AGI - Un pezzo di mosaico di una villa romana tra le vigne del Valpolicella. Che quella terra generosa delle colline veronesi potesse dar alla luce ad alcuni dei vini più pregiati del mondo è cosa nota. Ma archeologi e sopraintendenti sanno da tempo che là sotto si trova anche un altro inestimabile patrimonio: i resti di un’area residenziale romana che tra villa e annessi ricopre una superficie di oltre mille metri quadrati.
E lo sanno dall’800 circa, quando durante dei lavori agricoli emersero alcune superfici a mosaico. Al tempo, però, senza una sopraintendenza a tutelare i beni, il proprietario terriero di allora si era limitato a strappare i mosaici più belli, a venderli al Comune di Verona e a ricoprire tutto per continuare indisturbato il lavoro nei vigneti.
Se oggi una vasta superficie a mosaico, splendidamente mantenuta, è emersa alla luce del sole lo si deve all’archeologo della Soprintendenza archeologia delle belle arti e del paesaggio, Gianni De Zuccato.
“Quando ho avuto la tutela della zona ho deciso di interessarmi a fondo della cosa perché vedevo che c’era una grande attività edilizia intorno e la cosa mi preoccupava: lo scavo di una cantina vinicola, il garage di un Bed&breakfast... c’era il rischio di perdere tutto", ha spiegato all’AGI De Zuccato.
"Così ho ottenuto dal ministero un piccolissimo finanziamento per iniziare le indagini l’estate scorsa e dopo uno scavo andato a vuoto siamo riusciti a trovare questo frammento di mosaico. Lo stesso già ritrovato, ma poi sepolto come se nulla fosse, nel 1922”.
“La parte più bella della villa è sotto un vigneto", prosegue l'archeologo. "Si tratta di un complesso residenziale di una estensione molto ampia composto da una parte residenziale grossomodo di 350-400 mq, da una parte accanto ad essa, che fa parte dello stesso complesso e che potrebbe avere identiche dimensioni, e di una terza parte a nord per un totale di più di mille metri quadrati”.
Che ne sarà dell’area è ancora difficile da prevedere perché, anche a patto di riuscire a compiere tutti gli scavi necessari, poi bisognerebbe aver la possibilità di gestire e proteggere un bene così prezioso e delicato (cosa non così scontata). Ma il primo passo per ricostruita la vita, la storia, la bellezza di quella villa romana è stato compiuto.
“È stata una grande emozione", confida all’AGI De Zuccato, "nonostante siano ormai molti anni che faccio questo lavoro è impossibile non emozionarsi di fronte a queste cose perché assieme al mosaico emergono le storie, le vite di chi l’ha costruita, abitata, vissuta. È una macchina del tempo che emerge da sottoterra”.