AGI - L'Italia riparte nel segno del Sommo Poeta. “Le celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante sono diventate un momento di orgoglio nazionale e si incrociano con la voglia che ha il Paese di ripartire, di uscire dalla pandemia, di riavvicinarsi alla cultura, di avere l’Italia come l’abbiamo conosciuta nel tempo”, ha osservato il ministro della cultura, Dario Franceschini, all’inaugurazione della mostra dal titolo “Il Trittico del Centenario” dedicata a Leonardo, Raffaello e Dante che si è aperta all’Accademia dei Lincei, a Roma.
La mostra
La mostra propone una rassegna sul gusto e l’estetica che hanno presieduto nel primo dopoguerra alle celebrazioni dei centenari di Leonardo (1919), Raffaello (1920) e Dante (1921). Erano anni quelli in cui il Paese, uscito dalla Grande Guerra, aveva necessità di ricostruire una propria identità nazionale appellandosi anche a un glorioso passato non solo di bellezza, ma di ingegno ed etica e che fosse in grado però di guardare al futuro con spirito di innovazione e cambiamento.
Le celebrazioni erano non solo l’occasione, come ai giorni nostri, per approfondire studi e ricerche ma fonti di ispirazione per gli artisti delle avanguardie e non, e coinvolsero ogni ambito del fare umano arrivando a tutta la popolazione attraverso cartoline, oggetti, mobili, architettura, copertine di riviste e giornali e aprendo la strada a nuovi stili e tendenze che inglobavano e riutilizzavano la lezione dei grandi del passato che si stavano celebrando.
Un secolo dopo
“Il programma di iniziative realizzato dall’Accademia dei Lincei, che si affianca a quelle organizzate dal Comitato di Dante, è straordinario. La mostra", ha proseguito il ministro, "è affascinante perché ci permette di andare a riscoprire e a rivedere cosa è avvenuto un secolo fa nel corso delle celebrazioni di Leonardo, Raffaello e Dante nel 1919, nel 1920 e nel 1921".
"La pandemia – ha sottolineato Franceschini - è stata un momento di rottura: siamo all’inizio di un periodo nuovo e nessuno di noi sa se quello che abbiamo alle spalle si chiuderà con una parentesi e tutto tornerà come prima o viceversa, come è avvenuto per le guerre, lascerà cambiamenti profondi. Sicuramente lascia – ha concluso - una grande voglia di ripartire e questa mostra entra appieno in questo clima di ripartenza”.