (Pendragon edizioni) appena uscito in libreria e negli store digitali. Lo firma il bolognese Danilo Masotti, 56 anni, massima autorità del settore, colui che nel 2005 spinse il mondo ad aprire gli occhi sugli Umarells inventando il termine entrato nel dizionario italiano nel 2022 con la definizione “Pensionato, perlopiù anziano, che passa il tempo a osservare e commentare i lavori in corso, a ridosso del cantiere. …”.
Una categoria esistenziale ma anche una filosofia di vita alla quale dopo un blog, una app e tre libri di successo adesso Masotti dedica un cofanetto illustrato da Mauro 'Squiz' Daviddi che contiene un libriccino sull’universo degli anziani urbani e 42 tessere che raffigurano oggetti e situazioni tipiche della loro vita. Il gioco di società, una versione umarellistica del celebre Memory (bisogna ricordarsi carte e coppie di immagini, dalla canna da pesca alla panchina passando per la ruspa e le bocce) punta ad allenare la memoria di chi è già anziano tant’è che è stato presentato a Bologna, alle Cucine Popolari, con una ‘Smemorell night’, un torneo che ha messo alla prova 32 umarells. Ma il libro-gioco si rivolge anche a chi vuole prendere confidenza con quel mondo, preparandosi al futuro ccoprendo identità, filosofia, hobby e posture degli Umarells.
A cominciare dalle mani incrociate dietro la schiena, con tre diverse opzioni, spiegate e illustrate nel libro: “dita intrecciate, oppure una mano che stringe il polso opposto, o, ancora, una mano che stringe il dito indice opposto”. Tutte ottime, comunque per osservare qualcuno e controllare il territorio, missioni imprescindibili per gli Umarells.
“Il vero umarell si sveglia la mattina presto, fa colazione con pane e caffellatte, si lava, si rade con rasoio e schiuma da barba, mette la maglia della salute ed esce senza mai dimenticare il berretto per proteggere la testa dal freddo d’inverno e dal sole in estate. La città è sua”. Così Masotti, disegna all’AGI, gli umarells, la categoria umana dei pensionati osservatori di cantieri ma non solo: “Li trovi alle Poste, al bar a giocare a carte, nei condomini...” Una categoria di osservatori accaniti che lui a sua volta osserva-studia-approfondisce da venti anni, quando ha inventato il termine “umarells” (elaborando l’ “ometto” “omarello” in dialetto bolognese e internazionalizzandolo con una esse finale).
‘Tutto è nato, racconta, dall’incontro fortuito con un anziano signore a passeggio col suo cane nel parcheggio ghiacciato di un cinema bolognese alle prime luci della mattina del 4 febbraio 2005. Un pensionato molto sospettoso che riempendo Masotti di domande sulle foto che stava scattando al cinema per il suo blog dedicato a Bologna, lo aveva talmente ispirato tanto da spingerlo a realizzare la definizione e un blog dedicato agli umarell al quale erano arrivati un numero infinito di contributi che li ritraevano ovunque, davanti ai cantieri, alle poste. al parco, intenti ad attaccare cartelli intimidatori in stile “qui non si lasciano le biciclette” e “ha parcheggiato male la sua macchina” nei condomini.
“E’ iniziato tutto per gioco ed è diventato qualcosa di tremendamente serio” spiega Masotti, nato blogger e oggi di fatto sociologo: in questi quasi vent’anni ha dato vita a tre libri, una App, e visto nascere canzoni, spettacoli, una storia su Topolino, una piazzetta bolognese chiamata piazzetta Umarell. Il tutto cosparso di un affetto sconfinato per gli umarells (“il primo libro l’ho dedicato a mio padre, umarell anche lui”). Quel che Masotti ci invita a capire è che gli umarell non sono dei rompiscatole o perlomeno non solo, ma uomini che hanno a cuore il territorio e punti di riferimento di condomini dove non spesso non si conoscono i vicini di casa. E che, testimonial della lentezza in una società frenetica, probabilmente sono più felici di chi quella condizione non l’ha ancora raggiunta. Anche se a ben vedere, l’età pensionabile non c’entra, perché osserva Masotti “umarell si nasce e se ci pensiamo bene tutti noi abbiamo avuto almeno un compagno di classe con queste caratteristiche”.
Se l’età non conta, il sesso però è determinante: sono tutti rigorosamente uomini, perché a indirizzarli verso una vita da osservatori di cantieri o giocatori accaniti di scopone sono proprio le “Zdaure”, (in bolognese le reggitrici), le mogli, insomma, che non li vogliono tutto il giorno tra i piedi in casa e li spingono fuori, verso un destino da attenti osservatori. “Dietro un grande umarell, osserva Masotti, “c’è sempre una grande zdaura”.