AGI - Ha ammazzato tante persone, ma era un grande statista. I resoconti parlamentari del Regno e della Repubblica italiana sono pieni di commemorazioni parlamentari di statisti. Ma come si sono comportate le nostre assemblee elettive di fronte alla fine di pericolosi dittatori che spesso hanno rappresentato una minaccia per la democrazia? Molto male secondo Lanfranco Palazzolo, corrispondente di Radio Radicale in Parlamento, curatore de “L’incongrua memoria. Commemorazione di Dittatori in Parlamento” (Nuova Palomar), che scava in questi frammenti nella vita delle nostre istituzioni riportando alla luce commemorazioni imbarazzanti come quella di Stalin, di Tito, di Mao Tse-tung e Breznev.
Questi momenti di riflessione si sono trasformati in autentiche risse parlamentari, come quando Nilde Iotti, nel lontano 1989, ha commemorato le vittime di Piazza Tien An Men evitando di denunciare, come le ha rinfaccia Mirko Tremaglia del Msi in aula, che quello era un massacro voluto dalle autorità comuniste. Nelle pieghe di queste commemorazioni si trovano parecchi vuoti di memoria.
Il curatore rileva che a Gandhi sono stati dedicati appena 5 minuti di commemorazione durante l’assemblea costituente e che solo il socialdemocratico indipendente Walter Binni, ha deciso di spendere due parole insieme a Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea. Mentre per Giuseppe Mazzini c’è addirittura voluto mezzo secolo per riuscire a sdoganarlo in una commemorazione. Mentre il segretario del Pnf Roberto Farinacci arriva a far chiudere la Camera e a circondare il Senato per impedire la commemorazione di Giacomo Matteotti, barbaramente assassinato il 10 giugno 1925 da un gruppo di fascisti. Ma l’esponente socialdemocratico aveva già avuto “l’onore” di essere commemorato in aula dal Presidente del Consiglio Benito Mussolini e dal Presidente della Camera Alfredo Rocco il 12 novembre del 1924. I due sapevano benissimo come era morto il deputato di opposizione.
Per il dittatore sovietico Stalin non sono mancati elogi smisurati. Nell’introduzione del volume, Pino Pisicchio, direttore della collana “Question Time” di Nuova Palomar, si chiede se può “essere sufficiente la necessità diplomatica a giustificare parole alate e grondanti di commozione”. Parole ancora trovate per ricordare Mao Tse-tung tre settimane dopo la morte alla Camera e al Senato. Mentre per Bettino Craxi il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema ha ricordato Bettino Craxi dopo averci ripensato due volte. Una pagina di storia da non dimenticare e da leggere con amarezza.