AGI - Stephen King ed il suo dichiarato epigono Bret Easton Ellis sono ormai superati: se leggendo volete sentirvi gelare il sangue nelle vene comprate Emmanuel Todd.
Tra i tanti testi che si rubano spazio sugli scaffali, ingegnandosi ad interpretare il tragico frangente che attraversa il mondo, il suo non conosce mezzi termini fin dal titolo: ‘La sconfitta dell’Occidente’(Fazi). E non si tratta di un’ipotesi: la guerra in corso ai margini d’Europa si concluderà entro il 2027 con la vittoria della Russia, ma invece che catastrofico questo evento si rivelerà fortunoso, affrancandoci da quel gigante svuotato che risponde al nome di America. Quanto alla Russia, non invaderà oltre: con 144 milioni di abitanti, una popolazione in calo e 17 milioni di kmq, fa già fatica ad occupare il suo territorio.
Il settantatreenne storico francese si affida a sociologia, antropologia ed economia per formulare vaticini e chiamare in causa le classi dirigenti dell’intero Occidente, utilizzando calcoli statistici relativi a mortalità infantile, tasso di suicidi, alcolismo, omicidi e natalità. A paragone della ‘democrazia autoritaria russa’, nella sua indagine perdono stabilità come birilli Regno Unito, Francia, Germania (che però si salverà ritrovando un dialogo economico con Mosca), Paesi Scandinavi, ex blocco sovietico ed ovviamente Ucraina; ma soprattutto crollano gli Stati Uniti - la cui crisi viene smascherata da Todd non analizzandone il PIL, ma il PIR: Prodotto Interno Realistico.
La chiave di volta per spiegare il decadimento di quelle che definisce le ‘oligarchie liberali occidentali’ è l’analisi dei modelli familiari di base delle nazioni, che rappresentano anche l’ineludibile origine ed il destino già scritto delle divisioni di campo in essere e divenire nel globo. E poi: se mezzo mondo si sente economicamente sfruttato e non comprende dal punto di vista religioso ed etico i nostri sproloqui woke, perché mai dovrebbe seguirci in guerra?
Quella de ‘La sconfitta dell’Occidente’ è una lettura affascinante, che costringe più volte a tornare a rileggere la pagina appena girata. Non solo perché vi sono compresi concetti che l’uomo comune (come chi scrive) fatica ad assimilare, ma perché la frasi ad alto contenuto straniante - leggi: provocatorio - si susseguono senza sosta. Per Todd le sanzioni a Mosca non hanno fatto che rinforzarne il ruolo centrale in uno scacchiere geopolitico in larga parte già avverso alle politiche USA, ed il motivo antropologico è che l’era del nichilismo antiumanitario occidentale è ormai iniziata e la religione, e con essa la morale, si trova oggi allo stadio zero nella nostra parte di mondo. Difficile dargli torto su tutta la linea, ed addirittura impossibile, per chi non abbia consultato a fondo la bibliografia del saggio, formulare un giudizio di merito sia sui suoi postulati che sulle conclusioni. Ma che sia opera di un pericoloso filo-putiniano, o di un grande intellettuale fedele al solo lume della ragione, il testo di Todd resta stordente per brillantezza, originalità e quantità di argomentazioni e dati, oltre che per la spericolatezza di alcuni passaggi logici. Un ironico dito puntato sul regime di propaganda che formerebbe la nostra coscienza collettiva. Sfrontato, inaccettabile, geniale, inconcepibile, illuminante. Chi l’avrebbe detto che il miglior libro di genere horror dell’anno andava cercato sullo scaffale dei saggi?
Nato nel 1951, Emmanul Todd è uno storico, sociologo e antropologo francese di fama internazionale noto per aver previsto per primo, con anni di anticipo, il collasso dell’Unione Sovietica e la crisi finanziario del 2008. Tra i sui libri pubblicati in Italia: ‘L’illusione economica’ (Marco Tropea), ‘Dopo l’impero’ (Marco Tropea), ‘L’incontro delle civiltà’ (con Youssef Courbage, Marco Tropea) e ‘Breve storia dell’umanità (Leg edizioni).