AGI - Il castello di Weimar, un sontuoso edificio seicentesco classificato come “patrimonio dell’umanità” dall’Unesco, non fu progettato dal capomastro Giovanni Bonalino, come gli storici avevano finora creduto, bensì dall’architetto e diplomatico fiorentino Costantino de’ Servi, che dalla Germania forniva ai Medici informazioni sulle corti che lo ospitavano. La scoperta, un raro “scoop” storico, è stata fatta da un ricercatore italiano dell’Università di Cambridge, Davide Martino, e diffusa in questi giorni attraverso la pubblicazione di un articolo accademico in Germania.
Il Residenzschloss di Weimar fu originariamente costruito alla fine del Decimo secolo e fino al 18/mo secolo è stato la residenza ufficiale dei Duchi che governavano la Sassonia-Weimar, un ampio territorio nella storica regione della Sassonia, l’attuale Turingia. Quando una parte del castello fu distrutta da un incendio nel 1618, fu ricostruito nello stile italiano, ma non sulla base di un progetto del capomastro Bonalino, come finora dato per assodato, bensì sui disegni di De’ Servi, come ha scoperto lo studioso italiano nel corso di una ricerca all’archivio di Firenze.
Spulciando fra le lettere che l’architetto-diplomatico inviava ai suoi committenti, i Medici, Martino ha trovato la descrizione del nuovo progetto per il palazzo sul quale stava lavorando. L’idea, poi realizzata, era quella di trasformare in una fortezza rettangolare quello che restava delle precedenti costruzioni medievali e rinascimentali, con tanto di sala da ballo, un arsenale, una zecca, le stalle, una chiesa e alcuni laboratori. Lo storico ha quindi cercato il disegno originariamente attribuito a Bonalino, non firmato, e lo ha trovato identico alla descrizione contenuta nelle lettere di De’ Servi. La scoperta viene pubblicata oggi nella rivista storica tedesca Zeitschrift für Kunstgeschichte.
“Costantino de’Servi – spiega lo studioso secondo quanto riporta una nota dell’Università di Cambridge – ha passato molto tempo a Praga, Londra, l’Aia e altre importanti corti straniere, scrivendo lettere per aggiornare Firenze sugli ultimi avvenimenti: in quei tempi molto precedenti alla veloce diffusione delle notizie, era importante per i governanti inviare persone di fiducia in luoghi strategici per sapere che cosa stava succedendo negli altri paesi”.
Quando il palazzo fu semidistrutto dalle fiamme nel 1618, era un momento di gravi tensioni politiche e religiose nel Sacro romano impero e la regione era sull’orlo di una guerra. Secondo la ricostruzione dello storico, in piena rivolta protestante in Boemia per estromettere la famiglia cattolica che governava, il duca di Weimar Johann Ernst volle che il castello e la corte fossero ricostruiti nello stile fiorentino che era di moda in quel momento.
Per questo scrisse a Cosimo II, il Granduca cattolico di Toscana, per chiedere che un architetto fosse inviato per ridisegnare il palazzo. Cosimo II era preoccupato che il Duca si schierasse con la causa protestante e colse l'occasione per inviare de 'Servi anche come suo informatore. “De 'Servi aveva precedentemente dimostrato di essere in grado di raccogliere informazioni preziose e di agire come agente diplomatico informale – spiega ancora il giovane storico italiano, ora impegnato in un dottorato sempre a Cambridge - Nel 1603 la sua abilità artistica e il talento di ritrattista gli avevano permesso di avvicinarsi al riservatissimo imperatore Rodolfo II a Praga e in seguito era anche riuscito ad avere un accesso altrettanto raro alla corte di Enrico Stuart. Ora, la richiesta da parte del duca di Weimar di un architetto diede a Cosimo II l'opportunità di inviare un cortigiano e un informatore fiorentino vicino all'epicentro della rivolta boema."
Costantino ebbe quindi la duplice funzione di architetto e “spia”, ma cercò invano di convincere il Duca a non farsi coinvolgere nel conflitto: questi si unì alla causa protestante e sostenne militarmente l’elettore palatino Federico V, che poi sarebbe stato incoronato Re di Boemia dai ribelli. Nel 1620 la ribellione fu soffocata dagli Asburgo e il duca privato del titolo. Il ducato di Sassonia-Weimar fu rilevato dal fratello che curò il completamento del progetto fiorentino per il castello.
Nel 1774 anche il “nuovo” castello subì un incendio, in seguito al quale fu ricostruito in gran parte sulla base del progetto De’ Servi. La facciata ricostruita e tutto il palazzo sono ancora visibili oggi, e dal 1998 l’Unesco gli ha attribuito il titolo patrimonio mondiale.