AGI - Non solo il giudizio del tempo che fu: per Edipo, arriva anche quello dei giorni nostri. Il prossimo 24 giugno, il giovane re di Tebe sarà sottoposto a processo dal tribunale di Agòn allestito per l'occasione nello splendido Teatro Greco di Siracusa. A giudicarlo è un collegio di tutto rispetto: a presiedere la Corte ci sarà Pietro Curzio, Primo presidente della Corte Suprema di Cassazione mentre Giovanni Salvi, Procuratore Generale della Corte Suprema di Cassazione eserciterà la pubblica accusa.
La difesa sarà affidata alla Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Maria Masi. Giudici a latere, fra gli altri, il vicedirettore dell'AGI Paolo Borrometi e Marina Valensise, consigliere delegato INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico). Edipo sarà impersonato da Giuseppe Sartori, l'indovino Tiresia da Graziano Piazza, mentre Maddalena Crippa darà vita al personaggio di Giocasta.
Sono attori che recitano normalmente nelle tragedie che fanno parte del programma allestito per la stagione in corso. In tribunale ci sarà anche lo psicoanalista Massiamo Ammaniti. Il processo a Edipo, accusato di parricidio, incesto, minacce a Tiresia e di aver provocato una pandemia, rivive nell'iniziativa posta in essere dal Siracusa International Institute nell'ambito del progetto Agòn, il tribunale che ogni anno, in relazione alle tragedie rappresentate al teatro greco, simula il processo a un protagonista.
L'iniziativa ha il patrocinio dell'Associazione Amici dell'INDA, dell'Ordine degli Avvocati di Siracusa e dell'Università di Messina. Questa volta, per giudicare l'Edipo di Sofocle, si sono messi a disposizione i massimi esponenti della giustizia italiana. "E non solo - spiega all'AGI il segretario del Siracusa Institute, Ezechia Paolo Reale - il giovane re di Tebe, sarà sottoposto come le altre volte, anche al giudizio del pubblico che prima della sentenza del collegio giudicante vero e proprio, potrà decidere se è colpevole o meno dei reati di cui è accusato".
In questo modo, il pubblico potrà sentirsi protagonista e notare analogie o differenze nel sistema giudicante di allora rispetto a quello contemporaneo. E chissà, forse il pubblico potrà essere più clemente rispetto alla conclusione riportata da Sofocle. "Su questo ho dei dubbi - sottolinea Reale - i capi d'imputazione non sono sciocchezze. Mi sa che non ha scampo ma vedremo cosa succederà".
"Il progetto Agòn - ricorda il segretario del Siracusa International Institute, Reale - è nato circa 15 anni fa in collaborazione con l'Università di Palermo. In molte università americane e anche in Europa si svolgono concorsi per gli studenti simulando dei processi. Con il nostro Istituto, abbiamo avuto l'idea di trasferire questa competizione davanti a un pubblico composto non da soli professori universitari. E questa idea ha avuto un grande successo, oltre quello che ci eravamo immaginati. Ci siamo allora accordati con Inda che gestisce il Teatro Greco durante la stagione e abbiamo chiamato nel corso degli anni, vari giudici a formare il collegio processando un protagonista alla volta sulla base delle tragedie rappresentate nell'anno in corso. Una volta ad esempio, è toccato anche a Prometeo, per il furto del fuoco. Il successo è stato enorme, inconsueto. Abbiamo avuto un pubblico di giurati composto da oltre 3000 persone".
Lo scopo dell'iniziativa, spiega ancora Reale, è quello di "divulgare in modo ampio, i concetti giuridici. Vogliamo far capire non solo a chi è esperto di temi giuridici e magari è presente fra il pubblico, ma anche alle persone comuni magari animate dal giustizialismo, che alcuni temi e modi di giudicare sono immortali perché erano insiti nelle tragedie greche. Modi che ancora oggi sono rilevanti e vanno a incidere nella vita quotidiana. In questo modo è ben chiaro quanto sia attuale al giorno d'oggi, il messaggio delle tragedie classiche. Non tutto è bianco o nero. A volte - sottolinea Reale - servono ad oggi riflessioni profonde che in realtà hanno origine risalente a oltre duemila anni fa".
E il finale non è scritto quindi: "Dire di no - dice ancora Reale - perché dopo le arringhe del vertice più alto dei pubblici ministeri italiani e dopo quella dell'avvocato Masi, avremo due tipi di giudizio: uno del pubblico, ed è l'idea che abbiamo introdotto da circa 7-8 anni, e uno vero e proprio. All'ingresso diamo alle persone un cartoncino bianco e uno nero. All'epoca non c'erano certo i cartoncini ma pietre o bianche o nere. Il bianco voleva dire assoluzione, il nero colpevolezza. Il giudizio del pubblico viene chiesto mentre la corte è in camera di consiglio. Ognuno fra il pubblico alza il suo cartoncino, viene fatto un conteggio sommario e poi si proclama il verdetto. Subito dopo entra la giuria che dà lettura della sua sentenza e le motivazioni. Ogni volta c'è quindi questo doppio binario fra sentimento popolare e sentimento tecnico. Ed è anche capitato che vi sia stata differenza fra giuria popolare e corte tecnica".
Il 24 giugno allora, Edipo sarà colpevole o innocente? Riuscirà a impietosire il pubblico? L'ingresso in "Tribunale" è gratuito. Non resta che attendere il finale fra giudizio contemporaneo eventualmente assolutorio e il mito.