AGI - Grande fermento nel centro di Bergamo e Brescia dove nel pomeriggio si è tenuta l'apertura istituzionale dell'anno della cultura 2023 delle due città lombarde. La festa per l'inaugurazione ha unito ancora di più questi territori: la candidatura in tandem ha rappresentato un unicum. Un'occasione di rinascita e di ripartenza dopo l'esperienza del Covid. Tre giornate di festa, da oggi fino a domenica, che hanno preso il via alle 17, nei principali teatri, il Donizetti a Bergamo con il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e il sindaco Giorgio Gori, e il Grande a Brescia con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il sindaco Emilio Del Bono e il governatore Attilio Fontana.
Il passaggio del testimone da Procida, che conclude il suo anno da capitale della cultura con un ottimo risultato di visibilità, alle due città lombarde, è stato trasmesso in diretta su Rai3. Le cerimonie sono state parallele, un unico evento sincronizzato con due palcoscenici collegati in video, e gli interventi delle istituzioni alternati a momenti musicali.
Il programma musicale
Fitta la scaletta. In apertura un coro di bambini (da Brescia) con un'introduzione di Gianluigi Trovesi al clarinetto (da Bergamo), per intonare l'inno nazionale. Durante la cerimonia è stata eseguita "La Ridda dei Folletti", opera del compositore bresciano Antonio Bazzini, interpretato dal violinista Giuseppe Gibboni. A seguire l'aria "Quel guardo il Cavalier" tratta dal "Don Pasquale" di Gaetano Donizetti, interpretata dal Soprano Laura Ulloa e, al pianoforte, dal Maestro Danilo Rea.
Il terzo intervento artistico è l'esecuzione de "La Campanella" di Niccolò Paganini, da parte della chitarrista pluripremiata Carlotta Dalia con una chitarra Herman Hauser I del 1939 appartenuta ad Andres Segovia. Al violino Giuseppe Gibboni con uno Stradivari del 1699 appartenuto a Leopold Auer. Infine la romanza da salotto "La Conocchia" di Gaetano Donizetti, pubblicata nel 1836, interpretata dal Soprano Laura Ulloa e, al pianoforte, dal Maestro Danilo Rea. Sabato il testimone passa ai cittadini bergamaschi, i "Nuovi Mille", chiamati a rappresentare i bergamaschi del terzo millennio attraverso una mobilitazione a 160 anni da quella storica risorgimentale.
Tutti in piedi per Mattarella
Un lungo applauso ha accolto l'arrivo di Mattarella al Teatro Grande. Al teatro Donizetti, collegato con maxischermi al gemello bresciano, tutti si sono alzati in piedi per salutare l'arrivo del presidente della Repubblica. Mattarella aveva visitato le due città nei mesi più duri della pandemia: il 28 giugno 2020 il Presidente aveva partecipato a Bergamo alla cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bergamasche del Covid-19 subito dopo la fine del primo lockdown, il 18 maggio 2021 era stato a Brescia all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università come prima visita fuori Roma dopo la fine del secondo lockdown. A novembre del 2020, nel giorno di Ognissanti, il capo dello Stato aveva fatto una visita a sorpresa a Castegnato, in provincia di Brescia, dove era stata rubata una croce in ricordo delle vittime del Covid.
Il capo dello Stato: "La cultura è una ricchezza"
Brescia e Bergamo sono un esempio di cultura "con le loro virtù civiche di ieri e d'oggi", ha sottolineato il capo dello Stato chiudendo la cerimonia. "Città duramente colpite dalla prima ondata della pandemia, quando un virus aggressivo e sconosciuto ha mietuto nel nostro Paese migliaia di vittime. E hanno saputo reagire, dando vita, e alimentando, quel modello di solidarietà che ha consentito di affrontare la crisi".
"La cultura, la conoscenza, le arti, in tempi così difficili come quelli che attraversiamo, si ergono, ancora una volta, come irrinunciabili punti di riferimento", ha proseguito Mattarella, "la cultura è una grande ricchezza" che "nasce dalla vita, dalla comunità, dalla natura che ci ospita, e poi ritorna alle persone, alle generazioni successive, come forza vitale, come civiltà, come genio e valore". Per il presidente della Repubblica "la cultura non è un ambito separato dell'attività umana, quasi un suo sovrappiù. È il sapere conquistato dall'esperienza. È il pensiero che si costruisce nello studio, nel confronto, nella ricerca, nel lavoro. È l'emozione del rappresentare la vita, è un arricchimento dei valori che caratterizzano l'umanità".
