AGI - Nella sua vita gli uomini non mancarono mai, a tanti spezzò il cuore, ma solo uno era disposto a rinunciare a tutto pur di averla solo per sé. Quell’uomo era Joseph Goebbels, il ministro della Propaganda del Terzo Reich, e lei Lída Baarová, attrice di una bellezza sfolgorante. Quando si incontrarono lui era all’apice della carriera politica, poco più che quarantenne, mentre la donna aveva 24 anni. Goebbels che non solo era sposato, ma i suoi figli avevano come padrino non una persona qualunque, bensì il Führer Adolf Hitler. Quando Magda Goebbels nell’estate del 1938 venne a scoprire che da tempo il marito aveva come amante l’attrice cecoslovacca – ufficialmente fidanzata con il collega tedesco Gustav Fröhlich col quale conviveva a Berlino in una villa su un isolotto della Sprea, a pochi passi dalla residenza del potente ministro nazista che muoveva tutti i fili del cinema tedesco – il minimo che poteva fare era di rivolgersi proprio a Hitler.
Matrimoni e scandali: il precedente dell’affaire-Blomberg
All’inizio di quello stesso anno nella cerchia nazista era esploso uno scandalo per la scoperta negli archivi della polizia che Erna Gruhn, l’ex segretaria del ministro della Guerra Maresciallo Werner von Blomberg che l’aveva sposata nonostante la differenza di età e di censo, era schedata come prostituta. Anche in questo caso i testimoni non erano persone qualunque: uno era Hermann Göring e l’altro addirittura Hitler. Questi aveva preteso da Blomberg di annullare il matrimonio, ma di fronte al rifiuto aveva minacciato di rendere pubblica la vicenda, e così il Maresciallo aveva preferito la moglie all’onore e all’esercito; alla fine di gennaio s’era dimesso e se n’era andato in pensione.
Per il Führer anche Goebbels doveva troncare la relazione che incrinava il suo matrimonio. Magda, prima di sposare il ministro della Propaganda nel 1931, era andata in moglie nel 1921 a Günther Quandt dal quale aveva divorziato nel 1929 dopo aver avuto da lui un figlio. Da Goebbels ne avrà ben sei (quattro fino al momento dello scandalo-Baarová), e i loro nomi inizieranno per sua precisa scelta con la lettera “H” in omaggio a Hitler: lei li ucciderà tutti col veleno nel bunker di Berlino nel 1945. Magda è una fervente nazista e il Führer, sul quale ha un ascendente, non può dirle di no.Capace di far innamorare qualunque uomo
Baarová è nata il 7 settembre 1914 a Praga come Ludmila Babková. Dopo aver studiato recitazione appare per la prima volta davanti alle cineprese a 17 anni. La madre Ludmila è attrice teatrale e la sorella minore, Zora, ne segue le orme nella settima arte. È di una bellezza tale che, si diceva negli Anni ’30, faceva innamorare qualsiasi uomo. A venti anni la chiamano a Berlino dove la sua carriera decolla subito, tant’è che anche Hollywood si interessa a lei, ma non se ne farà nulla. Intanto vive con Fröhlich e conosce Goebbels col quale inizia una travolgente relazione. Scoperta la tresca e posto di fronte al diktat di Hitler, Goebbels si rifiuta di lasciare Lída e rassegna le dimissioni prontamente respinte. Non sapendo come uscire da quella situazione si abbandona a un blando tentativo di suicidio nell’ottobre del 1938 ma quando si riprende comprende che non può fare altro che rientrare nei ranghi, come il Führer e la furente Magda pretendono. A scanso di equivoci e di tentazioni, Lída si vede consegnare dalla polizia un ordine di espulsione dalla Germania.
La carriera in tempi di guerra e nel dopoguerra
L’attrice recita per un breve tempo nel Protettorato di Boemia e Moravia, come si chiama la sua patria dopo l’invasione e lo smembramento, e poi in Italia dove appare in diverse pellicole tra le quali «Ti conosco, mascherina!» di Eduardo De Filippo e «La Fornarina» di Enrico Guazzoni. È stata la donna di Goebbels, e anche se intreccia una serie di relazioni, l’etichetta le resta appiccicata addosso. Nel 1945 lascia Praga, dov’è tornata, per la Germania, con lo scopo di raggiungere l’amico Hans Albers, ma non può certamente passare inosservata: è riconosciuta dalla polizia militare statunitense, imprigionata a Monaco di Baviera e poi consegnata alle autorità cecoslovacche. Rischia la pena capitale per collaborazionismo, ma riesce a scampare alla condanna a morte avvalendosi del fatto che la sua carriera cinematografica nel Reich era antecedente all'aggressione della Cecoslovacchia. È in regime di detenzione quando la madre Ludmila muore durante un interrogatorio e a marzo 1946 la sorella Zorka Janů si toglie la vita non reggendo più la pressione sulla famiglia per i trascorsi di Lída. A dicembre viene rilasciata e intanto ha conosciuto Jan Kopecký: lo sposerà nel 1949, prima di riparare in Austria, e poi in Argentina, senza riuscire a liberarsi dell’eco del suo legame con Goebbels.
Da «I vitelloni» al viale del tramonto
In cattive condizioni economiche, tenta la carta del rilancio in Italia, lasciando per sempre il marito in Sud America. Nel 1953 Federico Fellini le dà una parte ne «I vitelloni». In seguito calca le scene dei teatri austriaci e sposa il dottor Kurt Lundwall che l’aveva curata, di una generazione più anziano di lei. È il secondo e ultimo marito. Nel viale del tramonto scrive un’autobiografia e coltiva il ricordo della passione con una delle anime nere del nazismo in chiave edulcorata e neutra, senza alcuna implicazione storica e politica. Che si fossero amati non l’aveva mai nascosto e per lei non era una colpa. Affetta dal morbo di Parkinson, muore a Salisburgo il 27 ottobre 2000.