AGI - Il direttore editoriale di Libero e opinionista televisivo Daniele Capezzone torna in libreria con ‘Occidente. Noi e loro’ (Piemme), un instant saggio che fotografa l’attuale scenario italiano ed internazionale rivendicando con orgoglio il peso e l’importanza dei valori della democrazia politica occidentale e del libero mercato. Agile quanto polemico, colloquiale quanto volutamente scorretto, documentato quanto apertamente schierato, il libro conferma su pagina l’abilità dialettica dell’ex segretario dei Radicali italiani e portavoce del Popolo della Libertà, che in corso di lettura sembra quasi di veder parlare di persona. Il tono infatti, a dispetto delle argomentazioni sostenute, è
quanto mai inclusivo e aperto, anzi teso allo sforzo di catturare l’attenzione di ogni tipo di lettore, al fine di coinvolgere, o quantomeno spingere alla riflessione, anche coloro (e non sono pochi) che abbracciano visioni della società e del mondo diametralmente
opposte a quelle di chi scrive.
Non è questa la sede per commenti di tipo politico - qui si parla infatti di libri solo in base al loro valore letterario – ma non può dirsi certamente compito facile rimanere neutri di fronte a un testo la cui cifra è in concreto proprio la presa di posizione senza mezzi termini su temi urticanti – parificabili a ferite aperte - come le guerre attualmente in corso, la questione mediorientale, il ruolo effettivo dell’Onu, il presente ed il futuro dell’Europa. Quel che non può negarsi, da qualsiasi parte si guardi questo lavoro, è la capacità dell’autore di toccare - anzi scottare - le coscienze e spingere chi legge o all’applauso liberatorio o allo sdegno profondo. Divertendosi a infrangere non pochi tabù di quella che senza dubbio rappresenta, a torto o a ragione, la cultura delle buone maniere letterarie dominante, Capezzone elegge ad esempio a riferimenti (almeno per alcuni aspetti sostanziali) personaggi controversi della storia recente come Ronald Reagan, Margaret Tathcher e Donald Trump, pubblica un test per ‘scoprire il fondamentalista islamico che è in te’, prende di petto il tema della sottovalutazione dell’esistenza di un nuovo strisciante razzismo contro gli ebrei.
Da che parte stiamo davvero, noi occidentali, domanda in sostanza al suo lettore: ci andiamo ormai sotterraneamente arrendendo, senza neanche accorgercene, a dittatori e islamisti solo perché appare politicamente più corretto? Come mai si è scordato che la deterrenza - cioè l’evidenza di una superiorità negli armamenti - è l’unico modo di risolvere i conflitti: la guerra fredda non ha insegnato nulla? Nell’inconscio dell’Occidente spira un senso di colpa così pervasivo e fiaccante da aver tafazzianamente convinto la sua coscienza a capitolare al cospetto di chi vuoleannientarla, come aveva predetto Michel Houllebecq nel suo celebre romanzo ‘Sottomissione’?
Comunque la si pensi, resta il fatto che la presenza di un saggio come ‘Occidente. Noi e loro’ nelle nostre librerie può essere considerato indice vivo dell’esistenza di un dialogo variegato e pluralista: l’importante è che sugli scaffali trovi spazio anche il suo opposto. La discussione a colpi di pagine, anche così accesa da essere incandescente, deve restare sempre aperta: oltre significato e validità di qualsivoglia argomentazione venga espressa, significa comunque libertà