AGI - Scrittrice e giornalista di grande notorietà e successo in patria, nonché opinionista apprezzatissima nei paesi di lingua spagnola, Rosa Montero è da poco tornata nelle librerie italiane con ‘Il pericolo di essere sana di mente’ (Ponte alle Grazie), un testo che oscilla tra saggio, auto fiction, inchiesta, e vera e propria fiction scandagliando il rapporto tra sanità mentale e creatività con particolare attenzione alle scrittrici e agli scrittori. Psicologa per inclinazione e formazione, Montero ha scelto un tono per molti aspetti personale ed intimo per affrontare in questo libro non pochi temi universali - la paura della morte e quella della vita, il doppio, il peso dei traumi infantili, l’inganno supremo dell’amore – mentre esamina le vicende umane di alcune tra le più geniali e tormentate personalità della storia della letteratura, fino a concedere il finale ad un’intervista/appendice a Doris Lessing realizzata per El Pais. Tra gli scoop della sua lunga e gloriosa carriera Montero vanta infatti non pochi nomi illustri, tra cui quelli dell’Ayatollah Khomeini, di Yassir Arafat, Indira Gandhi, Richard Nixon, Julio Cortázar e Malala Yousafzi.
Cosa ci vuol dire con ‘Il pericolo di essere sana di mente’?
Che l’instabilità mentale è al tempo stesso una condanna e una fortuna, prima di tutto, e poi che la normalità assoluta non esiste, perché la luce, per risplendere, ha sempre bisogno del buio. Racconta con partecipazione il senso di solitudine che gela le vene di chi ha sentore di non essere mentalmente sano, scompone il funzionamento del nostro cervello quando è impegnato nell’atto creativo e spiega ‘da dentro’ cos’è un attacco di panico, ma lasciando sempre ossigenare le sue pagine dal soffio dell’ironia e da una vena di colloquiale leggerezza. Si esplora la faccia oscura della luna restando con i piedi sulla Terra, insomma, mantenendosi sempre a debita distanza dal gelido Pianeta Trifallion di David Foster Wallace. La follia è solo un aspetto dell’essere persona, suggerisce il libro. E l’immaginazione artistica un luogo adatto a risanare i traumi dell’inconscio. Non una lettura per cacciatori di emozioni estreme, allora, ma per chi cerca di capire e fare finalmente pace con la zona d’ombra che abita ognuno di noi