AGI - Opere forti, seducenti, che invitano a riflettere e lanciano un grido d'allarme, quello per la salvezza del pianeta: sono le opere di Maria Cristina Finucci, raccolte per la prima volta in una monografia scientifica, HELP. Pubblicato per i tipi di Rizzoli, HELP è lo straordinario racconto degli ultimi 20 anni di lavoro dell'artista, architetto e presidente del Garbage Patch State.
Maria Cristina Finucci, nata a Lucca nel 1956, da più di un ventennio denuncia il drammatico proliferare della plastica, soprattutto i detriti, che infestano gli oceani del pianeta: le plastiche hanno creato cinque enormi, sconfinate zolle galleggianti sull'acqua. Con i progetti di WasteLand e la costituzione del Garbage Patch State, lo Stato immaginario fondato l'11 aprile 2013 a Parigi, presso la sede dell'Unesco, Finucci ha reso concreta la cifra di fondo di questa denuncia; e con una straordinaria sensibilità ha saputo, con grande anticipo, porre l'accento sul tema della cura della 'casa comune', il pianeta.
La sua è un'opera partecipativa che invita tutti a cambiare i propri comportamenti. L'artista ne ha dato testimonianza in una serie di installazioni: alla Biennale di Venezia nel 2013, a Madrid e successivamente a Roma con L'Ambasciata al Museo del MAXXI; poi le forme insidiose e penetranti del 'mostro' di plastica, il Climatesaurus, creato a Parigi, nel 2015, e al Palazzo di Vetro a New York; quello innalzatosi all'Expo di Milano, l'installazione Padiglione a Ca' Foscari; infine i grandi HELP all'isola di Mozia (L'età della plastica) e al Foro Romano (Help the Ocean).
Sono proprio queste ultime opere a dare il titolo al libro, pubblicato da curato da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, entrambi docenti all'università di Ca' Foscari a Venezia.
I due autori sono convinti che Maria Cristina Finucci non sia semplicemente un'attivista "in lotta per la sostenibilità del pianeta" ma un'artista tout court, in grado di trasformare uno Stato immaginario distopico, fatto d'incuria e plastica galleggiante, in un luogo di speranza.
Con straordinaria preveggenza, già nell'aprile del 2013, Finucci ha visto prima degli altri il problema dell'inquinamento da plastica negli oceani e ha fatto suo questa denuncia con il garbo che è proprio dei poeti. Dichiarando la costituzione dello Stato federale del Garbage Patch, l'artista denunciava l'esistenza di uno Stato sterminato, grande 16 milioni di chilometri quadrati, formato interamente da "qualcosa che ciascuno di noi ha abbandonato perché poco importante: bottiglie usate una sola volta e poi abbandonate, accendini gettati per la strada, ciabatte di gomma lasciate sulla spiaggia, bicchieri e piatti di plastica gettati via".
Di questo Stato all'epoca nessuno conosceva l'esistenza: obiettivo dell'artista era smuovere la sensibilità e la consapevolezza attraverso la potenza delle immagini e delle azioni. A oggi qualcosa è cambiato ma il cammino è ancora lungo. Maria Cristina Finucci non si è mai fermata e anzi ha cercato di ampliare la risonanza del suo messaggio attraverso installazioni via via più coinvolgenti e poderose.
In particolare, nella Giornata Mondiale degli Oceani del 2018, ha inaugurato il suo progetto forse più eclatante e suggestivo: l'enorme scritta HELP, che riprende il grido di aiuto di una terra fragile e devastata, nel Foro Romano. In uno dei paesaggi più famosi al mondo, la notte è stata illuminata dai bagliori sprigionati dalle plastiche che costituivano l'installazione. Chiaro il messaggio: la terra partorisce dalle ferite una lava incandescente e il pianeta necessita dell'impegno di tutti per essere salvato.