AGI - «Ci sono due cose che mi portano qui con grande emozione: ricevere ciò che mi avete voluto riconoscere e rivedere Piacenza». Lo ha detto oggi Giorgio Armani sul palco del Teatro Municipale di Piacenza, pochi istanti dopo aver ricevuto la laurea honoris causa in Global Business Management dall’Università Cattolica.
Dopo aver salutato affettuosamente le studentesse e gli studenti, Armani ha sottolineato «il valore doppiamente speciale» del titolo ricevuto dall’ateneo, «perché premia il mio ruolo di imprenditore, l’impegno e la passione» ma anche perché «mi viene conferito nella mia città natale, in un luogo magico che mi affascinava da bambino. Da Piacenza sono partito per Milano, ma le mie radici sono rimaste qui».
La motivazione
L’Università Cattolica ha conferito la laurea honoris causa allo stilista e imprenditore «per la dimensione internazionale del marchio, per l’approccio olistico alla sostenibilità, per la ricerca inesausta di miglioramento e per la consapevolezza della centralità dell’impresa nella creazione di valore condiviso»
Un bilancio complessivo dell’opera di Giorgio Armani, ha detto il professor Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica, potrebbe essere stilato a partire «dall’assunzione, in tutte le sue implicazioni, della dimensione problematica del tempo. La durata, per Armani, è una scelta che riguarda la forma e il contenuto: classicità delle linee e qualità della materia parlano di un prodotto pensato per resistere con disinvoltura all’esaurirsi di una collezione. Ma la novità della sua proposta ha a che fare con la sensibilità e la tempestività nell’interpretare attitudini, ruoli e funzioni dell’uomo e della donna contemporanea, senza forzature: “Essere se stessi, ma al meglio”. In questo senso si può parlare di classicismo di Armani, non come petitio principii, ma come prodotto di un’estetica innervata di tensioni dinamiche al modo della grande scultura classica; il frutto, nato quasi d’istinto e poi perseguito con coerenza, di un dialogo mobile e aperto con l’uomo».
La storia
Nato a Piacenza nel 1934, Armani «è uno dei figli più illustri della città di Piacenza, che ne ha onorato l’immagine nel mondo», come ha sottolineato il Rettore. «Dal 1975 ha raccolto la tradizione del saper fare italiano, che affonda le sue radici nel nostro territorio, nei mestieri e nelle opere di artigiani e operai della tessitura, della sartoria, del costume, per reinterpretarla e farla diventare un riferimento iconico universale», ha detto Anna Maria Fellegara, Preside della Facoltà di Economia e Giurisprudenza, leggendo le motivazioni del conferimento della laurea in Global Business Management.
Oggi Giorgio Armani è Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Armani, tra le aziende della moda e del lusso leader nel mondo, con 8.304 dipendenti e 9 stabilimenti di produzione. Il Gruppo disegna, produce, distribuisce e vende direttamente prodotti di moda e lifestyle quali abbigliamento, accessori, occhiali, orologi, gioielli, cosmetici, profumi, mobili e complementi d’arredo e opera nell’ambito della ristorazione e dell’hotellerie. «L’impulso ad allargare lo sguardo dall’oggetto al contesto è stato radice e conseguenza dell’espansione globale del marchio Armani, che oggi definisce uno “stile” non solo nell’abbigliamento, ma in vari settori di quello che viene in una parola definito il lifestyle», ha affermato il Rettore Anelli.
«L’eclettismo delle scelte imprenditoriali non contraddice, anzi al più esalta, la coerenza umanistica dell’ispirazione: dalla giacca destrutturata, la più iconica delle creazioni di Armani, è nato per contiguità un progetto di casa, di albergo, di luogo di intrattenimento, attraversando le antiche passioni per il cinema e per lo sport ed estendendosi a profilare una personale interpretazione del glamour: “Dietro c’è il mio occhio e dentro c’è il mio gusto”, dice Armani. All’orizzonte, c’è il futuro».