AGI - La “strada sognata” è via Margutta, a Roma. Nel rione Campo Marzio, a due passi da piazza del Popolo e dal Pincio, la piccola via è stata frequentata e abitata da artisti fin dal Cinquecento. Negli anni ’40 del secolo scorso, durante e subito dopo la Guerra, otto giovani donne nate fra la fine dell’Ottocento e i primi vent’anni del Novecento scelgono di vivere, dipingere e frequentare le botteghe di quella via in cui si aspettano di trovare ispirazione dagli incontri e dall’atmosfera che si è formata nel corso dei secoli.
Ma a spingere le pittrici a scegliere quella via negli anni Quaranta sono soprattutto la sua bellezza, gli studi silenziosi e bene illuminati con terrazze e lucernari, cortili e verde, oltre alla disponibilità di modelli, materiali e di tutto quello che serve per dipingere. Si chiamano Adriana Pincherle, Pasquarosa, Eva Fischer, le più conosciute, ma ci sono anche Katy Castellucci, Maria Pia Zanetti, Wicky Wilhelm, Graziana Meschini ed Eva Quajotto. Le loro strade si sono in vari modi incrociate: alcune hanno esposto insieme le loro opere, altre hanno avuto un maestro di Accademia in comune, oppure si incontravano a pranzo in latteria, o a comprare frutta e verdura da mangiare e da dipingere sulle bancarelle del mercato.
La strada sognata è il titolo di un libro di Valeria Della Valle che racconta la loro storia e, dal 13 giugno, anche di una mostra alla Galleria EDD Art, con il sottotitolo Artiste a Roma negli Anni Quaranta, curata dalla stessa autrice con la collaborazione di Elena Del Drago, Costanza Pinci e Cristina Faloci. Arrivate a Roma da varie parti d’Italia e d’Europa le artiste hanno sognato di percorrere la strada ideale con la propria arte, spiegano le curatrici. “Attraverso le loro opere, avventurosamente rintracciate nelle case degli eredi e dei collezionisti, viene ricostruita la storia di otto pittrici della Scuola Romana, vissute in via Margutta o nelle strade vicine”: i loro quadri, scrive Valeria Della Valle nella presentazione, “ci raccontano ancora, con le immagini bellissime fermate per sempre nei ritratti, nei paesaggi, nelle nature morte, le loro vite e la strada che avevano sognato”.