AGI - La performer Josephine Baker, cantante e danzatrice americana, icona dei diritti civili e affezionata della maison Dior è tornata a rivivere nel tempio della moda nella sfilata parigina della stilista Maria Grazia Chiuri durante la settimana dedicata alle nuove collezioni primavera/estate 2023.
Baker, che è nata nel Missouri ma ha vissuto gran parte della sua vita in Francia, è stata una musa ispiratrice di Christian Dior e anche una delle sue migliori clienti, avendo speso almeno “250.000 dollari in un guardaroba di haute couture”, ricorda il quotidiano inglese The Guardian. L'ultima sfilata Dior haute couture, è stata un vero e proprio un omaggio ai riccioli e alle frange sinuose, sartoria in velluto e lamé di seta stropicciata della cantante e danzatrice che ha riportato la Baker al posto che le spetta nella storia di Dior. Lo spettacolo si è poi rivelato un contraltare all'immagine fortemente feticizzata di un famoso quanto famigerato costume delle Folies Bergère - una sfilza di banane e poco altro - che finì l'immagine infine della Baker.
Il giornale ricorda anche che Baker nel 2021 è diventata la prima donna di colore ad essere inserita nel pantheon tra le figure illustri della storia francese, riconosciuta per il suo lavoro con la resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, e “ciò la pone al centro della storia di Dior”, ha precisato la stilista Maria Grazia Chiuri. Lei stessa ha anche riconosciuto, per la prima volta, come Baker fosse stata cancellata dal suo legittimo posto nella storia e nell'iconografia della maison della moda quando la stilista ha ricreato uno dei look originali di Baker per Dior: ovvero, un abito strutturato e guanti abbinati, ma con il mantello di pelliccia sostituito con il tulle per riflettere la sensibilità moderna.
Infine, durante i suoi anni parigini, Baker ha investito molto in un guardaroba di abiti riccamente abbelliti e completi elegantemente sartoriali, creando un'immagine che secondo lei rifletteva la sua legittima posizione di grande dama della cultura. Ha acquistato da designer dell'élite, tra cui Madeleine Vionnet e Pierre Balmain, ed è diventata anche un'amica personale di Christian Dior, fotografata in prima fila a una sua sfilata nel 1959 accanto a Juliette Greco. E nel corso degli anni '60 ha indossato abiti Dior per le apparizioni alle proteste per i diritti civili che ha sostenuto negli Stati Uniti, il suo paese d’origine.
Ovviamente, la sfilata è stata anche l’occasione per domandarsi cosa andrà di moda la prossima stagione, e la risooista inevitabilmente è stata, secondo il Guardian, “ruggenti abiti anni '20 con frange di seta, abiti da cocktail scivolosi con scollo a cappuccio, sandali da ballo in velluto con punta aperta, capelli ondulati in gel e riccioli a bacio sembrano pronti per il pantheon della moda”. In definitiva, un ritorno in grande stile agli anni di Josephine Baker. Più che un omaggio, una celebrazione.