Da Londra in Abruzzo per onorare i patrioti che nel 1944 salvarono la vita a un ufficiale inglese 
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Da Londra in Abruzzo per onorare i patrioti che nel 1944 salvarono la vita a un ufficiale inglese 

Da Londra in Abruzzo per onorare i patrioti che nel 1944 salvarono la vita a un ufficiale inglese

Marco Patricelli
Renato Brerardinucci a Philadelphia
Renato Brerardinucci a Philadelphia
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Documenti falsi grazie a un fotografo e al sindaco di Picciano
È infatti la banda di Berardinucci a dare asilo e protezione a Ramshaw e ad alcuni soldati alleati che cercano di ricongiungersi con i loro commilitoni. Uno dei componenti della formazione di patrioti è Balilla Di Matteo e il padre Giuseppe, fotografo, scatta un’istantanea del tenente inglese che occorre al sindaco di Picciano per rilasciargli un documento d’identità autentico con un nome falso: Ramshaw a maggio diventa Antonio Morelli. Per oltre un mese lui e i compagni di fuga sono sotto l'ala della banda di Berardinucci. A giugno il fronte si sfalda e i tedeschi si ritirano. È l’alba della libertà, Berardinucci scioglie la banda e tiene con sé solo pochi altri, e decide di avviarsi verso l’interno dell’Abruzzo, secondo i suoi ex compagni per aggregarsi alla Brigata Maiella, una singolare formazione che da dicembre si batte con gli inglesi del V Corpo d’armata come unità di fanteria da montagna e che si appresta a entrare nel II Corpo d’armata polacco del generale Anders.
Da Londra in Abruzzo per onorare i patrioti che nel 1944 salvarono la vita a un ufficiale inglese
Il presentimento e il tradimento di una spia
La madre di Renato, Antonietta, ha un brutto presentimento, e decide di seguire il figlio, non essendo riuscita a farlo desistere dal suo piano. Il 5 giugno 1944, a San Pio delle Camere, in provincia dell’Aquila, il gruppo viene circondato, disarmato e arrestato dai soldati tedeschi. Una spia ha venduto i patrioti per 5.000 lire e 5 chili di sale. Ramshaw ha il tempo di distruggere la carta di identità falsa, ma conserva due fotografie che sono arrivate fino a noi e sono finite nepl suo diario di guerra. Lui e gli altri e tre soldati alleati si dichiarano per quelli che sono, e i tedeschi applicano le convenzioni internazionali inviandoli in un campo di prigionia. Per Renato Berardinucci, Vermondo Di Federico, Giuseppe Padovano e Umberto Collepalumbo il tribunale militare applica i bandi di Kesselring ed emette la sentenza della pena di morte.

Davanti al plotone d’esecuzione e il gesto estremo di eroismo
L’11 giugno i quattro patrioti vengono avviati verso il cimitero di Arischia. Il plotone d’esecuzione è composto di pochi soldati, tutt’altro che entusiasti di quell’incarico in piena ritirata, e Berardinucci dice ai compagni che al momento opportuno, poco prima che aprano il fuoco, si getteranno contro i militari, sperando che nella confusione qualcuno possa salvarsi. E così avviene. Nel parapiglia Berardinucci viene subito fatto bersaglio di diversi colpi d’arma da fuoco che l’uccidono, Di Federico è ferito all’addome ed è creduto morto (spirerà dopo ore d’agonia), Padovano raggiunto da un proiettile alla gamba è rotolato giù lungo il canalone e i tedeschi, fortunatamente per lui, non vanno a controllare se respira ancora. Collepalumbo per istinto ha preso una direzione di fuga opposta che l’ha messo al riparo dall’immediata reazione dei soldati e quando questi sparano contro di lui è troppo tardi.

Davanti agli occhi della madre massacrata col calcio dei fucili
Tutto è accaduto davanti agli occhi di Antonietta Berardinucci che ha cercato di fermare anche lei i militari ed è stata ferocemente colpita al volto col calcio dei fucili facendola stramazzare a terra. Sarà ricoverata per molto tempo in ospedale ma le profonde ferite sul volto non saranno niente rispetto alla ferita nel cuore e nella mente che non si risanerà mai.

La medaglia d’oro al valor militare e il filo della memoria
A dicembre del 1945 sarà lei a scrivere a Ramshaw che le risponderà con due lettere. Poi ripartirà per gli Stati Uniti per ricongiungersi al marito, Vincenzo, il quale tornerà in Italia agli inizi degli Anni ’50 per ritirare la medaglia d’oro al valor militare concessa alla memoria del figlio, e per un’impossibile intima missione di vendicarsi a San Pio delle Camere della spia che aveva consegnato Renato al suo destino davanti al muro del cimitero di Arischia: il luogo raggiunto l'11 giugno 2024 da Adam Cousins, seguendo il filo della memoria e dei racconti familiari, per rendere omaggio al giovane italo-americano che aveva pagato con la vita l’aiuto prestato al prozio combattendo per la causa della libertà.
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