N el quartiere Parella di Torino la scuola elementare 'Duca D’Aosta' cela un segreto vecchio quasi cent’anni. Nel seminterrato dell’istituto sorge, infatti, una piscina, oggi in stato di abbandono, che Benito Mussolini usava in forma privata quando visitava il capoluogo piemontese.
Proprio il Duce, il 28 ottobre 1933, aveva raggiunto la periferia ovest della città, all’epoca una zona di campagna non ancora edificata, per inaugurare la struttura dedicata a Emanuele Filiberto di Savoia duca D’Aosta, condottiero della Terza Armata durante la prima Guerra mondiale.
Al culmine dell’ascesa fascista era consuetudine intitolare un edificio pubblico a un personaggio di spicco, soprattutto se, come nel caso di Emanuele Filiberto, si trattava di un vincente mai sconfitto sul campo, tanto da essersi guadagnato il soprannome di Duca Invitto.
Emanuele Filiberto era morto due anni prima, nel 1931, scegliendo di essere seppellito tra i suoi fanti al Sacrario militare di Redipuglia. E in effetti le aule dell’istituto sono intitolate con lapidi a quei caduti.
La scuola Duca D’Aosta è un edificio razionalista, uno degli ultimi esempi della tradizione di edilizia scolastica torinese iniziata alla fine dell’Ottocento. In origine accoglieva oltre mille studenti, come prova un documento datato 1938, dove si evince che vi studiavano 524 alunni maschi e 524 alunne femmine, con altri 114 alunni suddivisi in sette aule che seguivano le lezioni serali.
Ma più che i soffitti alti, il cortile e la grande palestra con sala di proiezione annessa, a destare l’attenzione è la piscina coperta realizzata nel locale seminterrato, con tanto di spogliatoi, bagni e docce. L’impianto è stato utilizzato dagli studenti fino agli anni Ottanta quando, anche per ragioni di sicurezza, l’ingresso è stato inibito al pubblico.
Quel che oggi rimane è una vasca vuota lunga circa quindici metri e larga cinque, rivestita di piastrelle e illuminata soltanto dalla luce flebile che filtra dalle finestre rotte. Proprio qui Mussolini aveva scelto di rifugiarsi durante le sue visite torinesi. D’altronde il Sabato fascista, istituito con Regio decreto nel 1935, era una sorta di rituale sacro al quale neppure il Duce intendeva sottrarsi.
Mussolini nuotava nel silenzio dell’edificio per l’occasione svuotato, circondato soltanto dai suoi più stretti collaboratori. “Questa storia mi è stata confermata anche dalla vecchia custode - racconta all’Agi la dirigente scolastica della 'Duca D’Aosta' Serenella Cuiuli - ed è incredibile che oggi un luogo simile, che in qualche modo ha a che fare con la storia del Paese, versi in queste condizioni di abbandono. Purtroppo non possiamo fare nulla, la Soprintendenza ai beni culturali non consente alcun intervento ed è davvero un peccato avere le mani legate. La piscina potrebbe essere messa a norma e riconsegnata agli studenti, ma anche agli anziani del quartiere, alle persone disabili che necessitano di riabilitazione. Oppure potremmo trasformare questi locali in biblioteca, l’importante è che si metta fine al degrado”. Per salvare la piscina servirebbero circa 500 mila euro. “È una stima fatta qualche anno fa - conclude la preside - ma è difficile che quel denaro arrivi dal pubblico, più probabile che intervenga qualche investitore privato”.