L e dodici rose rosse in dissolvenza che campeggiano in copertina e il titolo sembrano svelarci che sarà l’amore il protagonista della nostra lettura. Infatti lo troviamo subito tra le righe fin dalla prima pagina. L’amore fiducioso e disperato di Anna, che guida sotto la pioggia per incontrare ancora una volta lo scorbutico Paolo; l’amore nel verso di una canzone e dentro le stanze che custodiscono gli incontri della coppia. È un attimo e si infiltra la sensazione di leggere una storia già raccontata: quella di un amore (o presunto tale) e la sua fine, un copione già scritto, come nella vita di ognuno di noi, una riconferma dell’infelice dicotomia di Houllebecq “l’uomo vuole scopare, la donna vuole essere amata”. E poi il tempo, l’unica cura riconosciuta per le ferite d’amore. Quiete.
È proprio dopo questa calma apparente che irrompe una rivelazione clamorosa e d’improvviso tutto cambia. La crudeltà di un uomo “difficile” si trasforma in nostalgia, rimpianto per le cose non dette, per quelle non fatte. La passione di una giornalista diventa inchiesta. L’impegno di un medico diviene speranza. Il romanzo d’amore si vena di giallo e poi si ricompone nel finale più bello.
Daniela Tornatore, siciliana, classe 1970, giornalista televisiva e della carta stampata, cognome importante (è sorella del regista Giuseppe), è al suo esordio letterario con 'L’ultimo ricordo' (Edizioni Leima; 144 pagine, 14 euro), intriso di una felicissima vena narrativa che stupisce. Soprattutto nella descrizione incredibilmente realista di una psicologia maschile narcisistica, tanto che i pensieri e le parole di Paolo sembrano appartenerle. Riesce a creare immagini forti per raccontarci il dolore di Anna, sembra rivelarci se stessa nelle aspettative e nella bravura della giornalista Angela. Una scrittura che si fa in tre per sorprenderci, informarci e commuoverci.
Il romanzo è da pochi giorni in tutte le librerie e online.