AGI - Torna a casa a Taranto, dopo 50 anni di assenza, il gruppo scultoreo "Orfeo e le sirene", restituito all'Italia dal Paul Getty Musem nello scorso mese di settembre. La preziosa opera in terracotta, composta da tre statue a grandezza quasi naturale, del IV secolo a.C. è rimasta esposta per un breve periodo al Museo dell'arte salvata di Roma.
In occasione del suo rientro domani al Museo nazionale di Taranto (MarTa) si svolgerà una cerimonia alla quale parteciperanno il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il comandante del comando Tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri, generale Vincenzo Molinese, il procuratore capo della Repubblica di Taranto, Eugenia Pontassuglia, e il direttore generale dei Musei del Mic, Massimo Osanna.
Presenti anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il direttore regionale Puglia dei Musei, Luca Mercuri, attuale reggente del Museo di Taranto. Per valorizzare l'opera e dare modo al maggior numero di persone di ammirarla da domani al 7 aprile il MarTa resterà aperto sino a tarda ora in concomitanza con l'afflusso che ci sarà a Taranto per i riti della Settimana Santa.
Il trafugamento negli anni 70
Trafugato negli anni '70 con uno scavo clandestino dall'area di Taranto, che nell'antichità fu capitale della Magna Grecia, il gruppo scultoreo fu prima portato in Svizzera e custodito in un caveau.
Successivamente venne acquistato dal Paul Getty Museum. L'Italia ne rivendicava la restituzione insieme ad altri beni culturali rubati già dal 2006. Le tre sculture, che i Tribunali hanno stabilito che provengono da scavi illegali in Italia, sono rientrate al termine di un'operazione complessa ("Orpheus") che ha coinvolto Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, Procura della Repubblica di Taranto, New York County District Attorney's Office (DAO) e ministero della Cultura.
Secondo l'Unità per il traffico di antichità dell'ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan a New York, "le prove ci hanno persuaso che le statue erano state trafugate illegalmente e che era opportuno restituirle". Prima del rientro in Italia, i reperti erano già stati tolti dall'esposizione del Getty Museum.
Un esemplare unico
Nella composizione, le statue dialogano tra di loro in un corpo unico come in una rappresentazione teatrale. Orfeo è seduto e canta avendo tra le mani una cetra. Davanti a Orfeo, ci sono due sirene rappresentate come figure ibride di donna e uccello secondo l'iconografia più antica.
Esseri dalla voce incantevole che facevano impazzire i marinai che passavano accanto a loro. Sono creature ibride, splendide e terribili, raffigurate con artigli da rapace e code di uccello. Le due sirene, pero', restano incantate e tacciono davanti al canto di Orfeo. E quest'ultimo, che faceva parte della spedizione degli Argonauti, riesce così nell'impossibile: gli Argonauti sono salvi e possono tornare in patria.
Eva Degl'Innocenti, già direttrice del MarTa, ha ricordato che il Getty Museum aveva già restituito negli anni scorsi antichi manufatti ceramici di produzione apula esposti poi a Taranto nella mostra "Mitomania" nell'aprile del 2019. "In quell'occasione, grazie al grande lavoro di indagine condotto dai Carabinieri della Tutela del patrimonio culturale - ha affermato l'ex direttrice - restituimmo alla pubblica fruizione capolavori della ceramica apula che erano stati trafugati da contesti archeologici tarantini. Oggi come allora quella identità storico-culturale rappresenta un legame indissolubile con questa terra".
Per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, "il ritorno a casa di questo capolavoro del quarto secolo avanti Cristo, riconsegna a Taranto un altro pezzo della sua meravigliosa storia".