AGI - “A soli 78 chilometri dalla capitale italiana si trova uno dei giardini più belli del mondo, così come i due borghi dove i romani scappano dal trambusto della grande città”. Sono Ninfa, Norma e Sermoneta. A segnalare l’itinerario è il Paìs, che però riprende un giudizio del New York Times.
Su Ninfa, il quotidiano di Madrid scrive che è “uno dei giardini più belli e romantici del mondo”. Certo, “dipende da molte cose, a cominciare dallo stato d'animo e dal potenziale di ognuna” di queste mete, ma “quel che è certo è che si tratta di un giardino pensato come una simbiosi di storia e natura, di rovine medievali e rose inglesi insieme a castagni americani, aceri giapponesi e cipressi italiani tra le sue 1.300 piante diverse. Con l'aggiunta del canto sporadico di cento specie di uccelli”.
Ciò che, secondo il giornale spagnolo, “giustifica anche viaggi transoceanici” pur di scoprirlo, chiosa. Il motivo per visitare Ninfa e il suo giardino si racchiude nella sua “esplosione di biodiversità”, così contrastata, ad esempio, “con quella di un giardino zen di sole pietre” perché “qui i cespugli di rose si arrampicano sulle pareti dei ruderi delle basiliche del XII secolo. E qui si conservano resti di affreschi che sfidano i secoli”.
Una descrizione e una cronaca a dir poco entusiasta, quella tracciata dal quotidiano della capitale spagnola. “Ninfa è stata dichiarata Monumento Naturale d'Italia e gode di un microclima inaspettato al centro della pianura pontina, tra i monti Lepini e il Mar Tirreno. Si tratta di un giardino di otto ettari la cui originalità consiste nell'estendersi da quella che fu una prospera città medievale fino a quando fu saccheggiata e abbandonata ai piedi di Norma e Sermoneta, due paesi limitrofi sopravvissuti a tante guerre e calamità, posti sulle loro alture. La malaria iniziò ad essere debellata in questa regione, l'Agro Pontino, negli anni venti del secolo scorso”, seguita il Paìs, che traccia anche la storia dell’edificazione del giardino, “in gran parte dovuta all'intuizione e allo sforzo di Onorato Caetani nel 1920, con la moglie inglese Ada Bootle Wilbraham, ei loro figli Gelasio e Roffredo”.
Ma oltre e sopra Ninfa, “appeso ad uno scoglio chiamato Rave, sorge il paese di Norma. Borgo medioevale in gran parte ricostruito, che fu anche feudo dei Caetani. Ma molto prima, nel 492 a. C, alla periferia di Norma esisteva una città romana chiamata Norba. Un'acropoli strategica che ancora stupisce per la grandezza delle sue mura difensive, alte a volte 15 metri, con enormi poligoni di pietra”.
Ma il viaggio del Paìs non finisce qui. Perché a “quattro chilometri in aereo, e se non 11 per una strada tortuosa, si giunge a Sermoneta, che fu il più grande feudo dei Caetani. Questa è una città che affonda le sue radici nel medioevo ma che conserva ancora oggi il suo genio e la sua figura. È un posto alla moda per una vacanza fuori Roma. Attira l'aria buona di montagna e la ripidezza di questo paese che forma con le sue case e quartieri una specie di piramide il cui vertice è il castello di pietra bianca dei Caetani”, conclude il suo viaggio.