AGI – Il “Nudo femminile accovacciato” torna a casa, dopo 83 anni. Il grande pittore espressionista Egon Schiele lo aveva regalato al suo dentista: si tratta di un acquerello del 1917, trafugato dai nazisti durante il Terzo Reich.
Che viene restituito agli eredi, su decisione della città di Colonia. Il fatto è che il dentista di cui sopra era anche un appassionato collezionista d’arte: Heinrich Rieger era riuscito a costruire, nel corso di decenni, una straordinaria collezione significativa di arte contemporanea a Vienna.
Ma, di origini ebraiche, vent’anni dopo la morte di Schiele, con “l’Anschluss” (l’annessione) dell’Austria alla Germania nazista, Rieger finì immediatamente nel mirino dei nazisti, e con lui le sue opere, depredate dai gerarchi del Terzo Reich. Né il primo né certo l’ultimo caso di arte trafugata durante l’orrore della Germania nazista.
Oggi è la città di Colonia ad aver annunciato che l’opera sarà restituita agli eredi di Rieger in seguito a una specifica raccomandazione della Commissione consultiva per i beni depredati dai nazisti. La decisione rispetto al “Nudo di donna accovacciato”, che ad oggi si trova al Museum Ludwig della città renana, è stata presa all’unanimità dalla commissione, a sua volta nominata dal governo federale, dai Laender e dalle principali associazioni comunali.
È la stessa commissione a riferire che probabilmente il paziente Egon Schiele aveva regalato l’acquerello al suo dentista. Il quale, nel 1942, venne deportato nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove morì in una data sconosciuta. La moglie di Rieger finì invece ad Auschwitz nel 1944, dove morì quasi certamente al suo arrivo, inviata immediatamente nelle camere da gas. Il figlio riuscì a fuggire negli Stati Uniti nel 1938.
Come scrive lo Spiegel, gli eventi che circondano l’acquerello sono in gran parte sconosciuti. È proprio a causa degli elementi di incertezza, soprattutto riguardo alle fonti, che la città di Colonia e gli eredi avevano concordato di ricorrere alla commissione.
Ebbene, appare appurato che la collezione di Rieger era rimasta in gran parte intatta fino al 13 marzo 1938: e a quella data è provato, secondo la commissione, che l’acquerello di Schiele ne facesse ancora parte, per essere successivamente sequestrato dai gerarchi del Terzo Reich.