A guidare il Teatro alla Scala di Milano arriverà Dominique Meyer, 63 anni, manager francese attualmente all'Opera di Vienna. Non fa esplicitamente il suo nome il sindaco, e presidente della Fondazione, Giuseppe Sala, ma al termine di un cda lungo tre ore assicura che "c'è consenso" sul nuovo sovrintendente scaligero, escludendo allo stesso tempo che si tratti di quello uscente, Alexander Pereira, in carica dal 2014.
"Il nome lo lascio immaginare a voi", ha detto Sala, richiedendo in realtà ben poco sforzo agli interlocutori: il testa a testa tra i papabili alla sovrintendenza era tra Meyer e Carlo Fuortes dell'Opera di Roma, che si è sfilato dalla corsa qualche giorno fa per restare nella capitale.
Dunque, salvo sorprese dell'ultimo minuto, l'arcano è svelato: Dominique Meyer dalla Staatsoper di Vienna prenderà il timone del Teatro alla Scala. Per l'ufficializzazione si deve aspettare ancora qualche giorno, fino al prossimo Cda del 28 giugno. Il suo contratto partirà dal 2020, quando scadrà in febbraio il mandato di Pereira che sperava in un rinnovo di uno o due anni, per concludere la sua esperienza nel 2022 allineando la scadenza a quella del direttore musicale Riccardo Chailly.
Era stato lo stesso maestro milanese, una settimana fa, a lanciare una sorta di appello affinché fosse prorogato per un biennio il contratto del sovrintendente. Per una questione di logica, aveva detto, in quanto il manager austriaco aveva messo già a punto le stagioni fino al 2022 "e allora mi sembra il minimo che questi due anni si concludano al meglio con i responsabili che li hanno programmati". Appello, forse, un po' tardivo.
La buona gestione di Pereira, che lascia un teatro con i conti in ordine e un numero di soci lievitato, e con un deciso aumento dei contributi provenienti da sponsor pari a 58,8 milioni di euro, non è bastata a far pendere la bilancia dalla sua parte. A pesare di più sarebbe stata la gestione troppo 'diretta' del caso Arabia Saudita: a marzo Riad voleva entrare come socio nel cda, e Pereira - questa l'accusa - avrebbe agito senza informare il board, facendo infuriare più di un consigliere.
Detto questo, resta da vedere come il sindaco gestirà la transizione. Non sono chiari i tempi dell'uscita di Pereira: "Entro dieci giorni sta a me trovare le formule per capire come costruire questo cambiamento". E sull'ipotesi di una proroga del mandato è il primo cittadino stesso a suggerire come non tutto sia ancora deciso: "Ci ragioneremo. Dobbiamo capire se si può trovare una formula che potrebbe essere anche di prolungamento".
Ma prima di tutto ciò, il sindaco ne deve parlare con i diretti interessati, il sovrintendente uscente e quello designato. Resta in campo anche l'ipotesi, caldeggiata dal Cda, che la figura del sovrintendente non combaci con quella del direttore artistico come è stato con Pereira. L'eventuale proroga di quest'ultimo non sarebbe un problema di costi, in quanto questo possibilità è prevista dalla Corte dei Conti. Ma l'ultima parola su questo spetterà a Dominique Meyer.