AGI - Un mito che ancora emoziona sia per le doti vocali strabilianti sia per le vicende di una vita intensa e travagliata conclusa ad appena 54 anni. "Un fenomeno teatrale completo: musicale e drammatico", come disse di lei Luchino Visconti, che la diresse in tanti grandi titoli: "La sonnambula", "La traviata", "Anna Bolena".
Nel centenario della nascita, Maria Callas, nome d'arte dell'artista greca Maria Anna Kalogheropoùlou, sarà celebrata giovedì 30 novembre alle 20.30 al Teatro Massimo con un concerto realizzato in collaborazione con la Comunità ellenica siciliana Trinacria e sotto l'egida del presidente della Repubblica Ellenica Katerina Sakellaropoulou.
"Una donna e una cantante rivoluzionaria - ha detto il sovrintendente Marco Betta - straordinariamente contemporanea e sempre avanti rispetto al suo tempo".
Sul podio dell'Orchestra dirige Alessandro Cadario, direttore eclettico, ospite principale dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano dal 2016 e delle stagioni dei principali enti lirici e festival italiani ed internazionali. Canta il soprano Myrtò Papatanasiu, tra le voci più richieste del panorama internazionale, insignita nel 2012 del prestigioso premio "Maria Callas Debut Artist of the Year" per il suo debutto come Violetta (La traviata).
Il programma del concerto rende omaggio ai ruoli più noti interpretati dalla Callas, partendo dal repertorio francese, con l'aria dei gioielli di Faust, per passare poi a Verdi, con arie dal Trovatore e dalla Traviata, e a Puccini, con Bohème e Tosca, fino a concludere con un toccante omaggio al mondo greco, con le Cinque canzoni popolari greche di Ravel, presentate non in francese ma nel testo originale, e Marina di Theodorakis. Maria Callas infatti fu sempre orgogliosa della propria identità greca, che le fece amare ruoli come Ifigenia di Gluck e Medea (nell'opera di Cherubini, ma anche nel film con la regia di Pasolini).
Al Teatro Massimo di Palermo Maria Callas fu presente due volte: nel 1949 interpretò Brunilde ne La Valchiria di Richard Wagner con la regia di Enrico Frigerio e nel 1951 fu Norma. Tra le tante recensioni pubblicate dai quotidiani, spiccava quella del compositore Pietro Ferro su "L'Ora del Popolo" che scrisse: "Nei recitativi e nei momenti drammatici, Maria Callas è stata perfetta: ogni accento ha avuto la sua giusta misura. La difficilissima vocalità di Norma, che ha il duplice volto di "soprano drammatico, e di quello leggero", è stata realizzata da Maria Callas con sorprendente abilità tecnica. Essa non ha soltanto eseguito in modo mirabile i pezzi di agilità; ma ha saputo trovare il colore giusto nel giuoco dei due aspetti timbrici del chiaro e scuro".