AGI - Trent'anni fa, la prima edizione di "Una bambina e basta" il libro in cui Lia Levi, una delle più importanti voci dell'ebraismo italiano, ha raccontato la sua storia, e come è sfuggita alla deportazione. Un libro che ha commosso e commuove, amatissimo, che non smette di parlarci degli orrori del nostro passato e di interrogarci sulle nostre responsabilità di ieri e di oggi, generazione dopo generazione.
Il racconto ha vinto nel 1994 il Premio Elsa Morante-Opera Prima ed è molto diffuso anche nelle scuole dove viene letto con passione. È la storia di una bambina ebrea e del suo rapporto con la madre. La piccola viene nascosta in un convento cattolico alle porte di Roma per sfuggire alla deportazione. è attratta dal dio "buono dei cristiani e non da quello sempre arrabbiato degli ebrei" dalla sicurezza di quel mondo cattolico non minacciato da una lieve vertigine mistica ambiguamente incoraggiata da qualche monaca dalla speranza d'interpretare la Madonna alla recita di Natale. Ma quando è a un passo dall'abbracciare la nuova fede interviene la madre "tigre leonessa che ha poco tempo per libri e sinagoghe perchè deve difendere le figlie" la loro vita ma anche la loro identità minacciata. Solo a guerra terminata potrà dire alla figlia: "Tu non sei una bambina ebrea, sei una bambina e basta".
Lia Levi, di famiglia piemontese, vive a Roma, dove ha diretto per trent'anni il mensile ebraico Shalom.
Per le Edizioni E/O ha pubblicato: Una bambina e basta (Premio Elsa Morante Opera Prima), Quasi un'estate, L'Albergo della Magnolia (Premio Moravia), Tutti i giorni di tua vita, Il mondo è cominciato da un pezzo, L'amore mio non può, La sposa gentile (Premio Alghero Donna e Premio Via Po), La notte dell'oblio, Il braccialetto (Premio Rapallo), Questa sera è già domani, vincitore del Premio Strega Giovani 2018, e Ognuno accanto alla sua notte.
Nel 2012 le è stato conferito il Premio Pardès per la Letteratura Ebraica.