AGI - Esattamente 100 anni fa nasceva a Milano Vico Magistretti, architetto, urbanista e industrial designer. Versatile come pochi altri, ha disegnato e costruito abitazioni, uffici, quartieri, persino un deposito dell'Atm a Milano, ma il grande pubblico lo conosce soprattutto per i suoi oggetti di arredamento, prodotti dalle più importanti aziende italiane, come Artemide, Fontana Arte, Cassina, Oluce, De Padova, Flou, Kartell. Una carriera luminosa, durata oltre 60 anni, e costellata di oltre 40 premi e riconoscimenti per i vari settori di attività, in vari paesi.
"Magistretti è stato un genio della creatività italiana" ricorda l'architetto Stefano Boeri, che sta organizzando una grande mostra su Magistretti nell'ambito dell'edizione 2021 del Salone del Mobile di Milano. "Le sue opere rappresentano una geniale fusione tra eleganza ed essenzialità. Era capace di produrre oggetti di grande semplicità, ma ricchi dal punto di vista estetico e nei dettagli. Tutte le sue opere comunicano un senso di gioia, a partire dalla lampada "Eclisse", una delle più note, per arrivare ai lavori di architettura, come la Villa Arosio ad Arenzano".
La formazione di Magistretti avviene nella Milano degli anni Trenta, al liceo Giuseppe Parini. Nel 1939 si iscrive alla facoltà di Architettura del Regio Politecnico di Milano, dove insegnavano architetti del calibro di Gio Ponti e Pietro Portaluppi. Dopo la laurea inizia subito l'attività nello studio del padre, l'architetto Pier Giulio Magistretti. Sono gli anni della ricostruzione dell'Italia, dopo le devastazioni della seconda guerra mondiale. L'attività professionale di Magistretti si lega subito al settore dell'edilizia, e il suo nome diventa noto per interventi di particolare rilevanza a Milano, tra cui le torri di piazzale Aquileia e il palazzo per uffici in Corso Europa.
"Magistretti era capace di esplorare tutte le forme della progettazione - sottolinea Boeri - ha disegnato, tra le altre innumerevoli altre cose, due interi quartieri con le case vista mare a Framura, frazione di Sestri Levante. E poi era un sublime architetto di interni. Sono rimasto basito quando ho constatato che nell'opera di Marco Biraghi, 'Storia dell'Architettura contemporanea', edito da Einaudi, non si fa neppure un riferimento all'opera architettonica di Magistretti".
Come tutti i geni, anche Magistretti è stato oggetto di critiche e di incomprensioni. "Era totalmente attento alla qualità del lavoro e alla utilità sociale della professione di architetto e di designer, senza la pretesa di emergere sul piano politico-accademico", osserva Boeri. "Questo anti ideologismo lo ha penalizzato, avendo vissuto in decenni fortemente ideologizzati. Ora lo stiamo riscoprendo".