"Siamo consapevoli che nella costruzione di una pace giusta la cultura, nella sua dimensione universale, è chiamata a giocare un ruolo, nel colmare le distanze, nel ricostruire rispetto e coesistenza, nell'unire gli uomini", ha poi detto Mattarella dopo aver ricordato la tragedia della guerra in Ucraina. "È un segno, non solo per l'Italia ma per l'intera Europa, la scelta di declinare al singolare il titolo di Capitale della cultura. Anche Gorizia e Nova Gorica saranno "insieme" capitale europea della Cultura nel 2025", ha concluso il capo dello Stato, "la cultura è anche coraggio di superare presunti antagonismi, di scavalcare muri, di uscire dagli schemi".
Sangiuliano: "Un'occasione di riscatto"
Per Bergamo e Brescia "credo questa sia una dovuta occasione di riscatto", ha affermato il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano arrivando al Teatro Donizetti. "Sono sicuro - ha aggiunto - che sapranno coglierla al meglio, fare bene, ho visto il programma che è bene articolato e prova a racchiudere tutti i significati multiformi che la parola cultura può avere. Quindi non mi resta che augurare loro buona fortuna ma sono convinto che faranno bene". "A me - ha detto ancora il ministro - non resta che dare un forte augurio a queste due città che hanno sofferto la prima ondata del Covid, ma sono città forti, importanti, che hanno grandi qualità umane e individuali".
La decisione di indicare Bergamo e Brescia capitali della cultura 2023 fu presa nei tempi drammatici in cui la pandemia dilagava, con decreto legge nel maggio del 2020, ha ricordato Sangiuliano, intervenendo alla cerimonia inaugurale. "Una scelta - spiega - nata con un preciso intento, quello di dare un forte segnale di rilancio, orgoglio, prospettiva, dopo la pandemia da covid che aveva colpito così tragicamente le due province". Che nel "cuore degli italiani erano divenute il simbolo di resilienza alla crisi pandemica e alla sua tragica scia di morti". Perché "da sempre la cultura è un forte antidoto alla sofferenza, il punto da cui ripartire, quando c'è da ricostruire dopo una stagione di tragedia".
Le voci dei sindaci
"Diamo il via, l'ufficiale calcio d'inizio all'anno che vede Bergamo e Brescia Capitale della Cultura italiana. è un grande privilegio, che viviamo con orgoglio e gratitudine nei confronti di chi ha voluto accogliere l'istanza di candidatura che insieme al Sindaco Del Bono, nel maggio del 2020, decidemmo di indirizzare al Ministro della Cultura; innanzitutto per dare alle nostre città, gravemente ferite dal virus, un segnale di reazione e di speranza", ha dichiarato Gori durante la cerimonia inaugurale. "Il titolo, concesso direttamente dal Parlamento, ha assunto per le nostre comunità un fortissimo valore simbolico, a rappresentare un vero orizzonte di rinascita - ha aggiunto - . E ci ha motivati a costruire un progetto ambizioso, che speriamo all'altezza della generosità di quanti ci sono stati vicini".
"Bergamo e Brescia sono laboratori di umanità e tenerezza", ha detto da parte sua il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, spiegando che lo spirito di questo anno sarà "la cultura come leva di promozione umana e motore di orgoglio e sano patriottismo". "Brescia e Bergamo, due città, una sola capitale, perchè essere comunità conviene, è il paradigma dell'Italia che vogliamo" ha concluso il sindaco.
"La Città dei Mille e la Leonessa d'Italia saranno più unite che mai, in senso materiale con percorsi di mobilità dolce e immateriale, proponendo un concetto di cultura capace di travalicare oltre le tradizionali forme e abbracciare idealmente il cittadino nel suo complesso di bisogni e risposte - oggi piu' attuali che mai - relative a scienza, ambiente, benessere e innovazione. Non è, forse, questo, un nuovo Rinascimento?", ha commentato il presidente della Regione, Attilio Fontana, "l'Uomo al cospetto del suo immane patrimonio, forte della sua storia e capace di abbracciare uno sguardo di prospettiva e libertà?".