AGI - Il veterano, l’esordiente, e la nuova stella del tennis americano. Sono Daniil Medvedev, vincitore nel 2020 e al suo sesto anno consecutivo alle Atp Finals, il numero 9 del mondo Alex De Minaur al suo primo torneo dei Maestri e Taylor Fritz gli avversari del numero uno del mondo Jannik Sinner nel girone Nastase delle Atp Finals al via domenica a Torino. I due gironi (nel Newcombe ci sono Zverev, Alcaraz, Ruud e Rublev) saranno in scena fino a venerdì, sabato e domenica seguiranno semifinali e finale. Come e quanto potranno impensierire l’azzurro i suoi tre avversari della fase eliminatoria e i due big che, in arrivo dall’altro girone si ritroverà nelle semifinali?
Il russo Medvedev arriva a Torino con 45 partite vinte e 19 perse quest’anno ma con “zero tituli”. L’ultimo successo risale agli Internazionali d’Italia 2023. Quest’anno è stato finalista all’Australian Open e ad Indian Wells, semifinalista a Wimbledon, Miami, Dubai e Pechino e quindi ha giocato i quarti di finale allo Us Open e gli ottavi al Roland Garros. Quello con Sinner sarà il suo quindicesimo confronto, che spariglierà una parità fatta di sette vittorie a testa (ma negli ultimi confronti l’azzurro conduce sette a uno con l’unica sconfitta subita nei quarti di finale a Wimbledon). In questa stagione il russo sembra aver preso consapevolezza che il suo schema di gioco da rimettitore inscalfibile è stato disinnescato proprio da Sinner: il suo è un problema non solo tecnico ma anche psicologico.
L’azzurro dovrà fare attenzione a Fritz, annichilito sì nella finale degli Us Open davanti al suo pubblico, ma mai così in alto nel ranking (è numero 5) e con il morale ancora più alto, forte della consapevolezza di non essere più un incompiuto, ma un 27enne che guida la nouvelle vague dei tennisti americani. Torna per la seconda volta in carriera alle Finals, dopo la semifinale del 2022, stavolta con due titoli, i quarti a Wimbledon e agli Australian Open e appunto, la finale allo Us Open.
Non dovrebbe impensierire molto Sinner l’australiano Alex De Minaur, il cui battesimo alle Finals è stato agevolato dal ritiro di Djokovic. Sinner l’ha battuto sempre nei sette match che li hanno messi di fronte. L’australiano arriva a Torino da numero 9 del mondo, con due titoli incamerati quest’anno (un 500 e un 250) quarti di finale al Roland Garros agli Us Open e Wimbledon. Proprio a Wimbledon però aveva dovuto ritirarsi per un problema all’anca (anche Sinner ne sa qualcosa) che lo ha penalizzato parecchio, mettendo in dubbio anche la sua partecipazione a Torino.
Il girone Newcombe, che sfornerà gli altri due semifinalisti ha già un pregio in partenza, quello di annoverare il numero 3 Carlos Alcaraz, con un sorteggio che ha spianato la strada verso le semifinali a Jannik Sinner, capofila del girone Nastase, evitandogli un confronto con lo spagnolo già nelle fase eliminatoria. Grazie alla dea bendata Alcaraz è finito insieme a Casper Ruud e Andrej Rublev nel girone dove è testa di serie il n.2 Alexander Zverev. Ma come e con quali aspettative sono arrivati i quattro all’appuntamento con il “torneo dei Maestri”? Zverev, che ha già vinto le Atp Finals nel 2018 è in grandissimo spolvero, con una grande annata (due titoli, Roma e Parigi Bercy, 66 partite vinte e 20 perse finora) e un finale di stagione in cui si è issato al numero 2 del ranking mondiale scalzando, appunto, Alcaraz.
La performance di Parigi Bercy è stata l’ennesima conferma della sua crescita, sia dal punto di vista tecnico (ha migliorato ancora il servizio) che psicologico, con una tendenza a divertirsi anche nei pressi del campo (vedi il “buonasera, mi chiamo Jannik” durante la premiazione agli Internazionali d’Italia orfani di Sinner e le risate con Alcaraz a colpi di “Carlos perde sempre nelle partite importanti” nella conferenza stampa delle Finals).
Quella con Alcaraz (nei confronti diretti sono 5 pari) sarà la sfida da non perdere. Lo spagnolo che arriva a Torino è ovviamente un gigante, ma con una posizione in meno e con qualche scricchiolio nel rendimento in un’ annata che lo ha visto vincitore di due Slam (Parigi e Wimbledon), nonché protagonista con Sinner della nuova rivalità del tennis orfano di tre Fab Four e con Djokovic che ha marcato visita a Torino. Il finale di stagione lo ha visto uscire clamorosamente ai sedicesimi a Parigi Bercy per mano di Humbert mentre agli Open Usa ha perso molto precocemente con l’olandese van de Zandschulp. E per la prima volta, episodio da non sottovalutare, quest’anno allo spagnolo che sorride sempre in campo è capitato di spaccare una racchetta (a Cincinnati, contro Monfils).
I comprimari del girone, almeno sulla carta sono Casper Ruud e Andrej Rublev ai quali ha spalancato le porte di Torino il ritiro di Djokovic. Il norvegese Ruud che nelle Final ha raggiunto le semifinali nel 2021 e la finale nel 2022, arriva in Piemonte con un anno cominciato bene (finale a Montecarlo, semifinale al Roland Garros, vittoria a Ginevra e Acapulco, cui è seguito però un periodo parecchio buio. Così come non riesce a ritrovare se stesso Andrej Rublev, 44 vittorie e 22 sconfitte finora: vincitore di Hong Kong, e di Madrid, finalista in Canada ora è sceso al numero 9 e soprattutto è sempre più vittima del suo autolesionismo non solo strategico: a Parigi Bercy è uscito in fretta contro Francisco Cerundolo, prendendosi a randellate su un ginocchio, con tanto di spargimento di sangue in campo e un taglio che ha fatto il giro del web. Corre seriamente il rischio di ripetere la performance di un anno fa, quando uscì dal girone a bocca asciutta, senza vincere neanche un set contro Medvedev, Alcaraz e Zverev.