AGI - Un inferno oppressivo in cui tutti venivano spiati come raccontato nel film 'Le vite degli altri' o una morbida 'Kommode Diktatur' come la definì Günter Grass? A 34 anni dalla riunificazione tedesca, è come se il labile ricordo della Germania Est, che già in vita era stata un enigma per le opinioni pubbliche occidentali, fosse rimasto sepolto sotto le macerie del Muro. Ora in un libro di Claudio Guidi, giornalista e storico abruzzese specializzato nel Settecento francese e prussiano, emerge il racconto di una società privata della libertà di stampa e di parola, ma anche avanzata sul piano delle realizzazioni sociali.
"La vera storia della Ddr", 600 pagine ricche di curiosità, aneddoti e citazioni inedite, sarà disponibile su Amazon da lunedì 11 novembre. Descrive una società totalitaria con grossi problemi economici in cui però era garantita la parità di diritti e di stipendio tra uomini e donne, l’istruzione obbligatoria e gratuita fino a 18 anni già dal 1949, gli asili nido gratuiti per ogni bambino. Il sistema scolastico, sottolinea Guidi, era di livello elevatissimo al punto che nel 1983 fu copiato dalla Finlandia che da allora primeggia con i suoi studenti nei test europei.
Nel suo libro destinato a far discutere, come ogni saggio che si rispetti, Guidi ci mostra l’altra faccia di un regime che è sempre stato percepito come il più oppressivo tra quelli oltre la cortina sovietica. Nella Ddr, racconta, l’aborto era libero e gratuito, le vacanze erano pagate dal sindacato e il divorzio entro due mesi senza spese, né avvocato, né alimenti, e della giornata di otto ore dei contadini con ferie di due settimane. Con l’aggiunta di una pensione agli ebrei perseguitati dai nazisti pari a uno stipendio completo. Tra i diritti garantiti dalla Costituzione fin dal 7 ottobre 1949 figura la parità tra figli legittimi e illegittimi per la quale in Italia si dovrà aspettare il 2012.
Anche l’obiezione di coscienza viene riconosciuta da Berlino est già nel 1964, con gli obiettori che prestano servizio come Bausoldaten, soldati addetti all’edilizia, che sulle mostrine della divisa portano una pala in segno di riconoscimento. La giornata lavorativa era di 8 ore anche per i contadini delle terre collettivizzate, che godevano con le rispettive famiglie di due settimane di ferie al mare o in montagna, pagate come per tutti gli altri lavoratori dal sindacato. Nel volume non mancano i riferimenti alle tante ombre di quel Paese, dettagli ameni, come quello dell’onnipresente Stasi che cronometrava la durata degli amplessi in camera d’albergo della pattinatrice sul ghiaccio Katarina Witt, uno dei quali si era svolto “dalle 20.00 alle 20.07”.
Oltre a una minuziosa panoramica 'sociale' della vita sotto il regime comunista, che offre spunti per capire il fenomeno della 'Ostalgie', la 'nostalgia dell'est' che talvolta affiora nei Lander orientali, Guidi offre alcuni retroscena sulla nascita e la fine della Ddr. In particolare sostiene che a volere la divisione della Germania fu Konrad Adenauer malgrado Stalin, ancora nel 1952, si fosse detto disponibile a una riunificazione in un sistema liberal-democratico a patto che fosse garantita la smilitarizzazione e la neutralità.
Sulla riunificazione del 1990 viene raccontata con molti dettagli la presa di controllo da parte dell’Ovest di tutte le strutture economiche e culturali della defunta Germania Est, con lo smantellamento del tessuto industriale (chiusi oltre 8 mila stabilimenti) e culturale. Incredibilmente, anche il tipo di linguaggio usato dai funzionari pubblici dell’Ovest, venuti ad assumere il controllo di tutte le amministrazioni dell’Est, sottolinea l’aspetto di quella che sempre Grass definiva una 'Kolonisierung', una colonizzazione. Oltre allo stipendio, veniva infatti concessa un’indennità aggiuntiva, subito ribattezzata Buschzulage, l’indennità della savana, come quella concessa dal Kaiser ai militari e funzionari che andavano a colonizzare le colonie africane del Togo, del Camerun e della Namibia.